Africa Eco Race. D-9. L’anello di Tidjikja e il bis di Paolo Lucci

Il 27enne Pilota di Castiglion Fiorentino concede il bis, vince anche sulla Tidjokja-Tidjikja di 415 chilometri e torna al terzo posto. Botturi, secondo a due minuti, resta in testa alla generale davanti a Ullevalseter. Tappa magnifica
17 gennaio 2020

Tidjikja, Mauritania, 16 Gennaio 2020. È il bis di Paolo Lucci. Credibile, ormai, possibile alla vigilia, magistrale all’arrivo. Chissà che stizza il povero Poskitt, che le sta tentando tutte per “disturbare” la Gara del debuttante del… decennio. Possibile che Lyndon ce la faccia, che strappi al suo nuovo padrone il terzo gradino del podio, ma possibile anche che quel gradino Paolino glielo verghi sul groppone (dal latino di Castiglioni, “che gli appoggi delicatamente lo scalino di legno sulla schiena”). Poskitt, quello del reclamo senza senso all’inizio del Rally, viaggia al limite della scorrettezza, e alla fine è il Signore che gli presenta la fattura sotto forma di una scivolata di ammonimento e un piccolo guasto ritardante. Pensaci bene, Lyndon, prima di risvegliare l’intera Castiglion Fiorentino!

Torniamo all’immagine più pura e edonistica di Africa Eco Race. Vento. Vento. Vento! C’è sempre vento forte. Comincia a far caldo, un po’ meno di notte naturalmente. Si sta bene, il deserto della Mauritania è accogliente. Tidjikja e dintorni sono un incanto. Bisogna sapere. Quello della nona Tappa di Africa Eco Race è lo scenario di quella Dakar dell’incredibile diluvio universale, l’anno in cui Joan “Nani” Roma andò in crisi, quel corridoio lungo la falesia. Spianate, cordoni di dune, mandrie e animali selvatici che corrono da un pozzo all’altro. È il teatro della Tappa ideale, emblematica del Rally Africano. Anche la tappa dura per definizione. Ma questo dipende molto anche dalle circostanze.

Oggi non piove, fa caldo, tira vento e il programma è “bugiardo” come quello della Speciale precedente. Un piccolo trasferimento dal bivacco, l’anello con partenza e arrivo a Nimlane, 415 chilometri di quello spettacolo contro il cronometro, di nuovo il trasferimento per tornare al bivacco. Ancora una tabella che nasconde un paio di ore di più di moto tra le dune.

Come sempre “anello” vuol dire complicazioni, soprattutto di navigazione. Se poi sul percosso sai che dovrai incontrare il Passo di Nega, allora è meglio che ti prepari. Lucci parte indietro, Botturi poco avanti. La Tappa assume la sua fisionomia quando Lucci “arriva” Botturi e i due partono insieme alla ricerca della differenza. Un sodalizio inedito. Alessandro con l’obiettivo di staccare Ullevalseter, che sembra attaccato con la millechiodi, Paolino per la conquista e il consolidamento del terzo posto nel mirino. La “società”, parte uno svarione di navigazione iniziale, ma funziona, e Lucci e Botturi, che si alternano al comando ad aprire la pista, aprono un varco efficace per la fuga decisiva programmata per la fase finale.

 

Paolo Lucci
Paolo Lucci
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L'attacco di lucci

Nel finale, tuttavia, Botturi cade e perde il ritmo, il binomio si separa e Lucci va a vincere in solitaria la sua seconda Speciale. È un piccolo capolavoro dell’apprendista di Castiglion Fiorentino che sta riaccendendo un entusiasmo sopito da quindici anni. L’offensiva italiana, comunque, non si limita al duo di testa, a deve tenere conto della bravura di Giovanni Gritti, quarto sotto il traguardo di Tidjikja alle spalle di Ullevalseter. Poskitt è terzo, problema pare di alimentazione, ma meglio controllare, e soprattutto cercare di darsi una calmata.

Nulla di fatto, recita la legge del Rally-Raid, sinché non è finita, ma è un fatto che Lucci sta bruciando le Tappe (non tutte, due intanto le ha congelate nel suo curriculum) dando una magnifica dimostrazione del proprio potenziale. 

Ullevalseter è a quattro minuti dal leader, il Colosso di Lumezzane, e Poskitt è di nuovo quarto a sei minuti da Lucci.

Avanti, rotta a Idini, ancora 600 chilometri di Mauritania, poi si entra in Senegal!

© Immagini AER – Alessio Corradini – Marcin Kin

Alessandro Botturi
Alessandro Botturi

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