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Dakhla, Marocco, 23 Ottobre. L’Atlantico soffia la sua aria umida e fredda sul bivacco di Dakhla. Non fa caldo, anzi, un vento quasi freddo fischia e mette pressione su tende e tiranti al bivacco. È un giorno intero a disposizione della carovana di Africa Eco Race per ristabilire le distanze con l’usura e la stanchezza della Gara, e questo vale per le meccaniche e per gli umani stressati da cinque giorni di Gara in Marocco.
Se ne approfitta per ricompattare e serrare i ranghi. L’atmosfera sul lungomare è serena, l’ambientazione pratica e accogliente. Non una meraviglia come in passato, il bivacco era sulla spiaggia, dall’altra parte della lingua di terra che si protende nell’Oceano, ma ben organizzato e a un passo del “centro”. Piloti e tecnici sciamano per le vie principali, in serata si sciolgono nei locali della passeggiata e durante il giorno è un continuo avanti e indietro per sbrigare una commissione in città. La giornata passa in fretta ma mai isterica con in altri casi. I più impegnati sono, naturalmente, i partecipanti della categoria Malle Motul, che devono fare tutto da soli, manutenzione, riparazioni eventuali e… riposo.
I camion-scopa sono rientrati relativamente presto, ovvero durante la notte del sabato, e per tutti quei Piloti che sono stati imbarcati insieme alle loro moto vuol dire che c’è la possibilità di rientrare in gara. Lo fanno tutti, compresi i nostri per i quali eravamo (moderatamente) in ansia. Guerrini l‘avevano visto a cena, la spalla va bene e riparte, Ciabatti, come vedete nell’intervista esclusiva rilasciata agli ufficiali di Moto.It, è scampato ai pericoli della savana e, incurante del rischio, si appresta a completare l’opera. Nell’ordine, gli italiani che staccano il biglietto di Africa Eco Race per la Mauritania sono Guerrini, il leader, Botturi, Belluschi, Gasperi, Piccardo, Chiussi, Bellini, Pozzo, Vettore, Di Benedetto, Turchi, Madonna e i due scampati di cui sopra.
Dal “pulpito” del briefing delle 19:00, Jean Louis Schlesser ha tracciato il profilo della seconda parte di Africa Race, cinque giorni in Mauritania in cui cambia quasi tutto. Il Deserto della Mauritania, del resto, è sempre stato un affare a sé. Cambia il terreno, decisamente caratterizzato da paesaggi e percorsi sabbiosi, cambiano i profili degli attraversamenti, non più dune isolate bensì cordoni che mettono in serie anche dozzine di passaggi difficili. Molta navigazione, annuncia J.L., ma questo c’era da aspettarselo, l’orizzonte della Mauritania è di una larghezza spaventosa, i tracciati definiti sempre meno e i fuoripista quasi una prassi. Nel dettaglio, ecco le sabbie molli e le micidiali herbes à chameaux.
5 giorni di Mauritania offriranno la chiave di lettura presumibilmente definitiva della 14ma edizione di Africa Eco Race, anche perché la Speciale di ingresso in Senegal, penultima della serie 2022, è stata cancellata per impraticabilità di campo, le piogge torrenziali hanno devastato l’area del transito previsto.
Lunedì 24 si inizia con la partenza a orario antelucano del trasferimento verso la Mauritania. 400 chilometri prima della frontiera. Moto e Quad possono essere caricati sui mezzi di assistenza, e così i loro Piloti, e la partenza della sesta prova speciale, che porta al bivacco di Chami con un totale di oltre 600 chilometri, è per mezzogiorno e mezzo.
© Immagini Africa Eco Race – Alessio Corradini