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El Salvador, 16 Gennaio. La Dakar è nel cuore dell’Atacama. Il deserto più arido del Mondo, senza nuvole e con una piovosità vicinissima allo zero statistico, ma la pioggia si è fatta attendere anche per 400 anni, virtualmente sterile e privo di umidità, dove la vita è già di per sé una grande scommessa. Eppure basta che l’evento rarissimo delle poche gocce d’acqua di un piovasco si manifesti e, in poche, ore la distesa si trasforma in un incredibile giardino dell’eden, poche ore dopo restituita all’arsura e alle sue raccapriccianti escursioni termiche. L’Atacama non è un luogo desolato, al contrario. La posizione, le Ande a Est e l’Oceano a Ovest, la varietà delle situazioni morfologiche, dalle piatte distese sassose agli oceani di dune, l’arco di luce che ne modella i rilievi cambiandone i colori, la costellazione di luoghi singolari e seducenti, la storia dei suoi centri minerari, dei suoi villaggi, lo rende affascinante come altri pochi posti al Mondo. Per conoscere l’Atacama bisogna esserci stati o leggere Rivera Letelier, il minatore-romanziere che ora vive ad Antofagasta. O partecipare alla Dakar.
L’undicesima tappa dell’edizione 2014 torna in questo luogo incantato per proporre la Prova Speciale più lunga del Rally, complessivamente la più difficile e impegnativa. Un’antologia della durezza del territorio e della corsa, con le piste dell’area mineraria, per incominciare, i passaggi di “rios” e “quebradas” sassosi e in secca, i numerosi dislivelli, anche sensibili all’inizio della prova, le lunghe distese di terreno accidentato, ed entrare, nella seconda parte, nel cuore dell’Atacama, affrontare i 120 chilometri di sabbia e delle dune di Copiapò, e risalire infine in quota fino al bivacco di El Salvador. È una tappa che tutti i partecipanti dovrebbero poter portare a termine senza alcun contrattempo per conservarne nella memoria il fascino, ma naturalmente non è questo, nelle intenzioni dei tracciatori della corsa, l’obiettivo primario. E infatti…
Il traguardo di El Salvador diventa un appuntamento con la frustrazione. Despres, Coma e Barreda arrivano alla mèta a braccetto
Il traguardo di El Salvador diventa un appuntamento con la frustrazione. Despres, Coma e Barreda arrivano alla mèta a braccetto. Coma, dopo i successi della quinta e nona tappa, vince per la terza volta dall’inizio della Dakar, e per la ventesima da quando la Dakar si disputa in Sud America. Il primato del fuoriclasse inizia ad assumere la fisionomia del quarto trionfo. Joan Barreda è infatti solo quinto e cede altri otto minuti al leader, portando il suo ritardo a oltre cinquanta minuti. Tutto sommato, basandoci sugli scarti dell’ordine di partenza, l’esito della tappa rispecchia abbastanza fedelmente quella che poteva essere la sua ipotesi di sviluppo. È certo un peccato, però, che la Speciale più attesa non abbia potuto mandare in scena i numeri migliori del suo programma.
Nulla di fatto anche nella corsa nella corsa, quella per il terzo posto. Olivier Pain, terzo al traguardo di El Salvador, rosicchia appena mezzo minuto a Jordi Viladoms che, giunto alle sue spalle, ha portato un altro ottimo risultato al suo mulino. Certamente non è finita. Cyril Despres, con il secondo posto, recupera altri tre minuti a Pain e cinque a Rodrigues, ed è ormai a meno di dieci minuti dal quarto posto di Pain. Paolo Ceci entra abbondantemente nei venti, è sedicesimo, insieme a Juan-Carlos Salvatierra.
Atacama carissimo per la gara dei Quad. Le sabbie infide delle dune hanno macinato colpi di scena e sacrificato le prime vittime. Si fermano sia Ignacio Casale che Sergio Lafuente. L’uruguaiano ha la peggio, ed è costretto al ritiro, pare per rottura del motore, prima ancora di giungere alla metà della Speciale. Ignacio Casale, come negli ultimi giorni, ripara e riparte, riprende il comando e si avvia alla conclusione della tappa trascinando dietro di sé il connazionale Victor “Patagon” Gallegos. Vediamo come va a finire...
Jeremias Israel, intanto, è a Santiago. Lo sfortunato Pilota cileno è stato sottoposto agli interventi chirurgici necessari per ridurre le fratture al polso sinistro, alla mano e all’avambraccio destri, alla spalla destra e al setto nasale.
Vedi la classifica dell'undicesima tappa e quella generale