Dakar 2025. T3, Santolino e la sorpresa Varawa a Al Henakiayh. Speciale ridotta [VIDEO]

Dakar 2025. T3, Santolino e la sorpresa Varawa a Al Henakiayh. Speciale ridotta [VIDEO]
Lorenzo Santolino aggiudica a Sherco la prima, il diciannovenne sudafricano sbanca nella gara delle Auto e polverizza il record di precocità. Sainz è fuori (mannaia FIA), Loeb da la giravolta ma riesce ripartire e concludere, Lategan sempre leader
7 gennaio 2025

Bisha, Arabia Saudita, 6 Gennaio 2025. La 48H Chrono è conclusa. Mille chilometri dietro le spalle, una notte al bivacco di fortuna nel Deserto, prospettive incerte, ansia dell’imprevisto e… imprevisti. All’uscita dal “piccolo inferno”, come l’hanno definita in molti, la due giorni con partenza e arrivo a Bisha ha premiato Daniel Sanders, KTM Red Bull, e Yazeed Al Rajhi insieme a Timo Gottschalk, Toyota Overdrive. La 48H ha anche esaltato, soprattutto per accortezza tattica, e punito, più o meno seriamente, in questi casi quasi sempre per sfortuna (ammesso e non concesso che non si sia andati a cercarla). Sono stati generalmente bravi ad interpretarla i Motociclisti, e si son presentati in forma agonistica e strategica più eterogenea gli Equipaggi Auto.

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E qualche aggiornamento. Come Laia Sanz e Maurizio Gerini un giorno prima, anche Carlos Sainz e Lucas Cruz si devono arrendere. I tecnici FIA sono passati a controllare il Raptor cappottato durante il primo giorno di 48H Chrono e hanno calato la mannaia. La macchina non è in condizioni di sicurezza, ergo per l’Equipaggio è game over. La Ford M-Sport di Nani Roma è stata, invece, riparata, e il catalano riparte. Classifica di tappa è stata aggiornata. Alla fine a vincere la 48H Chrono è Rokas Baciuska, la star SSV passata alle Ultimate con Toyota. Questioni di penalità. Al Rajhi scende al secondo posto, Al Attiyah al terzo. Classifica generale immutata, Henk Lategan, Toyota, al comando.

La gara delle Moto ritrova in pista Paolo Lucci, obbligato dai medici a rientrare a metà 48H Chrono per un check, ed esalta Andy Winkler, migliore dei nostri con una speciale patina di emozione. Siamo in presenza di un figlio d’arte dal carattere forte e gentile, di un ex crossista americano, di un importante DNA di ritorno (il padre, Aldo, è stato un Dakariano purosangue dell’età d’oro). Una bella storia che trova il suo sviluppo ideale proprio in questa Dakar. Intanto la corsa della Moto si normalizza, si riallinea alle vecchie regole. Dopo tre successi impeccabili con tre “diritti” di partenza ideali perfettamente sfruttati, Daniel Sanders, KTM Red Bull, è finalmente obbligato ad aprire la pista e a pagare dazio. Da una parte il vantaggio accumulato consente ancora all’australiano di avere in mano le carte migliori, dall’altra la pressione dell’intera Squadra Honda nei dieci è un “pericolo” reale.

L’alternanza di risultati e di ordini di partenza produce l’effetto trenino di sempre. La Speciale è veloce, non difficile, e oggi, per esempio, a vincere è Lorenzo Santolino, Sherco ufficiale, partito dalla P11. Sul podio di Al Henakiyah anche Bradley Cox, KTM, primo Rallky2 e figlio dell’arte di Alfie, e il Campione in carica Ricky Brabec, Honda. Howes, Branch e Svitko, il più forte dei “privatoni”, seguono a ruota. Daniel Sanders, nonostante i 4 minuti e venti di bonus apripista, è solo 23° a 14 minuti da Santolino. Il centravanti KTM mantiene la leadership, ma Skyler Howes, Honda, Ross Branch, Hero, e Ricky Brabec, Honda, sono tra i 2 e i 4 minuti dietro. Però il fronte si rovescia domani, e Sanders potrà sfruttare il suo ordine di partenza su una Speciale più lunga, i 415 chilometri alla volta di Al Ula, prima parte dell’unica Marathon che porta alla giornata di riposo di Hail. Rally interessante, aperto, avvincente, insomma. Tutti gli italiani al traguardo, tranne Iader Giraldi che, come al solito, preferisce prendersela comoda in cerca di nuove e ormai sperimentate avventure.

