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Monte Carlo, Monaco, 1° dicembre. Pronti per capodanno? Sì, sempre pronti. Quest’anno sembra arrivare più quietamente. È perché ce lo aspettiamo sempre con lo stesso stato d’animo, ma è lì, imminente, promettente, carico di buone intenzioni e promesse, di grandi progetti e ideali. Un momento, carico di… stiamo parlando di un momento di calendario e di festa o di Africa Eco Race? Dell’uno e dell’altro. Del rito di passaggio e del Rally-Raid a Dakar. Entrambi carichi delle stesse, grandi aspettative e promesse. In fin dei conti sta sempre a noi viverle e mantenerle. Insomma, stando a noi di vivere e iniziare l’anno come si deve, in Africa Eco Race c’è tutto questo carico di forte, invitante emotività.
Jean-Louis e Anthony Schesser, padre e figlio che sono l’anima d’attualità di Africa Eco Race, procedono potentemente e infrangibili alla tentazione del marketing e del battage propagandistico. Lavorano e rifiniscono il Rally edizione 2024 con particolare, diciamo celebrativa attenzione, perché è un anno importante. Prima di tutto, appunto, è il quindicesimo capitolo, secondariamente, dietro alle quinte di gradimento che si allarga quasi esclusivamente grazie ai tam-tam degli appassionati, c’è un’edizione che è già, se non memorabile (manteniamo anche noi un profilo discreto), almeno importante.
Cerchiamo di mettere in fila i buoni motivi diventati obiettivo di un numero di appassionati “praticanti” sempre più grande e consapevole. Innanzitutto non lo dicono, ma sembra sia record di iscritti. Si è aggiunta la classe riservata ai mezzi leggendari, auto e camion “formati” sulle sabbie del Sahara e sulle direttrici che portano al Lago Rosa, e si sono aggiunte le sfide che fanno cartello nell’Africa Eco Race teatro della più notevole evoluzione dei nostri giorni. Parliamo dell’avvento, “regolamentato”, delle bicilindriche. E parliamo del percorso, senza mezzi termini e compromessi, “storicamente” sahariano. Come deve essere un Rally- Raid coerente con la sua Storia.
Del percorso si sa quale sarà lo sviluppo chilometrico complessivo e si conoscono i bersagli intermedi, i bivacchi di tappa. Se ne ricava una mappatura molto interessante del layout geografico e tecnico-agonistico. Verifiche a Mentone, dunque, podio e cerimoniale di partenza a Monte Carlo, imbarco a Sete. Capodanno sul vascello attraverso il Mediterraneo, sbarco in Marocco a Nador. Via i giorni dal 29 Dicembre al 1° di Gennaio 2024 poi, dal 2, 12 Tappe, una giornata di riposo il 7 a Dakhla, Tappe e bivacco a Boudenib, Mhamid, Assa, Fort Chacal e Dakhla in Marocco, Chami, Amodjar, Akjoujt in Mauritania (più due tappe ad “anello”), infine St. Louis e Dakar in Senegal. Traguardo e epilogo, come da “principio attivo” di Africa Eco Race, sul Lago Rosa il 14. Sono 2 Continenti, 4 Paesi, oltre 6.500 chilometri in totale, con una percentuale altissima di prove speciali (abitualmente partenze e arrivi sono organizzati non lontano dai bivacchi).
Per capire di cosa stiamo parlando basta dare un’occhiata alla mappa. Africa Eco Race attraverserà il Marocco sulle direttrici più interne (e sahariane) del Paese, per correre le piste più facili e affacciarsi sul mite Oceano solo andando incontro alla giornata di riposo. Poi “dentro” di nuovo, verso il centro e l’Est della Mauritania, “dentro” scenari che sono l’icona matrice del Rally-Raid. Infine, e solo alla fine, le atmosfere languidamente tropicali del Senegal, Lago Rosa compreso. Non è un Tour (anche se c’è un Tour Africa Eco Race assai gettonato), non è un soggetto da interpretare da guasconi o viaggiatori occasionali. È Rally vero, autentica, insostituibile prova Sahariana. Con tutto quel che di evocativo e stimolante è incluso nel programma di un’avventura del tutto fuori dall’ordinario.
© Immagini Africa Eco Race – Alessio Corradini