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Dammam, Arabia Saudita, 15 Gennaio. Kevin Benavides, di Salta, Argentina, 34 anni pochi giorni fa, il 9 gennaio, è il vincitore della Dakar Arabia Saudita 2023. Il duello al sole si è risolto a bruciapelo sul rettilineo d’arrivo dell’Edizione più incerta e avvincente della Storia. Difficilmente una Dakar non è avvincente, quasi mai “facile”. Ma ci sono state ere caratterizzate da un solo dominatore, altre da due fuoriclasse in eterno contrasto. La Dakar 2023 interpretata e vinta da Kevin è il massimo livello del thriller del Rally-Raid che supera sé stesso e il tempo che lo rincorre.
Kevin Benavides aveva già assaporato il gusto inebriante e la soddisfazione travolgente, traboccante di commozione, della vittoria. Era stato al termine dell’Edizione 2021, quando aveva raddoppiato per la sua Squadra giapponese di allora. L’anno dopo era stato abbattuto alla decima ripresa da un guasto. Era ripartito il giorno dopo e aveva vinto la tappa, giusto per chiarire. Magra consolazione. Infatti in quell’occasione avevamo visto il Pilota più disperatamente, sinceramente dispiaciuto, le lacrime agi occhi, per essere dovuto uscire dal ring anzitempo. Un dramma personale molto forte. Toccante,
L’avversario da battere in questo finale di Dakar alla Sergio Leone è Toby Price, una carriera spaventosa, due vittorie alla Dakar. Nel 2016 aveva cancellato dieci anni di dominio alternato Marc Coma – Cyril Despres, 5 vittorie a testa, e inaugurato l’attuale era “moderna” della Dakar. La seconda volta alla Dakar 100% Perù del 2019. Price consegnò il suo nome alla leggenda. In pochi sapevamo dall’inizio, molti lo scoprirono alla fine, che Toby Price aveva corso con un polso fratturato in allenamento, sopportando dolori indicibili e riuscendo in un’impresa fino ad allora ritenuta impossibile: vincere la Dakar in condizioni menomate!
Lo scontro finale vede, dunque, di fronte due Piloti vincenti, che corrono per lo stesso Red Bull KTM Factory Rally Team, che sono amici, e si apre alla vigilia con una separazione record tra i due duellanti. Toby Price, l’australiano, davanti, Kevin Benavides, l’argentino, dietro di… 12 secondi! La Speciale non lascia spazio alle strategie. “Solo” questione di gas e di “pelo sullo stomaco”. 136 chilometri di piste intrecciate, velocissime ma con due tratti “trappola” a velocità controllata. Il giorno che devi andare più forte che puoi devi guardarti più che mai dai limiti di velocità! È un paradosso, di quelli che vanno popolando il Motorsport. È anche un duello molto pericoloso, perché tutto viene portato al limite e la pista, in gran parte sabbiosa o umida e fangosa, è disseminata di traiettorie e trappole. Non solo velocità e bravura, l’ultimo giorno Kevin e Toby devono mettere alla prova il coraggio. Tutti e due sanno cosa vuol dire farsi male!
15 giorni, 8.500 chilometri, di questi 4700 di Prove, 14 Speciali (una, la settima, cancellata), mai intravisto un risultato possibile. 8 diversi vincitori di Tappa, 6 Piloti alternativamente al comando, distacchi sempre trascurabili. Quando si presentano al via dell’ultima Speciale Price è da due giorni al comando ma non ha mai vinto una Speciale, Benavides ha appena vinto la penultima tappa ed è stato in testa nella decima, per un giorno. Il duello cambierà questi numeri, pur non toccando quelli della formula vincente: la Dakar!
Il duello si risolve a 110 KM/H di media! Kevin Benavides è imprendibile. Ci ha messo tutto il cuore, e tutto quel che ha ingoiato un anno fa gonfiato dagli interessi. È nettamente il più veloce di tutti, una marcia in più, come si dice. Dopo 30 chilometri ha azzerato il ritardo da Price, e via ancora, più veloce, più sicuro di non avere alterative che nel superarsi. Al traguardo di Dammam è primo, 35 secondi più veloce di Daniel Sanders, 55 di Toby Price. L’australiano non ce l’ha fatta a contenere la furia sudamericana del “Niño”. È secondo. Gara impeccabile. Kevin Benavides sale sul primo gradino del Podio della Dakar 2012.
Sul podio sale anche Skyler Howes, Husqvarna, per 6 giorni in testa alla Dakar. È triplete del Gruppo di Pierer, 2 KTM e 1 Husqvarna sul podio. Pablo Quintanilla, Honda, è quarto e Adrien Van Beveren quinto. Paolo Lucci, il primo dei nostri, 15°. Di questi e di altro parleremo ancora. Oggi è il lungo giorno di celebrazione di Kevin Benavides.
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