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Bergamo-Pisa-Dakar, 10 Ottobre. 15 anni! Da brividi. Quando mancano appena 5 giorni possiamo dirvi che siamo finalmente pronti, che la missione dell’anima lanciata mesi fa è ormai in corso. 15 anni. Torneremo in Africa accompagnati da Africa Eco Race, edizione 2022, la 14ma della serie. Accompagnati e in perfetta compagnia. Sono passati 15 anni da quando siamo stati per l’ultima volta in Africa, anche quella volta con una destinazione imperativa: Dakar. Sì, era ora di tornare alle origini, alla verità… a Dakar!
La Parigi-Dakar è nata in Africa. Thierry Sabine l’ha sentito in quei giorni terribili, perso nel Ténéré, e promesso quando Jean-Michel Sinet lo avvistò dal suo aereo tra Dirkou e Madama e lo restituì alla vita. Al ritorno a casa fu una spinta fortissima da dentro, irresistibile, ad aiutarlo a realizzare la madre dei Rally-Raid. Esplorazione, corsa, soprattutto avventura. Non sarebbe stato un evento inedito se non era Africa. C’erano state le folli Cannonball americane, le Parigi-Pechino, le grandi Carrera sudamericane. Ma la promessa fatta nel Deserto era quella dell’avventura, e quell’Avventura poteva esistere, nei termini mai visti e immaginati prima, solo in Africa. Thierry Sabine unì con un grande arco di matita Parigi e… Dakar. In mezzo, lungo quell’arco, c’era solo una cosa certa: l’ignoto!
All’ufficio di Sabine, tra i primi a presentarsi, non per chiedere informazioni ma per garantirsi un posto alla partenza, gente come Hubert Auriol o Cyril Neveu, Fenouil o René Metge, Martine de Cortanze o i fratelli Claude e Bernard Marreau, Cesare Giraudo e Fernando Cavalleri, la prima Campagnola al traguardo. Insomma, perfetti sconosciuti e VIP in una lunga serie disomogenea di scappati di casa e snob. Per tutti era scattata la molla di quel qualcosa che solo più avanti, oltre quel 26 dicembre 1978, si sarebbe saputo cos’era davvero.
La Dakar è sopravvissuta al suo inventore, ha ritrovato nuovi spazi e nuovi ambienti geografici e agonistici, si è evoluta ed è rimasta grande. Ha trovato le belle atmosfere sudamericane, i bei deserti sauditi. Ma alla Dakar manca, dal 2008, il fascino e il potente respiro della sua Terra d’origine.
L’anima è rimasta in Africa e ha alimentato il progetto di reincarnazione delle origini del Rally-Raid. Vi hanno lavorato Jean-Louis Schlesser, Hubert Auriol, René Metge, riuniti nella costellazione luminosissima di tre uomini che hanno amato, insegnato, radicato l’esperienza e che, nel 2009, hanno lanciato la prima edizione Africa Eco Race. Oggi, quando la 14ma edizione è al via, l’onore di magia della tradizione, sofferta e combattuta in nome dello spirito dell’origine, è sulle spalle e nell’anima di J-L Schlesser, di suo figlio Anthony e di René Metge, e del piccolo gruppo di gladiatori che si sono votati alla missione e agli “ordini” del Generale. Il concetto guida è semplice: dare a tutti la possibilità di respirare un'altra aria.
A Mr. Franco e a me vengono i brividi. Dopo tanti anni finalmente torneremo in Africa, rotta a Sud attraverso Marocco e Mauritania per arrivare in Senegal, a Dakar, sulle rive del Lago Rosa. Gli stessi brividi, e non sa ancora di cosa si tratta, che già affiorano sulla pelle del nostro super Andrea Perfetti, che vivrà direttamente e da protagonista una parte dell’esperienza di Africa Eco Race in sella ad una Yamaha Ténéré 700. La nostra Toyota giallo-Acerbis è pronta, sempre tagliandata, la leggendaria Michelin n°153 sul cruscotto, magari solo per scaramanzia dominante sulla moderna strumentazione GPS. Orizzonti azzurri e sabbia, musica nell’aria, quella solitudine che lava la superficie e tira fuori la sostanza. Il profumo e la forza dell’Atlantico saranno la nostra forza sulle piste di Africa Eco Race.
Cercheremo di raccontarvelo con i Piloti, con gli Organizzatori, con quella gente che trovi per strada o sulle piste. Da Monte Carlo a Dakar, dal 15 Ottobre al 30, è Africa Eco Race.
© Immagini Africa Eco Race – Alessio Corradini