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SEPANG – Spunti, considerazioni, domande dopo le qualifiche del GP della Malesia.
Cosa ha detto Marc Marquez dopo aver conquistato il primato di pole positions (13) in una stagione?
«Ogni record rappresenta sempre una motivazione in più ed è la conferma che stai lavorando nel modo giusto, ma le prove contano fino a un certo punto: diciamo che non è un primato più speciale di altri. Piuttosto, sono molto contento - e sorpreso – del mio 1’59”791: non pensavo si potesse scendere sotto i due minuti in queste condizioni climatiche. Per quanto riguarda la gara, io e Pedrosa siamo i più costanti nel passo, ma Lorenzo non troppo lontano: in questo momento, però, il mio avversario principale sembra Dani. La caduta? Ho continuato a insistere con la gomma dura posteriore, ma non c’è stato verso e sono scivolato anche per quello, ma non solo. Con quella media, ho trovato un assetto migliore e adesso mi sento a posto per la gara».
Pedrosa ha veramente il passo per giocarsi la vittoria?
Sì, stando al cronologico delle FP4. Marquez: 2’01”620, 2’01”593, 2’01”548, 2’01”413. Pedrosa: 2’01”486, 2’01”634, 2’01”751, 2’01”740, 2’01”993, 2’01”700.
Qual è stato invece il passo di Lorenzo e Rossi nelle FP4?
Lorenzo: 2’01”688, 2’01”732, 2’01”730, 2’01”916. Rossi: 2’02”614, 2’02”700, 2’01”932, 2’02”182, 2’02”125, 2’02”130, 2’02”265, 2’02”169.
Lorenzo era soddisfatto dopo le qualifiche?
Molto. Lorenzo: «La Yamaha è competitiva, abbiamo migliorato in ogni settore, in frenata, percorrenza curva e accelerazione. Io mi sento a posto: la differenza si farà nella seconda parte della gara. Le Honda vanno meglio con le gomme nuove, ma noi con le usate siamo a posto (esattamente il contrario di quanto ha detto il compagno di squadra, NDA)».
Cosa ha detto Andrea Dovizioso dopo aver conquistato il quinto posto sullo schieramento?
Dovizioso: «Sono contento di quanto abbiamo fatto nelle FP4: ci siamo avvicinati come velocità e, soprattutto, come ritmo, lavorando bene con i controlli elettronici. Il podio non è ipotizzabile, al momento il mio passo è simile a quello di Rossi, ma temo che lui in gara possa andare più forte di me. In qualifica avrei potuto fare un po’ meglio: alla curva numero sei, ero più a terra che in piedi, ho perso decimi preziosi. Ma non fa una grande differenza».
Fa così caldo che si è al limite della “praticabilità”?
Risponde Valentino Rossi: «E’ caldissimo: si è al limite per i piloti, le gomme e i freni. Ma si può correre».
Cosa succede quando fa così caldo, come ci si prepara alla gara, quanti liquidi perdono i piloti in un GP così?
Risponde Michele Zasa, responsabile della Clinica Mobile: «Sicuramente sono condizioni estreme, ma ormai i piloti sono abituati a correre in ogni situazione, sono tutti atleti ben preparati: non è più come negli anni Settanta o Ottanta. In una giornata così si perdono un paio di chili: l’importante è idratarsi bene e, soprattutto, compensare con sali minerali dopo aver fatto lo sforzo. Quando fa molto caldo è più difficile concentrarsi, ma si riesce comunque a pilotare. I piloti più alti e grossi soffrono di più, ma molto dipende dalla reazione corporea di ciascun pilota».
E il casco si prepara in maniera speciale?
Risponde Maurizio Vitali, responsabile caschi AGV: «No, ormai i caschi sono ben ventilati. In passato, qualche pilota chiedeva dei fori sulla visiera per aumentare l’ingresso dell’aria, ma non si usa quasi più. Piuttosto si mette un “camel back” nella gobba della tuta, come si fa nel deserto: il pilota tiene la cannuccia in bocca per tutta la gara, durante la quale beve circa mezzo litro di acqua, che, naturalmente, si scalda. Ma rimane bevibile».