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Avrei voluto essere pilota, naturalmente, oppure bravo come Hemingway a romanzare le storie di vita e, di più, quelle inventate. Più di tutto, tuttavia, avrei voluto diventare come Nico Cereghini, bravo a guidare, a descrivere e ad accendere la fantasia dei lettori e, non bastasse, anche a disegnare. Mi sono accontentato di vivere e trasferire nei miei testi alcune delle mie passioni. La vela, ma soprattutto le moto da corsa del deserto. Mi sarebbe piaciuto anche sapere e raccontare di biliardo come Mordecai Richler, ma nisba, niente talento per la stecca. Comunque vi siete fatti un’idea delle mie muse. Ho continuato con le moto, poi con le auto, con le storie del deserto e della Dakar, con lo sport e con l’avventura, per sempre una delle cose più congeniali all’estro dell’uomo (insieme al talento nel cacciarsi nei guai), ed è diventata una storia personale sempre più appassionante. Un lavoro, anche, prima o dopo, o da qualche parte. Né vocazioni né “mission”: solo il desiderio di continuare così per altri cent’anni, sempre sulla portaerei della passione di Moto.it e Automoto.it, attraverso gli oceani sconfinati dello sport e del motorismo, degli uomini che fanno grandi entrambi
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