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Oued Draa, Marocco, 9 Gennaio 2020. Terza Tappa. 500 chilometri, quasi tutti di Prova Speciale per raggiungere il bivacco nel letto della Draa, luogo sinistro (storie di Dakar) e affascinante. La dodicesima edizione di Africa Eco Race continua a guadagnare rapidamente il Sud del Marocco e, contestualmente, a entrare nel vivo della competizione. Non esattamente come sognano gli appassionati. Per quello, per quelle icone di sabbia e dune a perdita d’occhio, c’è da aspettare di essere ancora più a Sud.
È comunque il modo migliore per mettere chilometri nel bagagliaio dell’esperienza, soprattutto avvicinando la fase cruciale con un buon esercizio di guida e di attenzione. I terreni del Marocco sono, infatti, troppo vari per poter essere mandati a memoria, ed è buona norma misurarsi la temperatura rinnovando la procedura di decollo. È anche la fase nella quale l’esperienza fa la maggiore differenza.
Dunque è “comprensibile” che Alessandro Botturi raddoppi sulla più seria Mhamid-Assa e che, vincendo la terza Speciale del programma, torni in testa alla classifica generale. 2 a 1 in favore del Gigante di Lumezzane nel duello con Pal Anders Ullevalseter, detto “Sventolino”, il norvegese che ha già vinto due volte l’Africa Race e che, proprio per questo, ora è due volte nel mirino del “Bottu”.
Il ritmo è alto, checché ne dica Botturi sostenendo di aver sfruttato unicamente l’ordine di partenza a lui favorevole, e al momento solo Pal Anders e un altro norvegese, Felix Jensen, sembrano disposti a osare per mantenersi in scia. Di bello c’è che sia Botturi che Ullevalseter sembrano intenzionati a divertirsi, e in questo senso, prima ancora che vedersi come “nemici”, giocano a tirarsi a vicenda per rendere più piacevole la Speciale. Il confronto diretto è solo rimandato, tuttavia.
Per tutti gli altri la competizione si sposta su un altro, più saggio livello, sul quale la priorità non è il tempo ma l’affidabilità, il risultato alla fine, una volta tagliato il traguardo del Lago Rosa, e non subito. il primo a rappresentare questa filosofia, che poi è quella originale del Rally-Raid, è Paolo Lucci, un debuttante che è uno dei nostri “protetti” e che ha già imparato cosa vuol dire “esagerare”, proprio in Marocco in occasione del Panafrica. Lucci sembra aver imparato la lezione, questà sì a memoria, e pare correre con la testa sulle spalle. Il suo quarto posto di Tappa, che equivale il quinto in classifica Generale, vale più di qualsiasi discorso.
Giovanni Gritti, Franco Picco e Gabriele Minelli bussano alla top ten, Paolo Caprioni è 25° con la bicilindrica KTM, e si prepara a dominare un’altra volta la non certo affollata categoria. Nicola Dutto ha avuto una giornata difficile, ma sostenuto dai suoi angeli custodi continua a macinare chilometri e tappe, come sempre accompagnato dei parenti e dal tifo degli appassionati.
Ambiente piacevole. I bivacchi marocchini sono famosi per l’accoglienza e per il confort che offrono alla carovana. Il “rancio” è di prim’ordine, la temperatura va salendo di giorno e di stelle, sul cielo dell’Africa Eco Race, ce ne sono a volontà.
Avanti con la quarta Tappa, dalla valle della Draa a Smara, di 400 chilometri. Quasi tutti di Prova Speciale. I concorrenti informano gli organizzatori che di sassi, sulle piste marocchine, ne hanno già visti abbastanza!
© Immagini AER – Alessio Corradini – Marcin Kin