Dakar. Fabrizio Meoni, nove anni dopo

Dakar. Fabrizio Meoni, nove anni dopo
L’11 gennaio 2005, durante l’undicesima tappa della Barcellona-Dakar, perdeva la vita Fabrizio Meoni. Ha vinto due volte, nel 2001 e 2002 | P. Batini
12 gennaio 2014

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Sono passati nove anni, ma non riesco a fare a meno di dedicare un pensiero intenso a Fabrizio Meoni, così ormai lontano da questa Dakar eppure così ancora vicino. L’undici gennaio 2005, durante lo svolgimento dell’undicesima tappa della Barcellona-Dakar, tra Atar e Kiffa, al chilometro 184,85 su untratto di pista con varie ondulazioni muore Fabrizio Meoni. L’incidente è improvviso, terribile e irrevocabile, con una dinamica che non si riesce ancor oggi a spiegare completamente. Cyril Despres, che corre davanti all’italiano, non si accorge di nulla. Sarà Patrick Zaniroli a dargli la ferale notizia all’arrivo, e una settimana più tardi il francese vincerà la sua prima Dakar. Poco dopo arrivano Marc Coma, Isidre Esteve e David Fretigné. Quest’ultimo attiva la radio balise di sicurezza che richiama sul posto l’elicottero medico. Meoni è sottoposto a 45 minuti di massaggio cardiaco, ma non c’è più niente da fare. Meoni aveva compiuto 47 anni il 31 dicembre.

Dopo Motocross e Enduro, Frabrizio Meoni era passato ai Rally nel 1988, nel 1990 aveva vinto l’Incas Rally, da Lima a Rio de Janeiro, con una KTM 500 a due tempi, e nel 1992 aveva concluso al 12° posto la sua prima Dakar da Parigi a Città del Capo. In un crescendo impressionante, Fabrizio Meoni aveva vinto in Tunisia, in Egitto, a Dubai, e nel 2000 la Coppa del Mondo. Nel 2001 Fabrizio Meoni vinceva la sua prima Parigi-Dakar, inaugurando la serie di KTM che dura fino a oggi, e l’anno successivo si ripeteva aggiudicandosi la Arras-Madrid-Dakar con la KTM bicilindrica che aveva sviluppato insieme a Bruno Ferrari, il “Ferro”, e Arnaldo Nicoli. Passato il negozio che gestiva a Castiglion Fiorentino al meccanico e amico Romeo Feliciani, Fabrizio Meoni voleva fare ancora un paio di stagioni e di Dakar, quindi ritirarsi. Nel 2003 aveva concluso al terzo posto e nel 2004 al sesto ma con qualche noia di motore e di gomme, così decise di disputare anche l’edizione 2005, perché voleva un’ultima Dakar senza problemi. L’undici gennaio Fabrizio Meoni era in corsa per la vittoria.

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In un sobborgo di Dakar una scuola porta il nome di Fabrizio Meoni. Da anni lavorava al progetto, all’insaputa di tutti, con Padre Arturo Buresti, ed è la testimonianza della sua sensibilità per la vita dei meno fortunati, del suo smisurato amore per quella corsa e per il deserto, per le cose semplici della vita. Fabrizio Meoni sapeva incantare per la sua semplice autenticità, aveva il carisma delle persone giuste, avversari che lo temevano e che erano orgogliosi di misurarsi con lui, uomini che lo rispettavano, amici che non lo dimenticheranno mai.

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