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Yanbu, 31 Dicembre. In Europa è l’alba e c’è chi dorme, in Arabia Saudita sono già al traguardo, o quasi. Insomma, dopo giorni e giorni di pachidermica marcia di avvicinamento, la Dakar Arabia Saudita 2023, 45ma della Serie, scatena tutta la sua furia. È solo il prologo, ma è quel che ci voleva per sciogliere le briglie e capire di che si tratta veramente, per cosa si è qui. Con una scarica di adrenalina lunga appena 13 chilometri, ma tutti a manetta. Nessuna difficoltà nessuna navigazione, solo gas aperto e cambi di direzione in una specie fiume in secca artificiale scavato dai bulldozer e delimitato ai bordi dalla pulizia del Deserto attorno al Sea Camp, 100 KM a Nord di Yanbu.
Tutto accade in un lampo, e come per incanto, per magia da bacchetta, esce la prima ragion d’essere della competizione, del Rally, della Dakar: la prima classifica. È una classifica speciale, che non guarda ai tempi ma piuttosto alle posizioni. Il “trucco” sta tutto nel fatto che nessuno si porterà in dote durante la corsa il vantaggio o il ritardo in termini di tempi, ma è cruciale la posizione che si è ottenuta in questo primo strappo. Succede, infatti, che i primi 15 Piloti Moto e i primi 10 Equipaggi Auto potranno scegliere, uno alla volta nell’ordine di classifica del Prologo, la posizione di partenza preferita per la prima vera e propria Tappa della Dakar 2023, ancora Sea Camp - Sea Camp ma stavolta di oltre 600 chilometri, di cui 367 di prova speciale.
Quale è il vantaggio? Quello di regolarsi sulla testa della corsa, in generale. Ma più raffinatamente e per ciascuno dei pochi seriamente in lizza per la vittoria finale, è la prima chiave tattica possibile, il presupposto di una strategia che è solo nella loro testa (o dei loro tattici al Bivacco). Gli elementi a cui riferirsi sono le previsioni di polvere e navigazione, durezza generale della speciale, lunghezza. Sono calcoli che si fanno quasi al buio, e come in un poker in cui l’immaginazione e l’esperienza giocano un ruolo chiave, così come il bluff. Al Prologo si pesca una carta da giocare nella mano successiva, domani.
Non si fraintenda, no è solo gioco di scacchi. In quel Prologo di così pochi chilometri si può, e talvolta si deve, vedere quanto è cattiva la “bestia”, la Moto o la Macchina, l’SSV o il Camion, fin dove può spingersi e aggredire in uno show lampo di competitività e potenziale. Generalmente, poi, con pochi rischi, qualcosa dovesse non andare per il verso giusto, infatti, il bivacco è lì accanto, i meccanici allertati e armati per intervenire e aggiustare.
Moto. Toby Price, KTM Red Bull Factory, gli ufficiali, firma la sua prima “personale” alla Dakar 2023. Il vincitore del 2016 e del 219 (ricordo sempre e poi sempre che nell’ultima 100% Perù l’australiano ha vinto con una mano rotta), ha preceduto il conterraneo Daniel Sanders, collega GasGas. Al terzo posto Ross Branch, il forte Pilota del Botswana che corre con la Hero ufficiale. La prima Honda del giorno è quella dell’”ala sinistra” Joan Barreda, quarto. Questa storia del Team nel Team, ovvero come è trattata dal Team Monster, non si capisce proprio. O meglio si capisce ma non si giustifica. Salvini, Fantic, Montanari, Husqvarna, e Lucci, KTM, sono i primi dei nostri, tranquilli (poco) e circospetti (molto) in queste primissime battute.
Auto. 8 minuti e 22 ci ha messo la Moto più veloce, 8 minuti tondi la prima delle Auto al traguardo-flash del Prologo. Quasi a sorpresa, il più veloce è Mattias Ekstrom con la prima della RS Q e-tron Audi. Nessuna sorpresa apparente, invece, per quanto riguarda il sostanziale equilibrio di competitività delle 3 marche chiamate senza troppi se e ma a vincere questa edizione della Dakar. Nei primi dieci e in una forbice di 20 secondi ecco comparire 3 Audi, 3 Bahrain Raid Xtreme e 3 Toyota Hilux. Sébastien Loeb, BRX, è secondo, Stephane Peterhansel, Audi, terzo. Nasser Al Attiyah, Toyota, il vincitore del 2022 e Campione in carica, è “solo” quarto. L’unica sorpresa dei dieci è l’inserimento di Kuba Przygonski, il Pilota polacco che porta al debutto la nuovissima Mini John Cooper Works T1 Plus 4x4. Laia Sanz e Maurizio Gerini sono all’assalkto della loro categoria, ottimi appena sotto il ventesimo.
Vale poco e moltissimo il Prologo. Non certo per il pubblico, praticamente inesistente in Arabia saudita, quanto piuttosto per tutti i Concorrenti che possono, finalmente, togliersi di dosso le ragnatele accumulate in un anno di attesa e sentire il contagiri del cuore che sale!
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