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Tagounite, Marocco, 1° Gennaio 2025. 25 italiani. La seconda tappa di Africa Eco race riporta un po’ di equilibrio nello sviluppo della corsa. Dopo la sciroppata di quasi 800 chilometri per mettersi alle spalle le zone più popolate del Marocco, è la volta di una Tappa sensibilmente più corta, quasi interamente di prova speciale. 350 chilometri fino al bivacco di Tagounite, e 313 di Speciale.
Come era prevedibile ha vinto Alessandro Botturi che, partito 3 minuti dopo l’apripista Jacopo Cerutti ha ripreso l’avversario-amico e, procedendo di conserva, è andato ad aggiudicarsi la prima vittoria parziale di questa edizione. È il giochino del trenino, o del “bilancino”. Aprire la pista, come ha fatto Cerutti per quasi tutto il giorno, costa sempre molto caro, e domani toccherà a Botturi la stessa “tassa”. Primo Botturi, Yamaha T700, che passa al comando con un vantaggio di meno di 2 minuti, secondo Cerutti, Aprilia Tuareg 660. Corsa già a sé stante. Terzo l’ottimo Francesco Montanari, Aprilia, che sta entrando perfettamente ed efficacemente in sintonia con il suo ruolo, quarto il primo dei “mono”, il francese Guillaume Borne, Husqvarna, quinto l’under 25 Marco Menichini, Aprilia, e sesto Matteo Bottino, con la debuttante Kove bicilindrica. Subito dietro il “marcantonio” Joan Pedrero, con la poderosa Harley-Davidson Pan America.
È in bel bouquet di concorrenti e di moto di testa, dal quale esce, sfortunatamente, Pol Tarres. Il catalano è caduto rovinosamente attorno al chilometro 140 su un tratto veloce con quei micidiali, e a volte invisibili e incontrollabili, avvallamenti dei plateau e dei deserti duri, sassosi. È uno dei casi “tipo” nei quali la velocità annulla del tutto la prudenza e chiama al pedaggio. Tarres ha praticamente distrutto la Yamaha ed è stato evacuato in elicottero. Pare che stia bene, ma la botta alla testa esige un controllo accurato e c’è anche il sospetto della frattura della clavicola sinistra. Purtroppo, uno dei candidati alla vittoria finale è out.
Molto bene il nostro Andrea Perfetti, che si sedimenta nei 30 grazie ad una gara, invece, molto controllata e attenta, nonostante il tentativo di un SSV di travolgerlo. Il 27° posto nella generale all’uscita della seconda tappa, classifica che deve essere imperativamente ignorata, è molto promettente, non tanto per il risultato finale, che può venire da sé, quando per la qualità della corsa del “rappresentante” di tutti noi. Bravo Andrea! Siamo ancora in Marocco, terreni duri, sassi, molta navigazione su piste quasi teoriche, altri “esami”, prima di tutti quelli della sabbia, delle dune, devono ancora venire, ma quello superato da Andrea è un test importantissimo.
Quasi un terzo dei partenti in Moto di Africa Eco Race 2025 è italiano. Battuti anche i francesi, che di solito la fanno da padroni. Ma chi sono i componenti della nostra Squadra? Eccoli: Jacopo Cerutti, Alessandro Botturi, Marco Menichini, Filippo Pietri, Matteo Bottino, Francesco Puocci, Francesco Catanese, Jarno D’orsogna, Francesco Montanari, Christian Punginelli, Paolo Filippini, Stefano Bilato, Diego Marchesini, Alessandro Rigoni, Daniele Livi, Gianpietro Dal Ben, Gianni Moretto, Claudio Fiorini, Andrea Perfetti, Mirco Bettini, Ivan Besenzoni, Massimiliano Guerrini, Carmelo Palmer, Pierpaolo Vivaldi, Giovanni Gritti.
36 sono, invece, i partecipanti al Raid. Strade più facili, niente piste infernali, ma giornate altrettanto lunghe, e le meraviglie di tre Paesi, Marocco, Mauritania e Senegal e del Sahara dell’Ovest Africano a disposizione. Tra questi Pietro Bartolomei e Piero Picchi, mitico presidente del sodalizio maremmano (si dovrebbe dire MaremmaDakar, protagonista dell’incredibile Avventura di TesoroBus, il pullman che visse due volte, durante l’edizione autunnale di Africa Eco Race, Ottobre 2022. In comune con i partecipanti al Rally, i protagonisti del Raid condividono i bivacchi, e questo ha un gran senso, soprattutto in considerazione del fatto che il bivacco di Africa Eco Race è, contrariamente a quello della Dakar, “aperto”, accessibile, libero.
Ancora e sempre verso Sud. È la regola geografica del Rally mai fine a sé stesso che deve guadagnare strada per arrivare a Dakar. La terza tappa torna verso l’Atlantico, verso Tan Tan e porta all’oasi di Touizgui, 550 chilometri in totale, 100 meno di prova speciale. Si passa accanto al famoso erg di Cheggaga. Ancora piste dure e veloci, ma anche di sabbia.
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© Immagini. Alessio Corradini, Aprilia Racing, Yamaha Media, KTM, Red Bull Content Pool, Ford, Africa Eco Race Media