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Iquique, 14 Gennaio. La tappa non è lunghissima. Parte da Calama, contorna la zona mineraria di Chuquicamata e punta a Nord verso la riserva del Tamarugal. Dopo un brevissimo trasferimento moto e auto, di nuovo su percorso unificato, affrontano la Speciale di 422 chilometri. È una tappa di transizione, un benvenuto indulgente al deserto di Atacama che diventerà il luogo cruciale della fase finale della Dakar 2014. La Speciale, pur addentrandosi nelle prime zone sabbiose, suggerisce appena le difficoltà che caratterizzeranno i prossimi tre giorni di gara. Grandi spazi e distese velocissime, poche “pozze” di fesh-fesh e solo poche dunette, quasi insignificanti. Il finale, invece, è grandioso e spettacolare, con la ormai famosa “picchiata” nel canalone di sabbia che si affaccia sull’Oceano Pacifico e termina non lontano dal bivacco di Iquique.
In queste condizioni la Speciale delle moto si risolve in una lunghissima, entusiasmante volata. Cyril Despres, incoraggiato dalla prima vittoria finalmente ottenuta al termine della ottava tappa, apre sicuro la pista, a ritmo sostenutissimo fino a oltre metà della Speciale. Joan Barreda, partito alle spalle del francese, riesce ad avvicinarlo ma non riesce a superarlo e Marc Coma, dal canto suo, trattiene un poco la verve e si installa a un paio di minuti dai battistrada tenendo perfettamente sotto controllo i “contenuti” che la tappa può offrirgli. A partire dal primo terzo della speciale, infatti, i responsi cronometrici sono favorevoli allo spagnolo, che passa al comando allungando, seppure di poco, costantemente. Gli resiste Barreda, velocissimo ma costretto a soffrire il frustrante ruolo dell’inseguitore. A partire da metà speciale Barreda rileva il ruolo di apripista fino a quel momento di Despres, che è stato obbligato a tenere un occhio sul road book e l’altro sulla pista e ha perso progressivamente terreno. Coma e Despres, ancora una volta diversamente motivati, offrono involontariamente un nuovo show di perfetto affiatamento tra i due “ex nemici”, con il risultato di castigare ulteriormente le ambizioni di Joan Barreda. Coma risale su Despres e lo affianca nel finale, riducendo ancora la distanza che lo separa da Barreda.
La classifica generale è abbastanza esplicita. Coma e Barreda restano fuori portata, ma il confronto per il terzo posto coinvolge ormai, oltre a Viladoms, anche Esquerre, Pain e Rodrigues. Non c’è pace per Alain Duclos, che pure era partito bene ed era rimasto per quasi metà tappa nel plotone degli inseguitori al quarto posto. Per la terza volta consecutiva in tre giorni, la Sherco del bravo ma non troppo fortunato Pilota francese si ferma per un guasto, e Duclos riparte con quasi due ore di ritardo, scendendo ancora nella generale e favorendo la scalata di Israel Esquerre, il cileno che ora avvicina Viladoms al terzo posto. Più fortunato, invece, è Olivier Pain che, fermo nei primi chilometri della PS, riesce a ripartire dopo pochi minuti e chiude la Speciale nei primi dieci. E ancora fenomenale, anzi sempre di più, è Laia Sanz che, anche lei nei dieci, corre ormai con la velocità dei più forti “maschietti”.
Quad: è il giorno di Husseini
Lla gara dei Quad è stabile nell’esito finale seppure con un piccolo colpo di scena. La giornata è di Sebastian Husseini, l’olandese che vince con un quattro ruote Honda, e i Piloti coinvolti nel confronto di testa di questa Dakar si concedono una pausa, finalmente amministrando la prima tappa interamente cilena del Rally. Fatta eccezione per Ignacio Casale, attuale leader con oltre venti minuti di vantaggio, che ha dovuto recuperare il tempo perduto per cambiare due ruote forate attaccando a fondo nella seconda parte della Speciale. Il cileno è riuscito a riprendere il controllo della tappa e ha ottenuto a Iquique il secondo posto, alle spalle di Husseini e davanti a Sonik e Lafuente, con un tempo praticamente coincidente con quello degli avversari diretti. Bel colpo, per l’entusiasmo, o forse proprio innescato dal calore dei suoi tifosi.
Verso l'Atacama
Finisce per essere una giornata facile, di transizione, con un arrivo in orario più “umano”, il primo da quando il Rally è entrato nel vivo. Per questo motivo il pomeriggio sulla “spiaggia” di Iquique si preannuncia insperatamente più lungo e facile della stessa giornata di riposo di Salta. Sarà probabilmente anche l’occasione, per chi lo aveva programmato o per quelli obbligati a farlo, come Viladoms, Pain e Salvatierra per esempio, di operare i famosi cambi di motore e fare così, almeno in parte, il punto della situazione con i riflessi sulla classifica generale. Mancano quattro tappe, arriva la sabbia infuocata dell’Atacama, e un fase certamente emozionante della gara.
Vedi la classifica della nona tappa e quella generale