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Empty Quarter Marathon, 12 Gennaio. “La Tappa più difficile!” Sarà? Per i meno abili o preparati, certo, ma per quelli che sono lì davanti, a battagliare da anni per il primato della Dakar, non esistono prove davvero difficili, e questa non lo è stata affatto. Magari tappe complicate, magari più o meno indovinate, ma se ne esce sempre, e bene! Per i primi dell’undicesima è quasi routine, grande routine agonistica e spettacolo. I 274 chilometri della Speciale Tuttadune fumati in meno di 3 ore, medie elevate, oltre i 90 KM/H. Evidentemente le condizioni non sono così estreme, lo saranno forse per chi passa più avanti nella giornata. Non è al via Lorenzo Maestrami, che ha avuto un brutto incidente volando giù da una duna appena all’inizio della Speciale più corta del Rally, Doppia frattura, braccio e bacio, pare, bacino, e fine del sogno che stava coltivando diligentemente. È la parte più dura della Dakar.
Lo schema di sviluppo della Tappa è abbastanza semplice. Ross Branch apre la pista e si mantiene davanti per poco. Poco convinto, ben resto, neanche una settantina di chilometri, il Pilota del Botswana in forza al Team Hero si fa riprendere dall’inseguitore. È Adrien Van Beveren, Honda, che non ha scelta, passare ad aprire e cercare di essere più veloce possibile. Anche questa Speciale non presenta particolari difficoltà di navigazione, ma l’operazione comporta sempre un certo dispendio di tempo. Van Beveren ce la mette tutta, Branch e Docherty, che lo seguono non possono essergli d’aiuto, e l’”affare” lo fanno dietro i Piloti che i sono organizzati per avere un ordine di partenza favorevole. Howes, Quintanilla, Price, Luciano Benavides. Sono loro che capitalizzano.
Mi aspettavo un attacco deciso da parte di Toby Price, invece il più attivo nelle retrovie risulta essere Skyler Howes. Probabilmente Price ha deciso che non era questo il giorno dell’attacco “vero”, oppure semplicemente non gli è riuscito. Luciano Benavides, Husqvarna, Daniel Sanders, GasGas, e Toby Price, KTM, chiudono comunque nell’ordine, Howes è quarto a due minuti, Kevin Benavides decimo a sei. Paolo Lucci, 18° è partito piano, è andato fortissimo nella parte centrale della Speciale, poi è calato un poco nel finale. Prende altri 5 minuti da Dumontier, il leader Rally2, ma si costruisce un buon ordine di partenza per la seconda parte della Tappa Marathon.
Ancora e sempre la gara delle Moto è entusiasmante, incandescente. La bella operazione di Howes si converte nel ritorno del Pilota americano in testa alla Generale, ma a meno di 30 secondi c’è adesso Toby Price. Kevin Benavides, che era primo alla vigilia, scade al terzo posto ma godrà di una posizione di partenza favorevole per il termine della Marathon. i due Piloti Honda che seguono, ora Quintanilla davanti a Van Beveren, sono a un quarto d’ora e apparentemente in un vicolo cieco. Possono giocarsi ancora dei risultati di giornata, ma si direbbero ormai tagliati fuori dalla lotta di vertice. Un po’ quel che succede a Luciano Benavides, bravissimo ma stretto nella morsa delle strategie degli avversari. Paolo Lucci resiste in 17ma posizione.
Doveva essere un Empty Quarter d’inferno, ma a quando pare, almeno sino a questo punto, la musica è stata tutt’altro che brutale. Il convoglio tende ad allungarsi sempre di più, come sempre, in funzione dell’avanzare del caldo e al rovinarsi delle piste, e quindi ci sarà ancora gente che arriva tardi, ma non tra i Motocicisti. Lucci viaggia ormai sui tempi dei veloci, oggi il toscano ha concluso la fatica a 11 minuti appena da Luciano Benavides, ma anche il resto della comitiva dei privatoni italiani è ormai al Bivacco della Tappa Marathon. Ritardi che vanno dall’ora alle due ore, ma tutti a casa con la Tappa “più difficile” alle spalle. Tranne Eufrasio Anghileri, che è dato ancora nella prima parte della Speciale. Evidentemente un problema, speriamo risolvibile.
Anche perché stasera, ai 3 campi del bivacco di Empty Quarter Marathon non ci sono le Assistenze e i Piloti possono solo aiutarsi tra loro. Nella maggior parte dei casi non dovrebbe esserci molto da fare. Di gomma per esempio, oggi se n’è consumata poca, e se non ci sono state “scaldate” particolari ai motori, il resto può venire da sé. In prospettiva la parte finale della Marathon con il ritorno a Shayba, 185 chilometri di Prova Speciale.
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