Africa Eco Race 22. D7. Mano vincente di Svitko a Akjoujt! [GALLERY e VIDEO]

Probabilmente la Tappa più complicata e impegnativa. Fuoripista e dune, “molli”, navigazione. I battistrada si perdono, Stefan Svitko ritrova la strada per primo, Gerini cede il passo nonostante un’azione magistrale tra le dune. Salvato Ciabatti
25 ottobre 2022

Akjoujt, Mauritania, 25 Ottobre. Il Rally riprende dopo la sospensione della 6a Tappa, e manda in scena una delle tappe probabilmente più difficili del suo programma. Tutto annunciato, tuttavia, nessuna brutta sorpresa. Nel menù, come dicono i francesi, gran parte del percorso su tracciati in fuoripista e, dopo il rifornimento di metà Speciale, un “blocco” centrale di una settantina di chilometri di dune. Ha piovuto molto, recentemente, però fa molto caldo, e il risultato è che il beneficio sperato è svanito per lasciare il posto ai passaggi più tradizionalmente impegnativi, sul serio.

Jean Louis Schlesser l’aveva annunciato con dovizia di particolari, apparsi al momento del briefing terrificanti, nonostante il benvenuto del ministro del Turismo della Repubblica di Mauritania in visita al bivacco di Chami, il quale si prodigato nel dipingere a toni pestello il suo Paese.

La Speciale porta a Akjoujt dopo aver lasciato Chami, e si inoltra all’interno del Sahara. 470 chilometri di sofferenza annunciata e con la sorpresa del giorno. Stefan Svitko, KTM, gioca la sua carta più forte e vince la tappa, distanziando l’ormai ex leader Maurizio Gerini, per parte sua non nella giornata più fortunata. Le dinamiche della Speciale virano ben presto a favore del Pilota slovacco, e l’Italiano non può far altro, alla fine, che cercare di limitare i danni. Gerini lo ammette sinceramente: “Ai Rally-Raid arrivi con due sacchi. Un giorno le dai e un giorno le prendi. Oggi le ho prese di santa ragione. Svitko è stato più veloce!”

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Non è stata, tuttavia, una sconfitta senza onore. Nella prima parte non solo Gerini, ma anche Svitko e Flick, che apriva la pista avendo vinto la speciale di due giorni fa, si sono persi uscendo dalla pista indicata dal Road Book. Flick è rimasto indietro, Gerini e Svitko hanno scelto strategie diverse. Gerini,  che si è accorto prima di tutti dell’errore, ha rinunciato a seguire Svitko ed è tornato sui suoi passi alle ricerca della nota giusta, mentre il suo avversario ha deciso di giocare il jolly ed è andato alla ricerca, d’istinto a quel punto, del taglio che lo riportasse sulla direzione giusta. Entrambi hanno avuto ragione della propria scelta, ma Svitko ha potuto contare sul vantaggio offertogli dal rientro di Gerini.

Non era finita e, dopo il rifornimento, Gerini ha dato fondo alla sua bravura ed è riuscito a riprendere l’avversario sul lungo tratto di cordoni di dune. Nel finale della tappa, su piste decisamente veloci, nuovo rovesciamento di fronte. Svitko vola via e si riprende il vantaggio, questa volta offertogli da una moto ufficiale che, probabilmente, ne ha di più. Beninsteso, questa è una circostanza, non una giustificazione o una recriminazione. Ricordate la premessa chiarificatrice dell’onesto e sportivissimo Gerini. Gerini perde così sei minuti e mezzo e la leadership di Africa Eco Race. Ora è secondo a 3 minuti e tre quarti da Stefan Svitko, nuovo leader. L’operazione dell’italiano non è impossibile, ma niente affatto facile.

La dimensione dell’impegno richiesto dalla settima Tappa di Africa Eco Race ci è offerta dalle performance di Xavier Flick e Alessandro Botturi (e Pol Tarres). Il francese, vincitore dell’ultima tappa in Marocco, ha pagato pesantemente l’errore di navigazione e ha tagliato il traguardo quasi 40 dopo i velocissimi battistrada, dietro anche al norvegese Pal Anders Ullevalseter, e questo è il certificato di difficoltà di navigazione del Rally to Dakar. Il Gigante di Lumezzane, e il suo alter ego spagnolo, invece, sono arrivati a destinazione oltre un’ora dopo i vincitori. La Yamaha Ténéré 700 in prova si è dimostrata all’altezza delle peggiori sabbie della Mauritania, al prezzo, tuttavia, di un impegno di guida notevole. Che poi qui si tratta di validare lo sviluppo della Moto, e in questo senso la giornata può essere considerata positiva (termine che definisce uno stato d’animo effettivamente soddisfacente per un Pilota di medio livello, però alla tipica ammissione a bocca storta di un Campione). Avanti, c’è ancora tempo dimostrare.

Ancora una tappa stupefacente per la Principessa di Africa Eco Race, Francesca Gasperi, nonostante le raccomandazioni del collega di casa che la sollecita quotidianamente, e senza mezzi termini, ad andare piano. Magistrale, pare, tra le dune, Francesca è 15ma al traguardo di Akjoujt, e si pone in una posizione di spartiacque tra i migliori italiani, oggi ancora Guerrini, Belluschi e Di Benedetto, e il resto della truppa, dignitosa e capace di riconoscere elegantemente la bravura della ragazza. Purtroppo ultimo Alessandro Madonna, che corre con una affascinante Ténéré replica delle regine d’Africa dei tempi d’oro e che da due giorni combatte con una fastidiosa congiuntivite provocata dall’uso di lenti a contatto.

Ottava Tappa, ancora un impegno notevole, e non c’era che da aspettarselo. La fortuna si prende cura, invece, delle assistenze. La Speciale, infatti, tracciata nel Deserto attorno a Akjoujt, è un anello di 447 chilometri, partenza e arrivo al bivacco. Camion e furgoni, invece, se ne stanno al bivacco. Jean Louis Schlesser si raccomanda: “Be careful!”

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