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Chami, Mauritania, 24 Ottobre. È un nulla di fatto che viene neanche tanto male. La carovana ha lasciato Dakhla nottetempo. Chi ha potuto ha caricato la propria moto o quad sul camion dell’assistenza, un privilegio dell’ultimo minuto, chi viaggia in regime di Malle Motul si è sciroppato i 400 chilometri fino alla frontiera, e oltre. Il trasferimento per raggiungere il confine tra Marocco e Mauritania è lungo e freddo, ma serve per passare dall’altra parte e, 50 KM più a Sud, entrare nella sesta Speciale del Rally. La destinazione è Chami, un punto a Sud-Est di Nouhadibou nell’entroterra desertico. 200 chilometri contro il cronometro, inediti, in parte sulle piste lungo la mitica ferrovia che porta all’Oceano, in parte su un percorso prevalentemente in fuoripista. Non c’è niente nel deserto fino a Chami, non un solo punto di riferimento che non sia… elettronico, un punto GPS. C’è nebbia al mattino, lungo la costa Atlantica, così Jean Louis Schlesser ha pensato di inviare la sera prima gli elicotteri della direzione di Gara e della Sicurezza.
Succede l’imprevisto. Se per i Piloti il passaggio della frontiera è quasi un lampo, grazie alla predisposizione operata dal figlio di Jean Louis, Anthony Schlesser, il risultato non è altrettanto spedito per le formalità aeree. Il tempo passa, gli elicotteri non si alzano. I Piloti raggiungono la partenza della Speciale e si stendono all’ombra sotto le tende predisposte per l’attesa.
La temperatura sale, quella sì decolla, il tempo rischia di trasformarsi in tortura. Prima che il termometro intimidisca anche i più avvezzi, Schlesser decide di annullare la Speciale e di inviare tutta la carovana al bivacco via l’asfalto del trasferimento. Sono altri duecento chilometri per un nulla di fatto agonistico. Di fatto, tuttavia, il Rally-Raid in linea offre sempre la sua interpretazione sportiva della giornata, comunque questa venga impiegata. Il fatto positivo è che la classifica non si muove, ma i giorni di gara scendono di una unità. In questo modo non solo Gerini conserva la leadership per un giorno di più, ma deve affrontare uno schema di strategia sulle 4 tappe successive, senz’altro più favorevole della soluzione… dispari. Naturalmente questo è solo uno degli aspetti tattici di un Rally-Raid difficile come Africa Eco Race.
Concorrenti e Assistenze scendono lungo il corridoio d’asfalto che porta a Chami. Il bivacco è torrido e l’ombra delle tende è un miraggio che si sogna da lontano, e che finalmente materializza una realtà niente affatto male. Il cambiamento, dal Marocco alla Mauritania, è drastico. Improvvisamente cambia tutto, è il Paese delle Sabbie che dà il benvenuto alla Carovana del Rally. Sabbia dappertutto, persino trasportata dal vento sul nastro d’asfalto nero che taglia il Deserto abbagliante. Tutto diventa improvvisamente sabbia. Sabbia a perdita d’occhio. In questa zona l’orizzonte è assolutamente piatto. Più avanti il paesaggio si farà più rugoso, mosso, ondulato. Sarà ancora sabbia, dune, barcane, cordoni, passi tra i cordoni. Un inferno fantastico e unico per gli appassionati d’Africa. Un inferno difficile da conquistare, per il paradiso di Africa Eco Race.
Relax. Il bello del bivacco in Mauritania, un Paese completamente diverso da quello appena lasciato. È quel senso di pace assoluta che arriva insieme al tramonto. Domani si riparte, destinazione Akjoujt, ancora più dentro nel Deserto!
© Immagini Africa Eco Race – Alessio Corradini