Dakar 2014, Alessandro Botturi: “Ci siamo, Ragazzi!”.

Dakar 2014, Alessandro Botturi: “Ci siamo, Ragazzi!”.
Al termine delle lunghissime verifiche tecniche il cerimoniale del Podio di Rosario, una formalità che lancia i partecipanti alla 34ma Dakar nel volo della più avvincente corsa dei tempi moderni|P.Batini
5 gennaio 2014

Dal nostro inviato speciale Alessandro Botturi: «Ci siamo, ragazzi - buon Anno di nuovo! Il tempo dei preparativi è terminato. Adesso non resta che stringere i ganci degli stivali, azzerare il tripmaster e il roadbook, abbassare la maschera e partire. I giorni di Rosario sono stati lunghi. Lunghe le fasi delle verifiche tecniche. Sono entrato alle 4 e mezzo del pomeriggio e ne sono uscito alle nove. Tutto a posto. Non è eccesso di zelo, i commissari sono stati come sempre molto attenti, soprattutto per quanto riguarda le dotazioni di sicurezza»

 

«Fa un caldo terribile, ma è un clima magico, ieri abbiamo avuto anche un temporale, la temperatura è precipitata e le tende sono volate via. Poi è tornata ad essere l’abituale fornace di Rosario. Certo, il clima, l’atmosfera è esagerata. Bello come sempre. È la Dakar, una marea di gente, una situazione che ti alza il ritmo cardiaco anche se non vuoi, una tensione che non si riesce a superare, una forma di rispetto per la gara che ci aspetta, anche»

«Ma io sono tranquillo, tutto è al suo posto, io sto molto bene e ho con me una squadra e una moto eccezionali. Sì, siamo davvero un bel gruppo. Non sento la pressione, e non me la mettono addosso. Vogliono che portiamo le moto alla fine, non si parla di risultati, ma è sottinteso che tutti vogliamo qualcosa di buono al termine di questa Dakar. Vorrei dare fastidio, fargliela vedere alle grandi squadre»

Poca pressione e tanta voglia di fare bene per Botturi e il suo team
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«L’ambiente Honda mi sembra, invece, piuttosto agitato. Alla fine sono qua in trentacinque persone, con cinque piloti, e mi sembra che stia loro scappando la situazione di mano. In KTM, invece, è la solita atmosfera. Li ho visti tranquilli. Loro hanno un Team giusto, le persone, i piloti giusti. Penso che alla fine per ottenere le cose migliori, e come si fa a vincere, loro lo sanno bene come si fa!»

 

E Ruben Faria, che ha avuto un brutto infortunio al polso, come sta?
«Io non ci ho parlato, ma Oliveira, che lo ha sentito, e sostiene che il polso gli fa ancora male. Mi dispiace, sarà dura per lui»

 

E tu invece come stai?
«Ma si, mi sento bene. Mi sento di non avere la pressione addosso. Mi sento che potrò rompere le scatole. Sarebbe bello riuscire a rompere le scatole agli squadroni ufficiali. Ho visto bene le tappe: c’è tanta montagna.
Seguitemi, perché quest’anno sarà una gara diversa rispetto a quella dell’anno scorso. E soprattutto ci sono tanti concorrenti, tanti piloti che possono stare nel gruppo davanti, e sarà una guerra veramente molto impegnativa. Non sarà certamente un discorso circoscritto a uno o due, ma credo davvero che sarà un affare tra una diecina di piloti, che molto probabilmente si alterneranno nelle posizioni di testa. Seguitemi. Più sostegno ho e più ne sentirò il calore. Grazie mille!»

 

Forza Alessandro, in bocca al lupo!

 

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