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Al Duwadimi, Arabia Saudita, 12 Gennaio 2025. Settima Tappa. Percorsi diversi per Moto e Auto. Uno dei vantaggi offerti al Rally-Raid dal road book elettronico quando non superati dal… malfunzionamento del sistema, evidentemente bisognoso di crescita e maturazione. Sarà così anche per la 8a Tappa alla volta della Capitale Riyadh. Moto e auto partono in contemporanea, nessuna traccia davanti alle ruote dei primi Motociclisti e, allo stesso modo, degli “autisti”. Armi pari tra le categorie, una bella cosa, una giusta causa. Poco più di 400 chilometri di Speciale per entrambi, anche questa volta con un “intervallo” di trasferimento tra i due monconi, tuttavia di appena 5 chilometri. Immancabile l’appuntamento con la pioggia, un “classico” dell’area di Al Duwadimi da quando vi si corre la Dakar.
La strategia dell’armata Honda Monster poteva essere giusta. Tirare la volata a Tosha Schareina, attualmente il candidato favorito al ricongiungimento con la testa della corsa dominata da Daniel Sanders, KTM Red Bull. Se ne incarica il vincitore della sesta, Ricky Brabec, gli va in appoggio Adrien Van Beveren, secondo sulla linea di partenza. Purtroppo per gli hispano-giapponesi Brabec sbaglia quasi subito e torna indietro, Van Beveren lo raggiunge e si aggancia anche Schareina, insieme a Cornejo, Hero. L’elastico si accorcia e favorisce, così come era sulla carta, un’altra bella giornata perfettamente azzeccata dal punto di vista tattico per Daniel Sanders. L’australiano, così, va a vincere la sua quinta frazione in questa Dakar, un fenomeno che non si verificava dal 2016, quando l’exploit riuscì al connazionale Toby Price, che poi vinse la sua prima Dakar.
Per inciso e per aggiornamento, oggi Toby Price, passato alle 4 ruote con una Toyota Hilux del Team Overdrive, non è più della partita. Sam Sunderland, navigatore della nuova avventura “dakariana” dei due volte, ciascuno, vincitori in Moto, si ferma perché l’inglese ha battuto la testa forte nell’abitacolo e non si è sentito di proseguire. Toby e “Sundersam”, che erano stati anche 4i assoluti in occasione della 48H Chrono, si augurano comunque di tornare eliminando la parte sfortunata della loro esperienza di debutto in coppia. Per una ragione simile, colpo di frusta al navigatore Dirk von Zitzewitz, anche Giniel De Villiers, Toyota, abbandona.
Partito da P4, dunque, Daniel Sanders vince la sua 5a Speciale, davanti a Canet e Schereina, al quale mpone un distacco di quasi quattro minuti. Per effetto dell’errore di Brabec, nella Generale Sanders torna ad avere un vantaggio di 15 minuti su Schareina, mentre Van Beveren e Brabec, rispettivamente terzo e quarto, si allontanano ulteriormente. Considerato che Schareina partirà immediatamente dietro a Sanders e a Canet nella ottava Tappa, e se il giovane spagnolo saprà interpretare bene il suo ruolo, va da sé che il contesto potrebbe favorire ancora l’avanzata, al momento e con le dita incrociate trionfale, dell’australiano. Ritiro per Mason Klein, la giovane star americana che è stato vicinissimo a regalare il primo successo di tappa a Kove. Noie meccaniche poco oltre il 300° chilometro, evidentemente non riparabili in pista. Al traguardo gli italiani, con il trio di testa, Tommaso Montanari, Fantic, Tiziano Internò, Honda, Andy Winkler, KTM, tutti oltre la 41ma posizione. Eccellente ventitreesimo tempo per il Paolo Lucci, comunque nominale” poiché il toscano naviga ormai dalla 48H Chrono in zona Dakar Experience. Ancora problemi di tablet, per esempio appunto a Edgar Canet, che ha dovuto aspettare un'ora al rifornimento per la sistituzione, ma che poi si è... premiato con il bel risultato.
Mezzo colpo di scena nella gara delle Auto, nel senso che le circostanze favoriscono il compattamento della task force al comando, di conseguenza facendo crescere enormemente anche l’interesse della categoria. Evidente il riavvicinamento di Yazeed Al Rajhi, Toyota Overdrive, al leader Henk Lategan, Toyota Gazoo, ora ad appena 21 secondi! Una delle ragioni del colpo di scena è un errore nel road book per cui al chilometro 158 gli apripista hanno iniziato a girare in tondo senza poter venire a capo del rebus di una navigazione impossibile. In quel momento Al Attiyah aveva raggiunto De Mevius e Ferreira, partiti per primi, e di lì a poco al club degli sbandati si sono aggiunti Baciuska, Botterill, Ekström, Prokop, il leader Lategan. Sebbene finalmente gli organizzatori, riconoscendo l’errore, avessero deciso di neutralizzare quella ventina di chilometri del disastro, il risultato era un vistoso rimpasto della classifica di giornata e, di conseguenza, della Generale. A guadagnarci Lucas Moraes, Toyota, comunque fuori dai giochi, vincitore della Speciale davanti a Ekstrom, Dacia, e Guthrie, Ford, a perderci soprattutto il leader Henk Lategan, Toyota. Bene anche per Al Rajhi, che ha recuperato quasi tutto il ritardo, e abbastanza per Al Attiyah, che lo riduce di una decina di minuti, ma la morale è che, ora, Lategan resta leader, sì, ma con un vantaggio nominale di appena 21 secondi!
Diciamo che era un po’ quel che ci si doveva aspettare, e cioè che Al Rajhi capitalizzasse una condotta di gara finalmente ineccepibile, ma non in questa modalità, così, un po’ burrascosa e discutibile. Al Attiyah, come gli accade da un po’ di tempo a questa parte, non l’ha mandata a dire, e si è lamentato pubblicamente dell’operato a suo dire superficiale degli organizzatori. Diciamo anche che sarà giusto se Lategan, che nell’ottava Speciale avrà ad aprirgli la pista oltre a Moraes anche Ekstrom, Al Attiyah e Al Rajhi, riuscirà a ristabilire le distanze. Ma è un fatto che la corsa delle Auto si trasforma istantaneamente in un rush a quattro: Lategan, Al Rajhi, Ekstrom, Al Attiyah. Due Toyota, una Ford, una Dacia.
Niente di nuovo né che faccia urlare allo scandalo: la Dakar è sempre stata caratterizzata da ritiri clamorosi e altrettanto clamorosi colpi di scena e… di testa!
© Immagini. ASO Media, Red Bull Content Pool, DPPI, RallyZone, Ford, ItalTrans Media, Ford Performance, Dacia Media, Prodrive, Honda Monster, Fantic, KTM, Hero