Rossi: "Dobbiamo essere bravi a stare con la HRC"

Rossi: "Dobbiamo essere bravi a stare con la HRC"
Valentino spiega quali sono le difficoltà di correre in un circuito nuovo e conferma il vantaggio di Marquez e della Honda. «Ma qui dovremmo essere messi meglio rispetto ad Austin, anche con le gomme” | G. Zamagni, Rio Hondo
25 aprile 2014

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TERMAS DE RIO HONDO – E’ l’unico pilota tra quelli oggi in attività ad aver vinto un GP in Argentina, in 250, nel 1998. «Sì, era la gara della sfida tra Capirossi e Harada: fu divertente… Diciamo che furono un successo e un GP indimenticabili!» sorride Valentino Rossi ricordando il trionfo di Buenos Aires. Adesso, dopo 15 anni e su una pista completamente differente, Rossi è sempre l’idolo degli appassionati locali, ma non è certo lui il candidato principale a salire domenica sul gradino più alto del podio.
«Dobbiamo riuscire a stare con i piloti HRC: loro, con le nostre stesse gomme, non hanno problemi. Il nostro compito è riuscire a farle lavorare meglio, senza che lo penumatico si “rompa”».


Avete capito cosa è successo ad Austin?
«Semplicemente sono state sbagliate le mescole: la Bridgestone ha optato per la morbida e la dura anteriore, ma sarebbe stato più giusto utilizzare la dura e la extra dura. Non a caso, in tanti hanno avuto problemi con moto differenti, non solo noi con la Yamaha. Rimane il fatto che dobbiamo riuscire a far lavorare meglio l’avantreno della M1: ritengo, però, che quello di Austin sia stato un episodio, in generale possiamo essere competitivi».


Qui potreste avere gli stessi problemi di gomme?
«Difficile da valutare a priori, ma qui la Bridgestone, eccezionalmente per la pista nuova, ha portato tre mescole per l’anteriore: teoricamente, dovremmo disporre della copertura giusta».


L’avversario da battere è sempre Marquez, considerando anche la sua bravura ad adattarsi a un nuovo tracciato?
«Sicuramente lui è più spregiudicato ed è capace di interpretare subito una pista inedita: in teoria qui sarà ancora più avvantaggiato. Ma sono convinto che sarà competitivo anche Lorenzo: noi dobbiamo essere bravi a stare lì con la Honda».


Come si prepara una gara inedita come questa?
«Fai qualche giro con lo scooter, giusto per capire le linee e le traiettorie migliori, mentre sul punto di frenata non puoi farti nessun riferimento: è troppo elevata la differenza di prestazioni rispetto a una MotoGP… Il team ha a disposizione i dati delle simulazioni e con quelli prepari un assetto di base e un cambio per iniziare. Poi bisogna sfruttare al massimo ogni minuto a disposizione e capire, turno dopo turno, dove si può migliorare, perché, tra una sessione e l’altra, i tempi si abbasseranno notevolmente».

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