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Teruel, Spagna, 29 Luglio. Le Baja sono gare particolari. La Baja Aragon lo è ancor di più. Di fatto è la regina degli eventi di questo tipo in Europa, e si allinea per importanza, contenuti, ambientazioni e atmosfere, alle originali Baja americane, una su tutte la serie delle Baja California nelle sue differenti declinazioni chilometriche. Sono gare in genere velocissime, senza alcuna difficoltà di navigazione, il percorso è accuratamente segnato, e basano il loro successo sullo spettacolo della velocità. Trattandosi di Fuoristrada, non sono prive di rischi, e richiedono intelligenza e un po’ di coraggio da inserire nel pacchetto delle doti di talento e tecnica di chi vi partecipa. Poi, naturalmente, molto dipende dalle ambizioni e dagli obiettivi.
È chiaro che Aprilia e GCorse scendono in campo con obiettivi, sì, di sviluppo di una Moto per il grande pubblico, ma con una vocazione, non soltanto evocativa, per il Racing. Ingolosite dalle affermazioni precedenti, le Tuareg 660 sbarcano a Teruel, epicentro logistico e ambientale della Baja Aragon, con il corredo completo delle ambizioni. Aprilia Racing e le esperienze dei fratelli Gianfranco e Vittoriano Guareschi rappresentano di sviluppo di una Moto da Corsa, e le partecipazioni non sono mai più una palestra bensì un ring. È stato così, nella progressione pianificata, al Motorally, al Transanatolia, all’Hellas Rally e, soprattutto, all’Africa Eco Race, il Rally-Raid a Dakar che ha consacrato la competitività assoluta della Tuareg con una vittoria esaltante ma tutt’altro, allora, che nei programmi.
E poi arriva l’obiettivo Baja Aragon. Mai una Tuareg alla Baja Spagna, mai prima d’ora lo schieramento della Squadra e dei suoi Pilota, Jacopo Cerutti e Francesco Montanari. Mai prima d’ora significa mancanza quasi assoluta di riferimenti. C’è uno sviluppo andato a buon fine nelle corte del Motorally e uno vincente nelle lunghe e micidiali maratone turche e africane del Rally-Raid. Una versione per queste dannate volate nella polvere torrida dei deserti spagnoli, secondi a nessuno per ostilità ambientale, non c’era. Ecco l’impegno a scendere in campo per colmare il gap, si direbbe, le due Moto sulla linea di partenza delle due tappe e mezzo per 500 chilometri di gas aperto e attenzione, molta attenzione.
Morale. Aprilia Tuareg Racing vince la FIM Bajas Trophy di Aragón, classe dedicata alle moto pluricilindriche da oltre 600cc e, soprattutto, Jacopo Cerutti è 11° assoluto. Questo è il risultato inequivocabilmente straordinario. Cerutti è protagonista fin dal primo giorno, vince sia il prologo del venerdì sia le tappe di sabato e domenica, nonostante una caduta senza conseguenze nella seconda giornata. Risultati eccellenti di per sé, eccezionali se si considerano le caratteristiche del Pilota, di cui è provata l’attitudine per le gare più complicate e navigate. Del tutto nuova l’ispirazione dimostrata nell’affrontare le autostrade polverose del fuoristrada aragonese… con un handicap. Il Regolamento Baja impone una velocità massima di 130 KM/H alle bicilindriche, ovvero ben 30 KM inferiore alle open. Cerutti prende atto, ammette che non è la velocità assoluta la sua ambizione, ma deve riconoscere che in quel limite, se si guarda al risultato finale, è certamente finito qualche minuto di troppo. Francesco Montanari completa la prestazione globale eccellente della Squadra debuttante, diciottesimo nella classifica generale.
Jacopo Cerutti. “È stata certamente una bella esperienza, la nostra prima Baja. Veloce, mai navigata, e questo mi ha tolto un po’ di divertimento, faticosa soprattutto sulle Speciali che abbiamo disputato dopo il passaggio delle Macchine. Mi son difeso bene e soprattutto, domenica avevamo sistemato bene la Moto. Noi abbiamo un setting da motorally che è quasi da enduro e un setting da deserto che è proprio africano. Ci mancava una “roba” intermedia come la Baja Aragon, adesso direi che ce l’abbiamo. Tutto a posto. Beh, l'unica cosa che non mi è piaciuta è che purtroppo nella classe bicilindrica avevamo il limite a centotrenta, per sicurezza. Invece tutti quelli con le moto da rally o da enduro con cui cercavo di battagliare nell'assoluta ce l’avevano a centosessanta all'ora. Non dico che mi avrebbe cambiato la vita, onestamente la Gara era molto veloce ma non c'erano drittoni paurosi, però, insomma, qualche minutino in due giorni secondo me l'abbiamo lasciato lì. Però vabbè, dai, tutto bene, tutto bello!”
Francesco Montanari. "È andata molto bene, sono contento della gara e del passo. Abbiamo fatto un ottimo lavoro e un buon test in vista dei prossimi
appuntamenti. Nei prossimi mesi cercheremo di lavorare per migliorare ancora".
Sia il Pilota che la Moto erano al debutto nella complessa Baja spagnola. Entrambi hanno confermato la duttilità e la competitività del binomio. Per Cerutti la mancanza assoluta di navigazione è stata l’occasione di correre un “lungo e veloce Enduro”, per i fratelli Guareschi, i padri insieme a Aprilia Racing, della Tuareg bicilindrica, l’occasione per mettere a punto le regolazioni per questo atipico genere di competizioni, non Enduro, appunto, e neanche Rally-Raid.
© Immagini: Press Aprilia Racing