Africa Eco Race 22. Dakar. Vince Svitko KTM, Stravince l’Africa [GALLERY e VIDEO]

Il Rally To Dakar si conclude con il GP del Lago Rosa. È ancora Svitko, ma con un lungo brivido. Lo Slovacco ha dominato (ma solo dopo l’errore dell’italiano) su un Gerini “rivoluzionario”. Terzo Flick. 10 Italiani all’arrivo, 15ma la Principessa
31 ottobre 2022

Dakar, Senegal, 30 Ottobre. Voi umani non potete immaginare. Nessuno può immaginare cosa significhi passare sotto lo striscione d’arrivo di un Rally-Raid al Lago Rosa. Forse solo Thierry Sabine l’ha immaginato, ma l’inventore della Dakar era un visionario la cui creatività era allo stato dell’arte, quindi troppo avanti per noi… umani. Il Lago Rosa è magia e può essere maledizione, e in ogni caso tutti quelli che vi arrivano in volata scendendo dalla spiaggia di Ndiokhob lo sentono. Sentono che c’è qualcosa di forte e di dedicato, cioè inscindibile dalla passione per queste Corse, per questa Avventura. Sono quei 15 ultimi chilometri lanciati giù fino al lago Rosa, in apnea e con il motore imballato, catapultati in avanti dal nastro di bagnasciuga compatto o inchiodati da un’onda atlantica assassina che ti affonda nella sabbia. E quando giri a sinistra verso la vegetazione, la attraversi e vedi le acque e le saline del Lago l’esplosione delle emozioni è totale.

Per questo, anche per questo, Jean Luis Schlesser, l’autore di un Rally che lascia il segno, ha deciso che il Lago Rosa deve essere e rimanere una cosa a sé, e quindi ha inventato il Gran Premio del Lago Rosa. Fuori dalla classifica di Africa Eco Race, dentro il sogno totale che si avvera. Già la partenza in linea è un tuffo al cuore  poi, gli 8 minuti e mezzo che racchiudono l’essenza dell’arrivo e del… patema d’animo. Già la partenza in linea è un tuffo al cuore  Al via bene Svitko, evidentemente favorevole ad autografare il Rally che ha vinto ieri, un po’ meno bene Gerini, troppo all’interno nella sabbia più molle. A un certo punto il brivido. Lo slovacco ha voluto esagerare allargando verso l’Oceano alla ricerca del terreno più consistente del bagnasciuga, proprio nel momento dell’arrivo di un’onda più lunga. Gerini ha visto sparire in una nuvola di spuma l’avversario e si è chiesto se… Pensiero inutile, Svitko è riapparso, non si sa come, dalla nuvola d’acqua ed è volato via. Ha vinto Svitko, secondo Flick, terzo Wallace. Quindi Gerini e Botturi, per l’ultimo confronto italiano nel GP del Lago Rosa.

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Poi il podio. Sulla spianata del Lago la celebrazione del risultato di Africa Eco Race. Ha vinto Stefan Svitko, KTM, con quattro successi di tappa più il “power stage” Lac Rose. Sono 5 successi inequivocabili, una specie di grande slam del Deserto, ottenuto vincendo nelle condizioni più disparate e, naturalmente, estreme. Che Svitko fosse forte non era mai stato messo in dubbio, né alla vigilia di Africa Eco Race né… ancora prima. Lo slovacco, infatti, è da sempre considerato il più veloce dei privati, e il fatto che corra con un Team di famiglia e di casa sua non deve trarre in inganno. Nei piani di Stefan tutto, dalla preparazione alle scelte tecniche, dai programmi ai… risultati, riflette una linea di obiettivi mai negoziabili. Quindi non è senno di poi ma consapevolezza. Quel che “non torna”, semmai, è che fino a metà Rally, fino alla giornata di riposo di Dakhla e dopo 5 Tappe e altrettante Speciali, in testa ad Africa Eco Race c’era Maurizio Gerini, Husqvarna.

Anche questo è il caso di un “privatone”, uno che si fa in quattro per infilare un cuneo nella sua dura vita di lavoratore per far spazio ai doveri della passione. E in questa altalena della doppia vita gode del supporto di uno dei meglio, quel Team Solarys che qui abbiamo conosciuto a fondo. Gerini in Africa, in questa Africa, non era mai stato, ed è stata l’Africa che ha sbloccato il livello superiore del Pilota. L’intelligenza era già provata, diremmo sin dagli albori della carriera, ma questa forma di QI Africano ha bisogno di una prova autentica per essere svelato, prima, e validato, dopo. Africa Eco Race, passaporto e visto ottenuti.

