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JEREZ DE LA FRONTERA – Con Dani Pedrosa che, ormai, parte già battuto ancora prima dello spegnersi del semaforo e Jorge Lorenzo che fatica a uscire da una crisi prima sconosciuta in MotoGP (un solo podio in quattro gare), l’unico che prova in qualche modo a stare davanti all’extra terrestre Marc Marquez è Valentino Rossi.
«Sì, è una bella soddisfazione, anche se speravo di stargli più vicino. Ma oggi la pista era più lenta di ieri, perlomeno per noi: evidentemente non per lui…» scherza Valentino, che può anche permettersi di prendere in giro il rivale sul primato di 36 vittorie in 100 GP festeggiati a Jerez da Marquez.
«Ha fatto quattro pole e quattro vittorie consecutive, quindi mi ha battuto, ma io dopo i primi 100 GP avevo ottenuto 46 successi (il 46esimo coincise con il primo in 500, a Donington nel 2000, NDA): l’ho in…(beep, voleva dire fregato, NDA), questo è un record che non mi potrà mai togliere!». L’ironia di Rossi deriva dalla consapevolezze che Marquez è un tale fenomeno che alcuni dei primati di Valentino potrebbero essere in pericolo: meglio quindi tenersi stretti quelli che non sono battibili…
«Dopo il warm up ho deciso di montare la dura anteriore, migliore per la Yamaha, ma nei primi giri facevo molta fatica, non potevo andare via con lui. La mia moto scivolava tanto, ma anche gli altri faticavano: ho spinto forte nei curvoni veloci, dove ero più efficace e sono riuscito a conquistare un podio che qui a Jerez, una delle mie piste preferite, mi mancava dal 2010. La gomma dura è stata un rischio, perché con il pieno di benzina la moto fatica a frenare, ma è stata sicuramente la scelta giusta, anche se sono stato l’unico tra i primi quattro a utilizzarla. Alla fine, Pedrosa si è avvicinato, ma non avrei mollato il secondo posto per nulla al mondo».
Sei anche l’unico che ha provato in qualche modo a tenere testa a Marquez.
«Sono contento, anche se, ripeto, per come erano andate le prove speravo di stargli un po’ più vicino, anche se lui nelle prove aveva dimostrato di essere il più veloce. Oggi, però, era veramente difficile, tutti abbiamo girato più piano, ma lui è riuscito a girare un po’ meno piano degli altri… Lui è quello che va di più e, altro aspetto importante, la Honda ha potuto utilizzare la media, la “33”, mentre io ho dovuto montare la “34”, che all’inizio dà più problemi: se avessi provato a stargli dietro sarei caduto. Poi, nella seconda metà gara, lo vedevo più o meno sempre lì, ma ormai aveva troppo margine».
Con Galbusera mi trovo bene, mi ha dato una gran voglia di correre, di continuare. Dall’inizio dell’anno sono nettamente più veloce rispetto al 2013: dobbiamo andare avanti così
Hai sottolineato, ancora una volta, come la differenza rispetto al 2013 venga fatta dentro al box; quella del cambio di capo-tecnico è un’altra scommessa vinta?
«Sembrava una scommessa molto rischiosa, ma io me la sentivo per quel che conoscevo Silvano (Galbusera, NDA): è stata una grande scelta, ha la mia stessa voglia. Nella MotoGP di oggi bisogna lavorare così nel box, migliorando continuamente la moto: anche questa mattina, nonostante le prove fossero già andate piuttosto bene, abbiamo fatto un’altra modifica, abbiamo cercato di capire tutti i punti dove potevamo andare più forte, perché volevamo salire sul podio, battere almeno Lorenzo. Poi sono anche arrivato davanti a Pedrosa, è andata anche meglio. Con Galbusera mi trovo bene, mi ha dato una gran voglia di correre, di continuare. Dall’inizio dell’anno sono nettamente più veloce rispetto al 2013: dobbiamo andare avanti così. Poi, purtroppo, c’è Marquez…».
Sei più deluso per aver perso da Marquez o più contento per aver battuto Lorenzo?
«Intanto sono molto contento di aver battuto Pedrosa: è tanti anni che corro contro di lui e penso di essere veloce come Dani, ma l’anno scorso mi arrivava sempre davanti. Sono naturalmente molto fiero di aver battuto Lorenzo: è uno dei migliori piloti del mondo, corre con la mia stessa moto, quindi è lui il mio primo riferimento. Io devo continuare a lavorare così, stare concentrato e cercare di fare bene, ma anche la Yamaha ci deve dare una mano, perché adesso la Honda è superiore. Sappiamo dove lavorare, ma ci vuole un po’ di tempo».
Ma si può migliorare durante la stagione, al di là delle limitazioni regolamentari (i cinque motori sono “congelati”)?
«Direi di sì, anche perché il motore non è il problema principale. La nostra moto è eccellente, ma bisogna fare qualcosa di meglio».
Come spieghi le difficoltà di Lorenzo?
«Credo che soffra un po’ perché vorrebbe lottare con Marquez, ma non ci riesce. L’anno scorso Jorge mi arrivava sempre davanti, ma adesso sono più competitivo e sicuramente gli do più fastidio, ma è una lotta che ci motiva entrambi».