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Il pilota Honda racconta ai microfoni di Moto.it della sua Dakar le disavventure della sua Dakar e il suo gesto verso l'infortunato Walkner con il nostro Piero Batini.
Paulo, a parte le tue peripezie e la tua grande determinazione, la cosa che ci ha colpito di più è come hai reagito quando si è fatto male Matthias Walkner. Ti sei fermato, ciao Rally e sei rimasto al fianco dello sfortunato compagno di avventura…
«Sì, ma la verità è che sono situazioni che io considero normalissime. È un collega che sta lì, che era lì già da vari minuti senza nessun aiuto, io sono stato il primo ad arrivare sul luogo dell’incidente, quel giorno partivo dietro di lui, e mi sono fermato. Ripeto, è una situazione che considero normalissima. So che anche Matthias, se succedesse lo stesso a me, farebbe altrettanto. La cosa più importante, in questo come in altri casi analoghi, è che Matthias è stato soccorso, operato, ha recuperato la situazione critica e sarà recuperato al 100% tra breve».
E pensiamo al risultato della prima settimana…
«Della prima settimana è ovvio che sono contento, ero in testa alla corsa e lo era la squadra, che ritengo meriti la posizione che avevamo acquisito. Sapevamo, d’altra parte che avremmo affrontato una seconda settimana più difficile e, soprattutto, un gruppo di avversari molto forti e pronti ad attaccare le nostre posizioni strategiche. Anche in questa situazione la cosa da fare è una sola, quella che avremmo cercato di fare comunque, ovvero dare il meglio di noi e di lottare fino alla fine per un risultato che sia il più buono possibile».
Sarebbe stato meglio avere Barreda al tuo fianco, invece che a casa?
«Joan è un pilota molto importante per la squadra, che aveva un obiettivo unico e chiarissimo, che era quello di cercare la vittoria. Sfortunatamente non sarà per quest’anno non ha potuto lottare per questo obiettivo, e forse non si sentiva di rimanere pur consapevole che ci avrebbe potuto aiutare a centrare i nostri».