Al terzo posto Xavier Flick, KTM. 25 anni, vincitore anche del Trofeo Motul Extreme Riders. Vuol dire, per me più pertinentemente, Malles Motul, le casse moto di chi sceglie di fare tutto da solo. Per necessità, per mancanza dei mezzi per assicurarsi un’assistenza esterna, anche solo perché si sente che la sfida delle origini è questa qui. Anche Flick ha vinto due tappe. Il che, parametrato all’uso del limitatore, obbligatorio per il solitario che deve portare tutto in fondo, può essere considerato un valore da raddoppiare.

38 classificati al lago Rosa, dei 51 partenti da Monte Carlo. Considerato che Africa Eco Race offre la formula dei 2 Jolly, cioè due rientri da altrettanti ritiri, è quasi… un massacro. È anche il bello dell’Avventura, mettersi cioè finalmente alla prova senza tanti discorsi o scuse. Alla fine parla il Deserto, ed è sempre sua l’ultima parola. Portare il più alto numero di concorrenti al traguardo è sempre stato uno degli obiettivi di Africa Eco Race, e Jean Louis Schlesser ha ragione: non è mandando al macello appassionati, amici e, non dimentichiamolo, clienti, che si porta il bastimento in porto, leggi il Rally al successo.

Sono 10 gli italiani classificati, e qui si dimostra che anche un Rally-Raid estremo come Africa Eco Race può essere corso con successo in regime di gestione famigliare. Se secondo è Maurizio Gerini, infatti, il secondo italiano sotto lo striscione finale è… Francesca Gasperi, la morosa. La ragazza ha portato a termine una vera e propria impresa. E il 15° posto assoluto è solo una parte del risultatone. Così è quando ci si misura con qualcosa che normalmente viene considerato al di sopra delle possibilità. Inutile che ci dilunghiamo, sono due settimane che la Gasperi ci sbalordisce, dodici giorni che Francesca, data per spacciata e quotata uno a mille al banco delle scommesse della vigilia, invece va sempre meglio, più forte, più sicura. Qualche lacrimuccia all’arrivo, una grinta da spaventare la Tigre del Deserto Marocchino (Ciabatti ha trovato l’ultima), alla partenza del giorno successivo. Probabilmente è meglio se la ragazza torna a casa a cogliere le olive (che si è già presa anche troppe ferie), altrimenti qui, con donne di questo genere, non ci si fa più vita 😊! Brava! Brava! Brava!

Andiamo avanti. Dunque Gerini, Husqvarna, secondo e Gasperi, Honda, 15ma; poi Paolo Bellini, KTM, 16°; Stefano Chiussi, Husqvarna, 17°; Massimiliano Guerrini, Husqvarna, 22°; Alessandro Botturi, Yamaha, 24°; Volfgang Piccardo, Yamaha, 25°; Lucio Belluschi, Yamaha, 29°; Francesco Puocci, KTM, 30°; Giuseppe Pozzo, KTM, 33°. Sul podio sono voluti salire anche Stefano Madonna e Giulio Ciabatti, che di ciabattate in questo suo Rally-Raid del debutto ne hanno prese parecchie. Quell’ascesa al podio del lago Rosa, acclamato dalla compagine italiana, ha il sapore di una rivincita imminente.

Un discorso a parte meriterebbe Alessandro Botturi, il vincitore di tappa che mancava all’appello nella nostra escursione statistica. Di fatto il Gigante di Lumezzane è un Pilota a sé stante. Aver vinto una tappa, essere uscito dalla pista per riparare la sospensione posteriore (ed aver accumulato varie ore tra ritardi e penalità), aver ripreso la corsa e quindi essere rimasto vittima di una rottura quanto meno insolita ed aver trascorso la sua notte a la belle étoile (dal francese: addiaccio) e il giorno successivo sul camion scopa, non riesce a togliere nulla al conosciuto valore del Pilota, ma senz’altro aggiunge spessore all’Uomo, che non a caso è tra i più amati dagli appassionati di cose serie come questa!

Luoghi e Paesi. Marocco, Mauritania, Senegal. Disegnare, organizzare e realizzare una corsa che attraversa un confine non è facile, oggi. Ci sono vari esempi, sul Pianeta, che stanno lì a dimostrarlo. Passare più frontiere è bestiale! Quindi possiamo ritenerci fortunati. Africa Eco Race attraversa ben 4 confini occupando 5 Nazioni e 2 Continenti. Niente male, vero? Si è partiti da Monaco Monte Carlo, si è corsa la costa Sud fino all’imbarco di Sète, e dalla Francia ci si è calati nel profondo… Ovest di un insospettabilmente, meraviglioso continente nero dipinto di verde! Attraversando Marocco, Mauritania e Senegal, Africa Eco Race ha ritrovato le sue piste, e noi lo spirito delle origini!

Ma non è finita. Torneremo su Africa Eco Race per fare un po’ di radiografie utili per capire. Intanto, tuttavia, si sappia che lo Spirito del Rally non si è fermato. Sta andando avanti verso il Senegal del Sud a bordo di TesoroBus

© Immagini Africa Eco Race – Alessio Corradini

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