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Quelli che hanno più fretta sono gli spagnoli. Pare proprio che i giornali spagnoli si ritengano in diritto di definire il futuro del loro ultra campione prima di tutti. Invece di assaporare il gusto raffinatissimo e forte della meravigliosa quinta vittoria del Rey catalano, sono già lì a stendere pennellate di colore sul suo futuro, anticipandone, e dando per buona la loro immaginazione, le mosse, gli accordi, le scelte. Insomma, tutto questo mentre El Campeon tenta di riposare, viaggia, rientra a casa, sistema il quinto trofeo della Dakar nella teca riservata ai simboli della strepitosa carriera. Costantemente inseguito, tampinato, frastornato, aggredito dalla stessa domanda, che non ha altra pretesa che quella di arrivare per prima alla risposta.
Mi dispiace, noi ne stiamo al di fuori come sempre. Preferiamo gustarci il meraviglioso presente di Marc Coma, rivedere al rallentatore la sua stupenda quinta vittoria, cercarne, se possibile, anche la più lieve sfumatura di qualità, il dettaglio di un’altra differenza rispetto alla “comune” visione del successo alla Dakar. Basterebbe solo questo per rimanere incollati all’impresa di Marc Coma per lungo tempo ancora. Certo, se le voci girano qualcosa di simile al vero può esserci, ma d’altra parte non c’era certo bisogno di pettegolezzi e di notizie “certe” per essere sicuri che la bravura e il talento di Marc Coma possono far gola a più di un progetto futuro.
Il quotidiano sportivo spagnolo che ha dato il via alla propagazione della notizia virale, lo dà per certo: Marc Coma in auto alla Dakar 2016, con una Toyota ufficiale e lo sponsor Red Bull. Possibile, ma ci credo poco. Non tanto all’esistenza della proposta, quanto che sia già cosa fatta. Ricordate Peterhansel e Peugeot? Era fatta da tempo, e lo sapevamo, ma l’impegno contrattuale con X-raid bloccava l’annuncio ufficiale. Silenzio e rispetto, poi un giorno la notizia, se c’è, arriva completa e circostanziata. Qui la faccenda è però più complessa, perché c’è di mezzo un “salto” di categoria che presuppone la rottura, se questi sono i termini della questione così come riferisce il quotidiano spagnolo, di un legame fortissimo con KTM, esso stesso già agganciato al futuro di Marc Coma.
Non mi va di chiamarlo e di porgli la domanda di tutti, sicuramente la meno opportuna mentre è lì che riabbraccia la moglie e i suoi figli.
Faccio così: mando un SMS a Marc, mi scuso per interferire nella sua pace strameritata e gli dico che avrei bisogno di chiarezza. Un minuto e mi richiama. Dico: “Vero?” Risponde: “No!” “OK Marc, basta così. Grazie mille, ci sentiamo quando è finita l’ondata delle ovvietà”. “Perfecto, ci sentiamo quando c’è qualcosa.” Dunque questo è quanto, ed è ufficiale: Marc Coma è… in vacanza!
Le voci solleticano la fantasia, certo. Anche la nostra. Ci pare ovvio che Marc sia richiestissimo, così come non è un mistero che il “salto” di categoria sia ormai, per un Motociclista vincente come Marc, quasi una conseguenza logica. Con Toyota, e con il Team Orlen, c’è già un legame “virtuale”, che riguarda però KTM e non personalmente Marc. Come dire che Marc potrebbe allargare il raggio di azione dei Dabrowski e Czachor con un’altra Toyota, ma potrebbe anche semplicemente fare il Campionato del Mondo delle moto con il sostegno logistico del Team “satellite” polacco. Anche il legame con Jordi Duran, che il quotidiano spagnolo indica come l’ex “capo del team” di Marc Coma, è un indizio troppo debole e fuorviante. Intanto il “Jefe” del team di Marc Coma è sempre stato… Marc Coma, e poi Duran ha avuto in seno all’organizzazione di Coma un ruolo di assistente interrotto, lo scorso anno, quando l’ex Pilota spagnolo è stato incaricato di curare la logistica della Team Overdrive. Un ruolo tecnico, non manageriale, quindi. Si dice che Coma abbia parlato anche con Peugeot e con X-raid.
Perché no? Ma la “quarta macchina” di Peugeot è ancora un’entità da decidere, e comunque potrebbe stare attualmente in equilibrio tra le mani di un… dio, Sabastien Loeb (sempre che le voci di un’ulteriore diversificazione in senso al Gruppo PSA non siano verosimili), o di un “portatore d’acqua”, da definire. Mi è difficile vedere Coma come portatore d’acqua. E per quanto riguarda X-raid, è bene avere chiaro che un pilota che inizia non viene strapagato, anzi, è meglio se arriva con la valigia piena di dollari.
Avete idea di quanti “piloti ufficiali” portino soldi al team invece di riceverne? Quando Nani Roma passò alla Mitsubishi, all’indomani della vittoria alla Dakar in moto, lo fece con la benedizione dello Sponsor, e non per rilancio del Costruttore.
Inoltre Sven Quandt avrà già le sue gatte da pelare per aver fatto correre Nasser Al-Attyia con i colori Red Bull su una macchina ufficiale che invece è solitamente dipinta di Monster.
Marc Coma ha un legame fortissimo con KTM. Per accorgersene basta, invece di parlare per lui come fanno in molti, ascoltare come lui stesso parla della sua Casa motociclistica, in che tono e con che rispetto e riconoscenza. Fino a ieri l’ipotesi che mi “garbava” di più è proprio quella di un Marc Coma appagato come pilota, ma con magari sei Dakar all’attivo, diventare manager della nuova era di KTM alla Dakar, a dirigere il Toby Price scoperto in questo giorni, il pupillo di Heinz Kinigadner Matthias Walkner e, ancora perché no, quel Antoine Meo visto in Marocco che vorrebbe senz’altro essere della partita. Questa ipotesi mi piacerebbe molto.
Vedete, nessuna di queste teorie è inverosimile, e tra l’altro nessuna realmente incompatibile con le altre, purché si abbia il modo di definirne la struttura e l’evoluzione nel tempo, i collegamenti, la configurazione e i dettagli, e purché sul cielo di tali operazioni voli ad ali spiegate lo sponsor.
La parola chiave è, dunque, “tempo”. Dare e avere tempo, per sviluppare le idee, configurarle, renderle fattibili e convertirle in un piano reale ed effettivo. Calma dunque, e intanto si dia inizio ai festeggiamenti.