Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Chami, Mauritania, 13 Gennaio 2020. Un attimo di tensione c’è stato. Non fosse altro perché era stato annunciato. C’era stata una certa agitazione, nei giorni precedenti, e si era arrivati a sospettare che una frangia emotiva del Polisario potesse in qualche modo mettere i bastoni tra le ruote del Rally. La manifestazione era annunciata per la zona di confine tra Marocco e Senegal. È intervenuto persino il segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, con il proposito di porgere una mano alla distensione, ma nulla da fare, la contestazione è andata avanti.
Molto civile, per la verità, e affatto “pericolosa” come era stata dipinta. Una sorta di incontro, la distribuzione di documenti e via, arrivederci. Così la carovana della 12ma Africa Eco Race ha rallentato e, dopo 380 chilometri di trasferimento, la colazione era stata servita alle 04:30, ha attraversato la frontiera ed è entrata in Mauritania per disputare la corta speciale in programma, 177 chilometri tra Azmeila e Chami, poche case sulla strada di Nouakchot. Veloce, sabbiosa, un po’ di navigazione iniziale e molto vento. C’è di peggio, credete a me. È la strada che incontra per la prima volta la famosa, inter mini di Dakar, ferrovia commerciale che porta da Atar alla Capitale.
C’è subito un intoppo. Navigazione. I battistrada hanno sempre un compito ingrato, ma a volte è divertente correre sulla sabbia vergine e sapere che si lascia per primi la traccia utile alla navigazione di chi segue. Botturi e Ullevalseter hanno questa opportunità e, sebbene siano abbastanza esperti, pensano anche a divertirsi e non si lasciano sfuggire l’altra opzione della navigazione: rinunciare!
Così, anche in virtù del fatto che soffiava un vento forte, tale per cui la visibilità era ridotta e le pur poche tracce di pista sparite, gli “apripista” hanno deciso di giocare la carta della strategia. Si sono fatti raggiungere dai più vicini inseguitori e si sono riuniti al gruppo che ha tracciato praticamente tutta la speciale ad andatura, tuttavia, relativamente ridotta.
Questo ha prodotto due tipi di risultati, ritardare l’arrivo di Botturi e Ulevalseter, e offrire una chance a chi partiva lontano.
Così è stato che l’australiano Matt Sutherland ha preceduto sul traguardo di Chami Giovanni Gritti e Paolo Lucci. Quest’ultimo, che partiva tra i primi in virtù della bella Speciale precedente, per un lungo momento ha accarezzato il sogno di essere alla prima vittoria di carriera “africana”. Quando, poi, Sutherland e Gritti lo hanno “detronizzato”, Lucci si è consolato all’idea che non sarà lui a aprire la pista sulla ben più lunga e, si suppone, complessa Chami-Aidzidine, non molto meno di 500 chilometri, da bivacco a bivacco con i trasferimenti ridotti al minimo su lunghe piste e dune di sabbia.
Ullevalseter e Botturi partiranno abbastanza indietro, addirittura dalla 15ma e 20ma posizione rispettivamente, e potranno così migliorare ulteriormente la loro posizione di classifica rispetto ad eventuali inseguitori. Potranno altresì iniziare a esporre le rispettive tesi tattiche in modo da favorirsi una corsia preferenziale sulla strada che porta al Lago Rosa.
Il Gigante di Lumezzane è ancora primo, con due minuti appena di vantaggio sul norvegese. Poskitt, al terzo posto a venti minuti, non rappresenta un pericolo reale, così come Czachor. Lucci, al quinto posto a 40 minuti dalla vetta e al sicuro dall’eventuale attacco di Dabrowski, mezz’ora indietro, ha la rara opportunità di pensare solo a consolidare la sua Gara e il piazzamento già di per sé eccezionale.
© Immagini AER – Alessio Corradini – Marcin Kin