La terza tappa delle auto è segnata immediatamente dall’incidente di Sébastien Loeb, poco dopo la partenza della Speciale, il “Cannibale” manda in uno spettacolare tonneau la sua Dacia ma non si arrende. Ripara quel che può, riparte, si ferma ancora ad aggiustare, prosegue. Riesce a concludere, come Sainz il giorno prima con un buggy-zombie. Lascia sulla pista oltre un’ora. È molto, verosimilmente troppo, ma questo primo scorcio di Dakar suggerisce di non dar troppo peso a cronometri e distacchi, è piuttosto una questione di sopravvivenza. Un’altra osservazione che si può fare è che ‘sti buggy di ultima generazione appaiono un po’ leggerini in velocità sulla grande escursione delle sospensioni. È il prezzo da pagare all’altare della prestazione? Intanto, trattandosi di machine nuove e al debutto alla Dakar, la principale preoccupazione è l’affidabilità. Adesso, sicuramwente anche la Dacia di Loeb passerà ai "raggi X" della FIA.

La tappa si sviluppa sull’attacco “ragionato” di Al Attiyah, Dacia, che mantiene la pressione sugli avversari, costringendoli all’errore e favorendo la risalita degli outsiders. I più attivi tra questi sono Seth Quintero, Toyota, Guillaume De Mevius e Guerlain Chicherit, Mini, il brasiliano Lucas Moraes, a lungo in testa alla tappa. Al Attiyah “fiacca” Al Rajhi, partito in P2 alle spalle di Baciuska, Ekstrom tiene il ritmo. Con la preoccupazione di aprire correttamente la pista, i battistrada si sono fatti “mangiare” e il finale è decisamente a sorpresa. Cede nel finale Moraes e vince, decisamente a sorpresa Saood Variawa, un diciannovenne sudafricano perfettamente sconosciuto… nell’emisfero Nord, che Toyota ha inserito nella formazione ufficiale Gazoo Racing. Variawa ha anche polverizzato il record il precocità, battendo quello detenuto da appena due giorni da Seth Quintero, vincitore della prima Speciale della Dakar all’età di 22 anni.

Al secondo posto di giornata Guerlain Chicherit, Mini, al terzo Seth Quintero, Toyota. Al Attiyah, Dacia, e Ekstrom, Ford, sono sesto e settimo. Scarsi gli effetti sulla classifica generale, mossa soprattutto dalle alterne fortune dei big. Henk Lategan, Toyota Gazoo, mantiene la leadership, Al Rajhi, Toyopta scende al quarto posto, e sul podio salgono Al Attiyah, Dacia, e Ekstrom, Ford. Il podio sta tutto in sette minuti. Price & Sunderland scendono al sesto posto, Lucas Moraes sale al quinto, Sébastien Loeb esce dai dieci e piomba in sedicesima posizione a venti minuti dalla testa della corsa. Qualche tempo fa lo avremmo considerato un ritardo incolmabile, oggi… il “nostro” Camion, l’IVECO Powerstar MM-Technology dell’equipaggio Claudio Bellina-Marco Arnoletti-Danilo Petrucci entra oggi nella top ten della categoria degli “Elefanti del Deserto”, Eugenio Amos e Paolo Ceci hanno invece deciso di non ripartire.

Agostino Rizzardi e Francesca Gasperi stanno riparando con mezzi di fortuna la frizione del loro Century quasi andata. Ce la faranno i nostri veri eroi di questa Dakar delle Auto a raggiungere il bivacco di Al Henakiyah?

© Immagini. ASO Media, Red Bull Content Pool, DPPI, RallyZone, Ford, ItalTrans Media, Ford Performance, Dacia Media, Prodrive, Honda Monster, Fantic, KTM, Hero