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Mhamid, Marocco, 8 Gennaio 2020. Avanti tutta, l’Africa Eco Race esplode in tutto il suo splendore improvvisamente, dopo giorni di sonnolenta e lussuosa attesa. Monte-Carlo, la Costa Azzurra, un po’ di Liguria sulla riviera di Ponente, quindi la “crociera” attraverso il Mediterraneo, fino a Tangeri. Quando, una volta sbarcati, si pensava che dovesse iniziare la guerra, no, rinfresco, il brindisi inaugurale nell’accoglienza principesca che il Marocco ha voluto riservare ai fedelissimi dell’Africa.
Solo il giorno dopo una piccola Speciale, tanti piccola e ininfluente che molto hanno pesato bene di concentrarvi… tutti gli errori possibili. E poi ancora turismo di gran classe, giù verso Sud fino a Tarda, bei 750 chilometri, per entrare finalmente nel vico della Competizione il giorno successivo.
Nessuno si è lamentato. Anzi. Dite voi se c’è modo migliore per calarsi nella parte dell’Africano.
Quando poi si fa sul serio, allora la musica cambia. Non solo, ricordando che i musicanti si pagano solo a concerto finito, l’atmosfera inizia a gonfiarsi di quell’aria speciale di sospensione agonistica, densa di attesa e di impazienza, di… Lago Rosa sempre troppo lontano. Lo immaginò Thierry Sabine per primo, lo interpreta alla perfezione il binomio che gestisce Africa Eco Race oggi, Schlesser-Metge, ovvero il doppio mito del Rally-Raid.
Prima “specialina”, dunque, a Alessandro Botturi, che forma così l’autografo inaugurale imponendo il sigillo del Campione in carica come referenza di presentazione. Tempi, ritardi e vantaggi insignificanti, ma un messaggio che risuona chiarissimo.
Già sulla carta, tuttavia, la dodicesima edizione dell’Africa Eco Race, Francia, Marocco, Mauritania e Senegal in dodici episodi e 6.500 chilometri di fascino e di Sahara, era impostata sulla rivalità rinnovata tra due antichi contendenti indiretti. È tornato Pal Anders Ullevalseter, il vincitore di due edizioni, e dunque il Gigante di Lumezzane ci teneva a dargli il benvenuto.
Ottimo, Pal ha gradito e si è fatto da parte al termine del primo strappo contro il cronometro, ma non ha tardato a rispondere per le rime confermando le credenziali del duello annunciato. Sulla seconda Prova Speciale del Rally, la Tarda-Mahmid di ben 330 chilometri, il norvegese ha preso il largo e è andato a vincere con la sicurezza del suo passato di esperienza.
Botturi ha capito bene che non si tratta di una passeggiata lungo l’Atlantico fino a Dakar, e contiene la verve dell’Avversario concedendogli appena un minuto e mezzo. Quanto basta per essere certi che la battaglia sarà di alto livello e grande spettacolo.
Terzo e quarto due nomi già in evidenza sin dal primo giorno, Poskitt e Jensen, e quarto un debuttane che conosciamo bene, Paolo Lucci, che sale di ben dodici posizioni ed è già davanti a un mito del calibro del polacco Czachor. Solo l’inizio, di solito quando si è alla prima esperienza questo è un buon segno solo se aiuta a darsi una calmata nelle tappe successive. Gritti è undicesimo, Franco Picco diciottesimo. Nicola Dutto non mollerà, è 25°.
Tappa lunga e bella, anche veloce e non troppo “navigata”. Si guadagna il Sud in fretta, sappiamo cosa ci aspetta più giù verso la Mauritania. Meglio godersi il magnifico Marocco, intanto.
© Immagini AER – Alessio Corradini