AER 2025. D10, Jacopo Cerutti stellare a Nouakchot, finale al photofinish? [VIDEO]

La Speciale più difficile del Rally esalta Jacopo Cerutti che, partito indietro, brucia tutti e finisce da solo. Vittoria di forza, l’ufficiale Aprilia annulla il ritardo ed è ora a 9 secondi soltanto da Botturi. Finale incandescente, ospite d’onore Stephane Peterhansel
10 gennaio 2025

Nouakchot, Mauritania, 10 Gennaio 2025. Dopo la tempesta di sabbia la tempesta agonistica sul terz’ultimo giorno di Africa Eco Race, scatenata da Jacopo Cerutti. L’ufficiale Aprilia, parzialmente guarito dal disturbo intestinale che l’ha bloccato due giorni fa, è ripartito per quella che era la sua ultima occasione per ristabilire le distanze. Sui 409 chilometri dell’ultima Speciale sahariana del Rally (473 chilometri in totale), Cerutti ha sfruttato a dovere l’ordine di partenza, lanciando la sua Tuareg 660 in un attacco furioso e costante, dal primo all’ultimo chilometro della Prova. La posta in gioco era alta, i rischi in una situazione agonistica simile molto elevati, soprattutto legati alla navigazione in alcuni passaggi del tracciato, nei fuori pista e per oltrepassare i cordoni di dune dell’ultima frazione full desert del Rally. Speciale difficilissima.

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Lo sconvolgimento della ottava tappa, con Cerutti parzialmente fuori gioco, ha favorito la prima vittoria di Francesco Montanari, Botturi aveva chiuso al decimo posto e Cerutti al tredicesimo. Botturi era primo nella generale, poco meno di 10 minuti di vantaggio sull’avversario ormai “storico”. Oggi sia Cerutti Che Botturi partivano indietro, il Pilota Aprila sei minuti dopo l’ufficiale Yamaha. A Cerutti, andare a prendere Botturi non sarebbe bastato. Ci voleva qualcosa di più. Ad aprire la pista sono Montanari, Ulevalseter, Borne e Menichini. Cerutti è all’inseguimento. A cento chilometri tre apripista sbagliano, Montanari retrocede, Ullevalseter si incarica del compito. Cerutti ha recuperato quasi quattro minuti a Botturi. Cinquanta chilometri più avanti, a tirare Botturi è il sorprendente e formidabile giapponese Fujiwara, il Gigante di Lumezzane non può rischiare, Cerutti insiste e entra nella polvere dell’avversario. È l’aggancio. Ma non basta. Al rifornimento del chilometro 202 il cronometro dice che Cerutti è primo, Botturi secondo a 6 minuti, Fujiwara terzo a 15.

Metà dell’opera è compiuta, ora Cerutti va alla caccia degli ultimi apripista e si incarica di concludere da solo. In progressione costante, e senza sbagliare una nota, Cerutti arriva al traguardo da solo. Inizia il conto-stillicidio. Botturi è secondo, ma a 9 minuti e 40 secondi. Il Pilota Yamaha conserva la leadership, ma Cerutti ha annullato il ritardo. Tra i due, dopo dieci giorni di gara, ci sono adesso soltanto 9 secondi! Terzo è il solito Guillaume Borne, Husqvarna, distante tuttavia quasi due ore e mezza. Dall’altare alla polvere, invece, Francesco Montanari, vincitore dell’ottava tappa e terzo nella generale alla vigilia, è rimasto fermo nel Deserto, con tutta probabilità dopo aver fulminato la frizione della sua Moto. La verità è che è stata forse la Speciale più difficile dell’intero Rally. Sabbia, cordoni di dune, navigazione. L’altra verità è che Africa Eco Race ha esaltato ancora lo spirito del Rally Africano nella trasposizione della corsa di Giovanni Gritti, uno di quelli che hanno capito da tempo cos’è correre verso Dakar. Gritti, quarto al traguardo alle spalle anche del Belga Mathieu Liebaert, ha salvato lungo la pista sia Cerutti che Botturi, quest’ultimo finito con la moto praticamente invisibile sotto la sabbia. Alla Dakar, quella che conserva solo il nome, cose del genere sono ormai un lontano ricordo. Tappa memorabile, e un ospite d’onore, Stephane Peterhansel, di nuovo con la sua Yamaha per gli ultimi giorni del Rally.

Siamo vicini all’epilogo. Meglio, siamo più vicini alla mèta. Più vicini a Dakar. La penultima tappa porta la carovana di Africa Eco Race in Senegal. Un lungo trasferimento fino al confine di Rosso, poi la Speciale in territorio senegalese, 82 chilometri sugli oltre 400 della penultima Tappa, infine il bivacco di Mpal, che a giudicare dalle edizioni recenti, è già atmosfera di festa. È una delle novità della 16ma edizione del Rally, una Speciale tracciata interamente nella savana Sahel. Vuol dire piste di terra rossa, veloci ma scivolose, molta vegetazione, centinaia di piste incrociate e navigazione a non finire, molto insidiosa. Su quegli 82 chilometri Botturi e Cerutti scateneranno l’inferno la battaglia decisiva. A meno che, per come i due assi ci hanno abituato giorno dopo giorno di un Rally mai così avvincente, non decidano di giocare il tutto per tutto, ovvero l’intera posta in palio, sugli ultimi, leggendari 22 chilometri fino al Lago Rosa. No, impossibile, l’ultima frazione sarà “solo” una passerella stracarica di emozioni!

© Immagini. Alessio Corradini, Africa Eco Race Media

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