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Tangeri, poi Tarda, Marocco, 31 Dicembre 2024. L’ultimo ad iscriversi è Joan Pedrero. Last minute, solti problemi di budget, organizzazione, logistica, ma il gigante catalano non poteva rinunciare, dopo il successo dell’impresa dello scorso anno, a schierare l’incrociatore americano Harley-Davidson Pan America alla 16ma edizione di Africa Eco Race. E così fanno esattamente 78 concorrenti alla partenza. 25 sono italiani, che superano per numero di partenti i francesi, 22, il che la dice lunghissima sul livello di attenzione che il nostro Paese ha rivolto alla Maratona africana di Jean-Louis e Anthony Schlesser, padre e figlio con un solo obiettivo: portare la carovana alla spiaggia del Lago Rosa, Dakar, nel rispetto dell’Avventura delle origini!
Non solo, 20 Moto sono bicilindriche. Un quarto del totale. E questa è una grande notizia! Anche questo è un segno. Di visione e lungimiranza. Le grandi e potenti Moto dell’ultima generazione evocano a voce sempre più alta la storia del Rally-Raid, e trovano nella configurazione di Africa Eco Race una bellissima e inedita realtà, ormai non più solo quella piattaforma di lancio delle due scorse edizioni. Il Campione in carica, del resto, è Jacopo Cerutti che, presentatosi lo scorso anno al via con una Moto, l’Aprilia Tuareg 660, lo sviluppo ed il Team, GCorse dei fratelli Guareschi e un obiettivo, un “Package” del tutto nuovo e inedito, ha regolato la concorrenza vincendo al primo colpo.
Ecco che la formazione Yamaha urla “vendetta” (mai parola è meno appropriata nel clima conviviale di Africa Eco Race) e chiama Alessandro Botturi e Pol Tarres a “regolare il conto”. Il Gigante di Lumezzane, già vincitore in Africa, e il colosso spagnolo, all’attivo un eloquente successo in Turchia, hanno ulteriormente contribuito a sviluppare la Ténéré 700 nella versione Rally Adventure, ma Aprilia e i Guareschi non sono stati a rivivere sul giornale la gloria conquistata. Ma non è una partita a due, l’Africa non lo è mai, almeno a priori. Oltre a Yamaha e Aprilia quest’anno è arrivata una Triumph, una Kove, 2 Suzuki, e 3 sono le KTM.
2 giorni nell’area di Bordighera, Vallecrosia e Monterosso, sublime e opportuna primavera ligure per le verifiche tecniche e amministrative, poi la spettacolare cerimonia di partenza ufficiale dell’evento a Monte Carlo. Ma l’inizio… non è finito. Trasferimento a Marsiglia e imbarco della carovana. Pochissime ore di sonno e una valanga di burocrazia, e l’impazienza che monta e avvolge. Finalmente, dopo due notti in mezzo al Mediterraneo, la Girolata approda in banchina e consegna il convoglio del Rally all’Africa, a Tangeri. Lì, è una bella novità, le operazioni sono più leste.
È l’ultimo giorno dell’anno. Si inizia. Il programma è ancora intensissimo. 755 chilometri per affondare nel centro del Marocco e raggiungere il primo bivacco, a Tarda. In mezzo, lungo le piste atlantiche, l’unica, prima, piccola prova speciale, appena 47 chilometri. I francesi dicono “mise en jambes”, noi traduciamo “riscaldamento”. Ma con la prima stanchezza e lo sfinimento della marcia di avvicinamento, state sicuri, sono già tutti nel vivo.
47 chilometri. Non certo il test “definitivo”. A vincere è comunque Jacopo Cerutti, Aprilia che, partito per primo, ha aperto la pista per tutta la Speciale. Alessandro Botturi è secondo a meno di un minuto, Pol Tarres terzo a meno di due. Le parti si sono invertite, il francese Guillaume Borne, Husqvarna, è quarto con la prima delle monocilindriche, Pal Anders Ullevalseter, il mito norvegese già vincitore di Africa Eco Race, è quinto davanti alla prima “mono” italiana, la Kove di Filippo Pietri. Andrea Perfetti, top 30, è... perfetto. Non dobbiamo dimenticare che è in corsa soprattutto in qualità di "testimone"!
Come abbiamo detto, tutto conta ancora poco, assai più importante è il fatto che la carovana si ferma al primo Bivacco, Tarda, dove festeggerà l’arrivo del nuovo anno. Poi via di nuovo, il 1 Gennaio la Speciale è già più seria, 357 chilometri alla volta di Tagounite. Il Rally si prepara ad affondare i suoi denti nel profondo deserto Marocchino.
© Immagini. Alessio Corradini, Aprilia Racing, Yamaha Media, KTM, Red Bull Content Pool, Ford, Afìrica Eco Race Media