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SpeedBrain è un nome “mitologico”, una sorta di affascinante timeline dell’intraprendenza di Wolfgang Fischer, tedesco dall’imprinting professionale italiano, che nel 2006 ha dato il via ad un’appassionante coinvolgimento nell’off road mondiale. “Cresciuto” da Acerbis, “Waffi” ha gestito l’avventura del Mondiale Enduro di BMW per poi specializzarsi nel Rally Raid, elaborando lo sviluppo di una moto nata dallo schema BMW Enduro, ribattezzata Husqvarna sulla falsariga del processo commerciale del Marchio svedese, allora passato sotto l’ala della Casa di Monaco, e finalmente “liberata” nell’autonomo progetto SpeedBrain.
È la 450 Rally portata alla Dakar e nel Campionato del Mondo Cross-Country Rally, tra gli altri da Joan Barreda e Paulo Gonçalves. Trasferita la propria esperienza nel team HRC Honda, Fischer è stato il Manager della squadra ufficiale della Dakar. Alla scadenza del contratto, ecco profilarsi una nuova sfida, che il tedesco non si lascia sfuggire.
Hero, per farla breve, è Hero MotoCorp, la fabbrica indiana di moto numero 1 al mondo, con 6.000.000 di “pezzi” venduti nell’anno finanziario 2016. Hero MotoCorp e SpeedBrain danno oggi vita a Hero MotoSport Rally Team, che porta alla nascita della Hero 450 Rally. Di questo e di altro ci parla direttamente l’attore, regista e sceneggiatore principale, Wolfgang Fischer.
«Hero stava mostrando un grande interesse per lo sport, e questo è logico per una fabbrica che produce un'enorme quantità di moto ogni anno. In Hero c’è un ingegnere tedesco coinvolto nella progettazione. Così abbiamo cominciato a parlare… in tedesco. La cosa è diventata sempre più interessante, e man mano che si andava avanti con le “chiacchiere”, ci si accorgeva che le nostre realtà si rivelavano sempre più complementari, anche in termini di visioni generali, di storia, di intenti. Da lì non è stato difficile ipotizzare che il futuro produttivo di Hero MotoCorp passasse attraverso un maggiore coinvolgimento nello Sport e, di conseguenza, nel proposito di realizzarlo attraverso una specifica partnership tecnica mirata a questi obiettivi».
Stop con Honda. Come si spiega?
«In due modi. Per prima cosa eravamo alla scadenza del contratto, e poi Honda aveva deciso di trasferire il reparto corse Rally a Barcellona. Nello stesso tempo si è profilata l’opportunità Hero, che voleva dire rimanere a lavorare a casa, in Germania. Abbiamo vissuto grandi momenti insieme, ma poi per ciascuna delle parti è arrivato il momento di una nuova sfida. Ecco come è andata».
Parliamo di Hero. Un colosso…
«Hero MotoCorp è una delle più grosse realtà nel settore motociclistico del mondo intero. Negli ultimi 15 anni, l’azienda di Nuova Delhi ha conquistato e consolidato l’invidiabile primato di prima fabbrica al mondo per numero di moto prodotte in un anno. Parliamo di oltre sei milioni di due ruote uscite dalla fabbrica e avviate alla commercializzazione in trenta paesi, solo nell’anno finanziario 2016. Parliamo per lo più di motociclette di piccola cubatura, e qui, in un certo senso, entriamo in scena anche noi. Scrutando nel suo futuro, Hero ha deciso di allargare la gamma anche a moto di maggior cilindrata, e di dare un grande impulso al proprio dipartimento di ricerca e sviluppo. La fabbrica indiana è famosa per la robustezza e l’affidabilità dei suoi prodotti, ma è anche vero che l’immagine di affidabilità unita a prestazioni elevate nasce dall’impiego sportivo. Ad Hero è sembrato logico entrare nel mondo dei Rally-Raid, e da lì ha originato l’idea di una partnership tecnica con SpeedBrain e della nascita del Hero MotoSport Team Rally, sotto la supervisione di Markus Braunsperger, Chief Technology Officer di Hero MotoCorp».
Tutto inizia, quindi, “rispolverando” le premiate moto SpeedBrain?
