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Assa, Marocco, 4 Gennaio 2024. Terza Tappa. Si parte da M’Hamid e si arriva a Assa. Sassi, dune, sassi per 468 chilometri di Speciale, più un centinaio di trasferimenti. Quel che deve succedere si sa già. Se è vero che è la sfida delle bicilindriche e tenere banco (ed è verissimo), e se è vero che il dominio della Tuareg 660 di Cerutti è stato netto e anche un po’ì sorprendente, doveva essere chiaro che per fare i conti mancava una variabile “fissa”: la generosità di Alessandro Botturi.
C’era anche la favorevole configurazione tattica. Cerutti, vincendo le prime due Tappe, partiva per primo anche nella terza, e il vantaggio acquisito lo invitavano a chiare lettere e rivedere le sue linee d’attacco. Insomma, Cerutti poteva tirare un respiro e Botturi lo si vedeva già la sera della viglia al bivacco: stava preparando la sua rivincita. E sia chiaro, un Botturi all’attacco a testa bassa non è una figura da romanzo rosa.
L’altro aspetto che emerge dalla prima terzina di Africa Eco Race 2024 è che la sfida si è incuneata in un testa a testa. Pol Tarres, infatti, dopo due cadute in due giorni e un piede dolorante, non è nelle condizioni di ripetere l’exploit del Transanatolia. D’altra parte la “seconda guida” Aprilia, Francesco Montanari, è qui con altri compiti e non era previsto che partecipasse all’assalto Aprilia. Tra “scremature” e strategie, oggi ha vinto Botturi, e da domani è Botturi VS Cerutti. Ovvero il massimo pivello della sfida.
Quel che succede adesso è che il Rally diventa anche una partita a scacchi con una più che possibile altalena di risultati. Era prevedibile infatti, che Cerutti avrebbe impostato la terza tappa sulla difesa, così come diventa prevedibile un ritorno al successo di Cerutti nella quarta. A meno che… e quella è la differenza che gli uomini possono fare in una situazione di stallo. Non dovremmo, insomma, vedere troppe giornate come quella di oggi, con uno chiaramente all’attacco, e l’altro a far melina. Fermo restando che il ritmo sostenuto dai tre del trenino è comunque elevatissimo.
Dopo tre tappe due conferme eccellenti. Le gare di Joan Pedrero con la bicilindrica H-D Pan America di serie (pedane e tubeless compresi, come abbiamo visto), e di Nicola Dutto con il suo immenso cuore. Francamente sono entrambi stupefacenti, e rappresentano altrettante sfide che solo Africa Eco Race poteva ospitare. Il catalano è un fenomeno, e nonostante una giornata difficile tra le dune continua a sorprendere. Dutto, invece, non smetterà mai di stupire. Vederlo arrivare, dichiararsi stanchissimo e “malmenato”, ma così contento è, nessun dubbio al riguardo, il manifesto di questa passione che si chiama Rally-Raid.
Chiaro che vediamo molto bene anche altri Piloti. Gli italiani. Con un’altra rappresentazione di cuore, Giovanni Gritti, tornato nel suo “ambiente”, non è solo quarto assoluto, è anche la bandiera delle monocilindriche in questa edizione del Rally di Schlesser che ha scatenato la passione-twin. Vanno forte Gava e Ruoso (pur con qualche incertezza), con più… incertezze Fontana, Montanari e Guerrini. Va forte il Rally. basta vivere una sera di bivacco per capirlo. A letto presto, tuttavia, perché la quarta Tappa, che porta la carovana da Assa al contesto stupendo di Fort Chacal, porta in dote anche la prova speciale più lunga del Rally di quest’anno. Altra lunga Speciale, 468KM, altri “ingredienti” al menù. Per esempio quei letti di fiume in secca, la Draa, il cui fondo è sassi e solo sassi. Vediamo cosa succede…
© Immagini Africa Eco Race, Alessio Corradini, Aprilia Racing, Yamaha Media, H-D, PB