Dakar 2025. T9. Sanders, KTM, resiste, Al Rajhi, Toyota, passa al comando [VIDEO]

Luciano Benavides capolavoro, Daniel Sanders inossidabile, Tosha Schareina brivido. Potente Dakar delle Moto. Tra le Auto cambio al vertice. Al Attiyah vince la Tappa, ma Yazeed Al Rajhi, l’idolo di casa, non è mai stato così vicino a un trionfo che ne farebbe l’eroe nazionale
14 gennaio 2025

Haradh, Arabia Saudita, 14 Gennaio 2025. Tre giorni alla fine, la tensione generale ha un’impennata. Ci si rende conto che la Dakar è all’incrocio cruciale, che tattica e strategie hanno due giorni per tradursi in risultato, e intanto che sono passati dieci giorni e sulla corsa è stata scaricata una valanga di eventi e di emozioni forti. Ogni giorno una bella sorpresa, un exploit, ma ogni giorno una fattura, anche pesante. Ogni giorno qualcuno si è avvicinato alla mèta e all’obiettivo, ogni giorno qualcun altro ha chiuso lì, in uno di quegli eventi, la partita.

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Nona Tappa, prima le Moto poi le Auto, “appena” 357 chilometri di prova speciale. Velocissima, si vedrà poi dalle elevatissime medie orarie, ma rischiosa, cadute e incidenti, e complicata da quella che si prevede essere l’ultimo appuntamento importante con la navigazione. Poi sarà l’oceano di dune dell’Empty Quarter, tre Tappe con epicentro Shubaytah, gli ultimi 450 chilometri contro il cronometro. La nona era l’ultima occasione, forse, per mettere a segno il “colpaccio”. Non è successo nella Gara delle Moto, è successo ma non è quello del KO nel Rally delle Auto. Daniel Sanders è riuscito a difendere egregiamente la propria leadership nella prima, Yazeed Al Rajhi ha scavalcato Henk Lategan nella seconda. Nessuna delle operazioni può essere ritenuta definitiva ma, al netto dell’imprevedibilità cronica della Dakar, entrambe rappresentano un grande passo avanti sulla rotta della riuscita.

Com’è andata? Subito con un sobbalzo nella Gara delle Moto, quando Tosha Schareina, Honda Monster, da poco dentro la Speciale, vola via a velocità elevata. La caduta è spettacolare, ma per fortuna senza conseguenze gravi, né per il Pilota né per la Moto. Tosha risale e riparte, non lucidissimo e dolorante, perderà molto tempo rispetto a Sanders, il suo ritardo “virtuale” arriva a sfiorare i venti minuti. Schareina riuscirà a “ritrovarsi” solo al rifornimento. Da lì al traguardo la situazione si ristabilizzerà, Schareina alzerà il ritmo recuperando molto del ritardo, Sanders rallenterà per non rischiare di compromettere la sostanza del vantaggio. La 9a Tappa è un bellissimo assolo di Luciano Benavides, il quale partito per primo non si lascia intimidire dal compito e dalle difficoltà e guida sicuro e velocissimo per l’intera tappa. Mai raggiunto dagli inseguitori, che anzi si perdono alle sue spalle, in particolare Van Beveren, l’ufficiale KTM Red Bull va a vincere in solitaria monopolizzando anche i quasi cinque minuti di Bonus Apripista. Alle sue spalle Van Beveren, Honda Monster, al terzo Sanders, KTM Red Bull.

Il gioco di squadra di Honda non funziona, almeno come dovrebbe, o forse è solo Sanders che è intrattabile, inarrivabile. Schareina, Honda Monster, è settimo a tre minuti e mezzo da Sanders. La generale non si muove troppo: Sanders, KTM, Schareina, Honda, a poco meno di 15 minuti, Van Beveren a 23. Schareina partirà 12 minuti dopo Sanders, ma la decima speciale è corta, 120 chilometri, ed è difficile pensare che lo spagnolo possa recuperare molto all’australiano. Più facile che Sanders ritrovi un vantaggio importante nell’undicesima e penultima, quella che verosimilmente potrebbe chiudere il confronto. Montanari, Fantic, Winkler, KTM, Internò, Honda, Zacchetti, Kove, Lucchese, Husqvarna, tutti e nell’ordine gli italiani alla biglietteria dell’Empty Quarter, ultima ragione incontornabile di questa Dakar.

La gara delle Auto inizia subito male per il leader. Henk Lategan, Toyota Gazoo, che partiva da apripista, è fermato da una foratura. Va da sé che al tempo perso per la sostituzione della ruota si deve aggiungere un rallentamento “fisiologico” per paura di rimanere senza ruote di scorta. Non gli viene in aiuto Guy Botterill, partito subito dopo di lui, che invece si ferma definitivamente a 100 chilometri dall’arrivo, Toyota distrutta. La tappa si trasforma nel teatro dell’attacco di Al Attiyah, Dacia, e Al Rajhi, Toyota, con la compartecipazione di De Mevius, Mini. I primi due puntano al podio e alla leadership, il terzo, ormai fuori dal ristretto giro dell’élite, a una bella figura di giornata. Ekstrom cerca di contenere la furia degli avversari. Tolta di mezzo la prima, delicata parte di tracciato finalmente, a due terzi di Speciale, Al Attiyah può rompere gli indugi e passato al comando, distendere l’azione fino al traguardo.

Henk Lategan, Toyota, che si è trovato nel posto sbagliato nel momento (ordine di partenza) sbagliato continua a perdere terreno, Al Rajhi può approfittarne. Al traguardo Al Attiyah è primo, De Mevius è secondo a meno di 3 minuti, a ruota tagliano Al Rajhi e Ekstrom. Lategan non è neanche nei dieci e regala 13 minuti a Al Rajhi. La situazione ora cambia radicalmente. AYazeed Al Rajhi, Toyota Overdrive, passa al comando, Henk Lategan, Toyota Gazoo, scende al secondo posto a 7 minuti dal nuovo leader, Mattias Ekstrom, Ford M-Sport, è ormai a tiro dell’arco di Al Attiyah, Dacia, nella lotta per il terzo gradino del podio. Al Rajhi, che ha corso da maestro fino a questo momento, ha davanti a sé un finale interessante. Il saudita, infatti, indipendentemente dagli ormai difficili giochi di strategia, si presenta alla resa dei conti nel teatro a lui più congeniale, il suo parco giochi dell’Empty Quarter.

Se a un africano non è mai stato concesso di vincere una Dakar in Africa, e se un sudamericano, Kevin Benavides, ci è riuscito quando il Rally aveva ormai traghettato dal suo Continente, pare proprio che al sesto tentativo un Pilota di Casa riuscirà a vincere la Dakar in Casa. Ma ripensiamoci tra tre giorni, quando la 47ma Dakar sarà passata sotto l’ultimo striscione d’arrivo di Shubaytah. A Shubaytah, intanto, ci si arriva per la prima volta con la decima tappa, 640 chilometri in totale, appena 120 di prova speciale. Speciale davvero, c’è da scommetterci.

© Immagini. ASO Media, Red Bull Content Pool, DPPI, RallyZone, Ford, ItalTrans Media, Ford Performance, Dacia Media, Prodrive, Honda Monster, Fantic, KTM, Hero

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