Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Neom, Arabia Saudita, 12 Gennaio. L’anello di Neom, oltre 600 chilometri per quasi 500 di Speciale, è maledetto. Toby Price, ufficiale KTM, cade al km 155 della Speciale. Una gran botta, e sappiamo già che per fermare l’australiano che ha vinto nel 2019 con un polso rotto bisogna che sia una cosa seria. Lo è, non drammatica ma la forte contusione a un braccio e ad una spalla, con evidente (casco) trauma cranico, impediscono al Pilota di rialzarsi e ripartire. È il ritiro!
Si fermano Van Beveren, poi Brabec e il compagno di Squadra Sunderland, attendono che arrivi l’elicottero dei medici. Price è preso in carico dall’organizzazione ed elitrasportato all’ospedale di Tabuk, 400 chilometri da Neom che, di fatto, per ora è solo punto immaginario nel deserto affacciato sul Mar Rosso.
Il ricovero è deciso in via precauzionale, ce lo conferma il Manager della Squadra Red Bull KTM Factory, Jordi Viladoms, e per un completo check radio ed ecografico del Campione 2016 e 2019 della Dakar. Non ha perso conoscenza e neanche l’inossidabile morale: “Sono cose che succedono quando sei in battaglia!”
Gli ultimi tre giorni non erano stati idilliaci. Price aveva prima perso la leva del freno, poi era caduto nella tappa che portava a Sakaka, intermedio della Tappa Marathon, senza conseguenze, quindi aveva concluso il doppio impegno senza assistenza, a Neom, “ricucendo” con le fascette a strappo il pneumatico posteriore squarciato contro una roccia.
Ciononostante Price aveva concluso al secondo posto la ottava tappa e nella Generale provvisoria era secondo a un minuto dal nuovo leader, Ignacio Cornejo. Non aveva potuto attaccarlo nell’ottava tappa ma stava facendolo proficuamente nella nona. Adesso per il piccolo, forte, taciturno e simpatico Pilota cileno della Honda, è via libera.
Fuori anche Luciano Benavides, che si rompe il braccio e dice addio alla gara. Lo riporta Heinz Kinigadner su Instagram.
Ma non è certamente finita, e l’incidente di Price mette a nudo la vera, fondamentale natura della Dakar. Visto che le condizioni di Price non erano gravi Sam Sunderland avrebbe potuto continuare e rilevarne il posto e la “missione”. L’inglese di stanza negli Emirati, tuttavia, non ha esitato e non è ripartito finché il suo “capitano” non era al sicuro nelle mani dei medici. A Sunderland, come a Brabec, restituiranno il tempo della sosta di emergenza, ma nessuno può restituire la perdita di concentrazione e di ritmo che simili stop provocano.
La Dakar, 43ma edizione delle meraviglie sempre apertissima, continua.