«Esattamente. Ripartiamo da lì. Le nostre moto da Rally sono state in letargo per due anni, e in questo periodo l’anima e la competenza del nostro staff è stata coinvolta nel progetto Honda. Sette tecnici più due piloti di Speedbrain inseriti nel progetto HRC Rally. Poi, come dicevamo prima, un bel giorno si è presentata l’occasione e, parlando, la più precisa, grande opportunità di tornare nella culla del nostro progetto originale, che era quello di sviluppare e costruire delle moto da corsa. Dapprima l’avevamo fatto lavorando sull’evoluzione delle moto per l’Enduro, e poi più specificamente costruendo un'evoluta e competitiva moto da Rally. E arriviamo ai giorni nostri, alla nuova sfida per SpeedBrain di tornare a lavorare sui progetti per cui è nata e finalizzata. È un ritorno e, allo stesso tempo, un punto di partenza, come tutte le occasioni che riaccendono l’antica passione, il movimento originale».
Si riparte per dove, esattamente?
«Prima di tutto si riparte dall’allestimento delle due moto che parteciperanno a brevissimo al Merzouga. Si tratta delle SpeedBrain ultima evoluzione prima dello ‘”sleeping”, semplicemente aggiornate in quella componentistica per la quale era normalmente prevista, allora come sempre, un’evoluzione. Si parla di freni, di sospensioni, di componentistica di dettaglio, ma i nostri tecnici e i nostri progettisti sono già al lavoro su diversi step di evoluzione sul motore e sul telaio. La moto era già estremamente competitiva due anni fa, e credo che l’operazione di aggiornamento, soprattutto in funzione della diverse caratteristiche delle gare a cui parteciperà, sarà piuttosto rapida».
Perché Rally-Raid?
«Perché il Rally-Raid non è solo il fascino di gare esotiche e di grande richiamo mediatico, ma anche e soprattutto il riflesso di immagine di resistenza, affidabilità e qualità, tutti elementi che hanno una grande influenza sulla produzione di motociclette di alti contenuti tecnologici. Senza contare, naturalmente, il grande “servizio” in termini di test, che la partecipazione ai Rally offre a un produttore. Nell’abbracciare una nuova filosofia sull’onda evolutiva di quella originale della fabbrica, il Team Rally si mette a disposizione dell'Hero Centre of Innovation and Technology, per lo sviluppo di nuove moto commerciali basate su grandi contenuti tecnologici».
Una solida partnership, insomma. E con quali progetti sportivi?
«Il nostro primo obiettivo è di dare avvio allo sviluppo della nuova moto da rally, partendo però dall’attività. Mentre gli ingegneri sono già al lavoro, quindi, saremo subito al via in un rally, il Merzouga, e se possibile vorremmo affrontare anche la difficile trasferta della nostra prima prova di Campionato del Mondo, il Sardegna Rally Race. Per farlo abbiamo allestito due Hero 450 Rally, che saranno affidate ad altrettanti piloti. Si tratta di CS Santosh, primo indiano e due volte partecipante alla Dakar, che è una stella di prima grandezza nel suo Paese, lo sportivo più popolare, e di una “vecchia” conoscenza, il 34enne portoghese Joaquim “J-Road” Rodrigues, che io ho seguito sin dalle sue prime apparizioni nel Mondo delle competizioni off road e che ha deciso, finalmente, di mettere il suo grande talento a disposizione del Rally-Raid».
Nel pieno della vostra “antica” filosofia, intendete produrre ancora una piccola serie di motociclette Hero Rally Replica da affidare ai clienti che intendano utilizzarle nei Rally e alla Dakar?
«Sì, lo faremo, anche se non si tratterà di repliche delle moto affidate ai nostri piloti, ma delle stesse, vere e proprie Hero Rally da Corsa».
Questo è il decennale di SpeedBrain, se non sbaglio…
«Sì, per dieci anni abbiamo gestito importanti team nel mondo del fuoristrada a due ruote, e prodotto moto da corsa di altissimo livello di competitività. Moto senza compromessi. È senza dubbio una bella occasione poter festeggiare il primo decennale delle nostre attività con un evento così importante. Lunga vita all'Hero MotoSport Rally Team!»