Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Brescia, Museo 1000Miglia, 13 Luglio. Jean-Louis Schlesser, classe 1948, è arrivato da Monaco in Moto. “Anche se si ha qualche chilometro sulle spalle - dice il fuoriclasse da due Mondiali SportCar e due Dakar – L’importante è che il cuore e lo spirito continuino a spingere allo stesso modo, infaticabili, eccitati dall’Avventura!” Insieme a lui il figlio Anthony, altra Moto, molti meno anni, stesso corredo cromosomico di garanzia che risale a Jo Schlesser, Pilota di Formula 1. Padre e figlio si sono sciroppati una passeggiata di 500 chilometri per venire a raccontare all’Italia la 14ma edizione di Africa Eco Race.
A Brescia, nel complesso del Museo 1000Miglia e ospiti dell'U.S. Leonessa d’Italia, la più antica e che ha il suo martedì di riunione proprio qui, si è riunito un piccolo popolo di indomabili appassionati d’Africa. L’occasione è rappresentata dalla presentazione italiana ufficiale della 14ma edizione dell’Africa Eco Race, che andrà in scena dal 15 al 30 Ottobre prossimo. Finalmente. È stato un lungo purgatorio di pandemia che ha costretto gli organizzatori a cancellare l’edizione 2021 e a spostare la data di Africa Eco Race 2022. Inizialmente doveva essere il mese di Marzo, ma le frontiere africane erano chiuse. Poi in Africa diventa caldo, troppo caldo, così J-L ha deciso per il mese d’Ottobre.
È la prima volta che Africa Eco Race non andrà in sovrapposizione con la Dakar, ed ecco che, all’improvviso, proprio in quel mese, oltre al Marocco già in calendario, è stato spostato anche l’Andalusia. L’impressione è che si cominci a giocare pesante, e di solito entrare a gamba tesa vuol dire nervosismo e fallacci inutili. Vedremo. Africa Eco Race va avanti. Ha le sue carte da giocare. Importanti.
Una di queste è l’apertura alle Bicilindriche, del cui trend di favore si è parlato ampiamente, proprio al riguardo di Africa Eco Race. Sembra quasi che Schlesser ci abbia ascoltato. In realtà la sua è la reazione tempestiva e logica al corso delle cose. Così è stato perfezionato il Regolamento, Catégorie 6: +650cc Bicylindre, e oggi sa che si può andare in concessionaria, acquistare una due cilindri Aprilia, BMW, Benelli, Ducati, Honda, Husqvarna, KTM, Lucky Explorer, Yamaha (mi fermo qui, dai) e schierarsi al via del Rally irriducibilmente Africano. C’è un problema, naturalmente, l’imperativo della sicurezza. Che poi è il motivo per cui, un certo giorno della Storia, i bicilindrici sono stati banditi, condannati all’estinzione. I tempi, tuttavia, sono cambiati, e con essi sono arrivate nuove possibilità di rivivere la leggenda. Così il problema ha una soluzione. Semplice, uguale per tutti, geniale. Ve la diremo più avanti, Regolamento alla mano. Intanto c’è la garanzia dell’apertura e della soluzione.
La risposta alla… risposta è nella partecipazione di Alessandro Botturi, e di Yamaha, che ha abbandonato la scena della Dakar. Il Detentore, quest’anno, correrà con la nuova Yamaha 700 del Ténéré World Raid Team insieme all’ormai inseparabile funambolo spagnolo Pol Tarres. C’è interesse vivo da parte di altre Case, c’è da ricordare che le bicilindriche sono oggi il trend commerciale più interessante, ma il momento non è facile, altri problemi ben più generali affliggono i produttori, e i tempi sono stretti. Ma la tavola ritonda è aperta in permanenza. Si discute sviluppando il progetto, date e schieramenti verranno da sé.
La formula di Africa Eco Race ruota attorno a pochi concetti di base da sempre sostenuti e difesi. Uno di questi è l’Africa delle origini, della Corsa sulle tracce di Thierry Sabine. Un altro è quello spirito di familiarità e di convivialità che c’è stato alle origini e che si è andato perdendo nella rarefazione della Corsa. Un altro ancora è la riunione dello spirito Racing con l’attitudine Avventura, di viaggio, di esperienza, di contesto. Chi è stato all’Africa Eco Race lo spiega per esempi, in fondo è difficile dipingere un’atmosfera. Però lo garantisce e, se ci pensa, gli si illuminano gli occhi tra il commosso e l’entusiasta. C’è difesa e riconoscimento dei valori delle origini, una tendenza forte verso l’autenticità dei rapporti, che diventano calore dell’anima al bivacco e solidarietà in pista.
Saranno 12 Tappe, dal 18 al 30 di Ottobre. Per Moto, Quad, Auto, SSV, Camion. Giornata di riposo a Dakhla, il 23. Prima, le verifiche in Costa Azzurra, a Mentone, e la partenza da Montecarlo, poi l’imbarco a Sete (come ai vecchi tempi!) e la traversata alla volta di Nador, Marocco. La prima Speciale sarà corta e facile, giusto per sgranchirsi gambe e cervello, ma dall’indomani si inizia con il ritmo africano più noto. 6.000 chilometri in totale, di questi ben 4.200 di prove speciali, 1.900 prima della giornata di riposo, 2.300 dopo, nella settimana conclusiva. Per facilitare le cose, nello spirito di Africa Eco Race c’è anche il desiderio di portare il maggior numero possibile di concorrenti fino al lago Rosa, due tappe ad anello e un “tenore” medio di difficoltà accettabile. A complicarle, per esempio l’annunciata tappa di 500 chilometri tutti in fuori pista!
La popolazione di Africa Eco Race sta aumentando. Già alla chiusura della prima tranche è ben più numerosa rispetto all’ultima edizione disputata. I conti, comunque, a fine agosto, quando chiuderanno le iscrizioni!
Al vernissage italiano anche Mr. Franco, naturalmente, ospite e amico di Jean-Louis Schlesser. Saluti e abbracci, poi, microfono in mano, gli è stato chiesto se andremo a seguire Africa Eco Race. Si è toccato un nervo scoperto, e Franco Acerbis non ha avuto esitazioni. Yes! In realtà al momento i contro sono ancora prevalenti sui pro. Voi cosa dite: andiamo?
© Immagini Africa Eco Race - Alessio Corrdini - PB