Rossi: "Nessun favoritismo da Yamaha"

Rossi: "Nessun favoritismo da Yamaha"
Alla vigilia del GP della Malesia, Valentino dice quanto sarebbe importante conquistare il secondo posto nel mondiale: “Più per una soddisfazione personale, non per diventare il numero uno all’interno del box: i giapponesi ci tratteranno comunque allo stesso modo” | G. Zamagni, Sepang
23 ottobre 2014

SEPANG – Come sempre, fa molto caldo a Sepang, ma a differenza del solito, alle 16 locali, l’ora della gara, oggi non ha piovuto, come invece era accaduto nei giorni precedenti. Il pericolo dell’acquazzone, qui all’equatore, è sempre molto elevato, ma al momento, giustamente, i piloti non se ne preoccupano più di tanto.
«Bisognerà essere pronti per domenica, indipendentemente dalle condizioni. A Phillip Island guidavo senza pressione, ma ho voluto provare una tattica diversa, spingendo fin dal primo giro: è andata male, ma era giusto provarci un quel momento, a campionato finito. Qui farò come sempre: l’obiettivo è tornare alla vittoria che ormai mi manca da Silverstone (4 GP fa, NDA)» è l’analisi di Marc Marquez, sorridente, ma forse meno pimpante del solito. Solo un’impressione? Probabilmente, ma è certo che le ultime prestazioni – 3 cadute in 4 gare – lo infastidiscono un pochino.
 

Di tutt’altro umore Valentino Rossi: dopo il convincente successo di Phillip Island, ecco Sepang, dove il campione della Yamaha è salito nove volte sul podio in 14 gare in MotoGP.

«Mi piace molto questa pista, è una delle mie favorite, anche se fisicamente è probabilmente la gara più difficile. Vengo qui dal 1999 (allora correva in 250, NDA), ma è sempre un’emozione guidare a Sepang, perché è tecnica, veloce, impegnativa» si esalta Rossi. Ma anche se la Yamaha è in grandissima crescita – quattro successi negli ultimi quattro GP – Valentino teme la competitività della Honda: «Nei test invernali, prima Marquez, poi Pedrosa ci avevano sfondato, non nel singolo giro, ma sul passo. Ma da allora la situazione è cambiata parecchio».


Su questa pista si prova tantissimo, più che in ogni altro circuito: domani, però, c’è da scommetterci, bisognerà penare per trovare l’assetto ideale.

«Le condizioni dell’asfalto, la quantità di grip che c’è ad ottobre è completamente differente rispetto a febbraio: nei test è più facile, si va più forte, per qualche ragione la pista è più veloce, mentre storicamente, nel fine settimana del GP, si fa più fatica. Quindi non è che metti la moto come febbraio e va tutto bene: anzi, magari ti innervosisci perché hai fatto sei giorni e non so quante migliaia di chilometri e devi cambiare tutto. Il nostro sport è questo: devi avere la moto a posto per quel momento lì. Magari tre ore dopo è tutto differente. Come assetto partiremo più dall’ultimo GP che da quello dei test».
 

Non penso quindi che chi arriva davanti quest’anno avrà un aiuto particolare nel 2015

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In ballo c’è il secondo posto nel mondiale: Rossi, però, nega che chi arriverà davanti tra lui e Lorenzo in classifica generale, sarà poi trattato meglio dalla Yamaha nel 2015.

«Io vedo che in Yamaha trattano allo stesso modo me e Lorenzo: nel 2014 hanno puntato anche su di me, mi hanno aiutato nonostante nel 2013 fossi stato più lento e non ero ancora all’altezza di Jorge. Non penso quindi che chi arriva davanti quest’anno avrà un aiuto particolare nel 2015. E’ più una cosa personale, una motivazione a fare bene nelle ultime due gare: io e Lorenzo abbiamo lo stesso numero di vittorie, quasi gli stessi podi, quasi gli stessi punti: è una bella sfida battere il compagno di squadra. Bisogna cercare di fare bene provare a vincere gli ultimi 2 GP, ma, contemporaneamente, bisogna arrivare davanti in classifica».

 

Da parte sua, Jorge Lorenzo appare piuttosto tranquillo, anche se quanto successo a Phillip Island, con la Bridgestone che nega qualsiasi tipo di problema alla gomma anteriore, un po’ lo infastidisce ancora. «Forse ho usato in inglese il termine sbagliato, non dovevo dire che la gomma era difettosa, ma qualcosa di strano è successo. Bridgestone dice che è colpa della messa a punto? Mah, la mia era al 99,9% uguale a quella di Valentino. Colpa del mio stile di guida? Mah, ho fatto più di 200 gare, con tante moto e gomme differenti e non ho mai avuto questi problemi. Anzi, il mio stile di guida è sempre stato definito come uno dei più dolci della MotoGP. Sta di fatto, che da metà gara in poi ho dovuto rallentare fino a due secondi al giro».

pernat