AER 2025. D4, Botturi implacabile. Anche con la febbre! [VIDEO]

Il Gigante di Lumezzane torna al comando dopo l’ennesima tappa sofferta. Il duello con Cerutti esalta entrambi i fuoriclasse e ci regala un’Africa Eco Race stupenda. A una tappa dalla giornata di riposo, tuttavia, l’”indagine” è completamente in alto mare
3 gennaio 2025
Andrea Perfetti dal bivacco, nel sacco a pelo
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Laayoune, Marocco, 3 Gennaio 2025. 25 italiani. Ieri mattina 38 e mezzo. Stamattina trentasette e quattro. Temperatura e mal di gola vanno un po’ meglio, quindi tutto va verso il meglio. Solo un Campione inarrestabile e così orgogliosamente “attaccato” alla sua passione può vedere solo la parte mezzo piena del bicchiere. Il fuoriclasse del cuore è Alessandro Botturi, vincitore della 4a Tappa di Africa Eco Race edizione 2025 e di nuovo in testa alla classifica generale. Un’altra tappa e una Speciale sofferte, la consunzione della debilitazione in aggiunta alla fatica e all’impegno “normali” della Corsa. Ma Botturi è uno che non molla mai. Che, anzi, dalle situazioni più difficili sa spremere e distillare nuove e impensabili energie. Quasi con il piacere “perverso” di ritrovarsi dentro le disavventure per scoprirsi più forte delle contrarietà. Più forte per sé, per gli uomini che lavorano con lui e per lui, per gli obiettivi e per amore del Rally. Per la sua vita di Pilota e di Uomo.

Botturi Audio 2

L’esaltazione dell’impresa odierna di Botturi viene dal confronto stellare con Jacopo Cerutti, da quel duello che si è isolato in testa al Rally, che ha alzato enormemente il ritmo del confronto e che rende la classifica un’entità realmente provvisoria, incerta e astratta. Due a due. Due volte ha vinto Cerutti, due volte Botturi. Due volte al comando il Pilota ufficiale Aprilia e due volte l’ufficiale Yamaha. Adesso Botturi torna al comando della generale dopo 4 Tappe, al termine della frazione di poco più di 500 chilometri che portava a Laayoune, Sud Ovest marocchino affascinante e isolato. Un Deserto di pietre e lava alle spalle ed uno di sabbia, superlativamente affascinante come solo il Sahara può essere, davanti.

Cerutti ha cercato di scappare subito, Botturi si è lanciato a caccia dell’avversario immediatamente, e i due hanno inevitabilmente alzato il ritmo staccandosi rapidamente dal resto della carovana.

Ci vogliono quasi 200 dei 486 chilometri della Speciale perché Botturi possa agganciare Cerutti, poi i due volano a vista fino al traguardo, sempre a distanza ravvicinata. Cerutti continua ad aprire la pista, è un mago e l’ha dimostrato più volte, Botturi può finalmente tirare il fiato e controllare. Cerutti taglia fisicamente il traguardo prima di Botturi, ma i tre minuti di sfalsamento alla partenza premiano il bresciano. Botturi vince in 5 ore e 25 alla media di quasi 90 KM/H e un margine di 2 minuti e 50 secondi sull’avversario. Nuovo rovesciamento di fronte in testa alla generale, quindi. Botturi, Yamaha, è primo, Cerutti, Aprila, secondo a 1 minuto e 23 secondi. Rally completamente aperto, mai avvincente come quest’anno!

Andrea Perfetti taglia il traguardo della quarta tappa. È molto affaticato, più della durezza della Speciale di oggi è il residuo del “massacro” del giorno precedente che ancora pesa sulla sua corsa. Andrea arriva, saluta e si stende qualche minuto accanto alla sua Honda. Niente di meglio per rigenerare energie sufficienti a raggiungere il bivacco. Si chiama gestione delle risorse, un aspetto molto importante della “strategia” generale per venire a capo del complicatissimo rebus Rally-Raid, particolarmente difficile in questa edizione. Lo ha detto anche Alessandro Botturi parlando a nome di tutti e complimentandosi per i suoi compagni di viaggio. Andrea si rivela, di giorno in giorno, un Dakariano” autentico. Connessioni difficilissime, non si riesce a spedire il video sintesi della giornata. Andrea ci prova ancora, niente da fare. Allora, prima di chiudere le zip del sacco a pelo e della tenda, ci lascia il suo racconto in audio. Anche questo è mestiere d'Africa.

Alle spalle del duo di testa si sta sviluppando un altro interessante confronto, questa volta tra le bicilindriche che possiamo definire di supporto, come l’Aprilia di Francesco Montanari, e le “mono”, Moto specificamente sviluppate per il Rally-Raid. Man mano che il deserto si “liquefa” nelle sabbie del Sahara, le mono sono teoricamente avvantaggiate, ed ecco spuntare l’esperienza di Pal Anders Ullevalseter, KTM, già vincitore del Rally nel 2015 e 2016, oggi inseritosi al terzo posto della speciale e salito sul podio provvisorio del Rally alle spalle di Botturi e Cerutti. È un confronto che dobbiamo tuttavia considerare di contorno, perché è ambientato” ormai a oltre un’ora e mezza dalla vetta della corsa. Oltre Francesco Montanari, Aprilia, oggi si sono fatti vivi, anzi vivaci, l’under Marco Menichini, Aprilia, Giovanni Gritti, Honda, Filippo Petri, Kove, e nella prima parte della giornata Franco Guerrini, Husqvarna, poi affondato da un paio di sviste. Nella generale provvisoria Ullevalseter ha passato Borne per il terzo posto, e Montanari regola Menichini. Joan Pedrero è un vero e proprio simbolo… monumentale: sfida nella sfida è nono con la H-D Pan America di serie. Pedane del passeggero comprese, come abbiamo visto.

Un miraggio. In un’edizione che, parola di Botturi e Cerutti, si sta rivelando tra le più dure e difficili di sempre, Africa Eco Race si avvia verso la quinta Tappa, ultima frazione marocchina, con destinazione Dakhla. È là, in quella suggestiva striscia di terra che galleggia sull’Atlantico, che la carovana del Rally potrà concedersi all’unica, sempre più bramata giornata di riposo. Un ultimo sforzo, sicuramente notevole: 633 chilometri dii dune e piste veloci, 435 dei quali di Prova Speciale. No, no è un miraggio, bensì una sospirata e possibile, quanto mai meritata realtà.

© Immagini. Alessio Corradini, Africa Eco Race Media

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