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Poche righe, sentite e doverose, per fare gli auguri al Campeon. A Marc Coma, da oggi Direttore Sportivo della Dakar “esecutivo” e al via ufficiale della sua prima edizione dall’altra parte della barricata.
Marc, la Dakar l’hai vissuta, sofferta, voluta e vinta cinque volte. Cinque volte è uno sproposito, un sogno che molti non si permettono neanche di fare. Cinque volte vuol dire aver avuto il tempo di vincere anche sei Titoli di Campione del Mondo, tutti i Rally più prestigiosi e difficili, e di capire che quella Dakar del 2002, la prima, non era un passo casuale, ma la prima parte di un’epoca della tua vita, che oggi matura in un altro step e che fa della Dakar ancor di più, semplicemente la tua vita.
Dalla parte della Dakar dove sei stato per 14 anni e 12 volte, e della Dakar di quella parte, ovvero del Pilota, sai tutto. Sai quando e dove si può osare, e dove e quando è necessario mordere il freno. Di questa nuova parte sai ben poco, lo avrai notato, e da questa nuova parte non sono certo mancate, e non mancheranno, le sorprese. Mi viene in mente Daniel Elena, il navigatore di Sébastien Loeb. Faceva già il navigatore, e dei Rally sa tutto. È arrivato alla Dakar ed è un novellino, e se gli dici “cap” salta con un “susto” nel sonno. Il tuo caso è ancora più estremo, devi sapere tutto anche dell’altra parte, e anche piuttosto in fretta, perché poi dovrai costruire e dirigere l’evoluzione della globalità della materia, della Dakar. Non è un problema un Paese che viene meno al programma, come il Perù, o un’ondata di maltempo o di caldo feroce che si abbatte sulle regioni attraversate dal Rally. Per queste cose il rimedio viene con l’esperienza e un po’ di buon senso, soprattutto se si è cercato di prevedere, in anticipo. La materia nuova è quella parte della gestione della corsa, dell’evento, degli equilibri sicuramente difficili e delicati che lo rendono grande, meno evidente al Pilota. Materia nuova, sconcertante per la sua complessità, per i suoi risvolti umani e per le attitudini che richiede. Al momento sai solo se hai fatto bene o male ad accettare la “proposta indecente” che non ti ha fatto dormire per qualche notte, e poi rinunciare all’assalto al record di Stephane e all’ennesimo Titolo già quasi in tasca. Sai come affrontare, con quale spirito, la tua nuova crescita e i nuovi obiettivi, obbligatoriamente non meno ambiziosi di quelli del Pilota che ha vinto tutto.
Tranquillo, la tecnica per riuscire è la stessa. Manetta e cervello, gas e intelligenza. Manetta e gas necessari, cervello e intelligenza indispensabili.
Noi tutti abbiamo solo da guadagnare. La Corsa che ci piace così tanto, e che in qualche modo è anche la nostra vita, è in buone mani. Sappiamo che ha un nuovo interprete eccellente, in grado di riequilibrare il lato sportivo e quello tecnico in una visione di nuovo un po’ più vicina all’Avventura che è alla base dell’idea di Thierry Sabine. Sappiamo anche che Marc Coma può riportare la Dakar al pieno fulgore dello spirito di grande famiglia che viveva in tutti i suoi protagonisti, Pro e Campioni e Amatori, Piloti e Meccanici e Tecnici, Organizzatori e Sponsor e Giornalisti.
Tranquillo Marc, è facile. Ora che hai smesso di correre tutti i tuoi avversari, quelli che ritenevano di poterti battere, non sanno esattamente nemmeno dove andare, non sanno ancora chi darà loro la certezza di essere sulla pista giusta. Tranquillo, è solo questione di imparare a navigare un’altra volta, in un altro Oceano!
Per tutto questo Buon Anno, buon primo anno. E in Bocca al Lupo Campeon.