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Zagora, Marocco, 15 Ottobre. Nasser Al Attiyah è Campione del Mondo. Anche nel 2023 (beh, è il quinto Titolo). Quand’anche Yazeed Al Rajhi diventasse improvvisamente velocissimo e vincesse tutte le tappe che restano e il Rally del Marocco, al massimo il saudita raggiungerebbe la vetta alla generale, per poi essere distaccato nuovamente per numero di successi, visto che Al Attiyah ha vinto quest’anno Dakar, Sonora e Ruta 40. Per il Principe del Qatar è un altro successo di una carriera, davvero stellare, che a 52 anni lo fissa come il Pilota da battere, giovani e senatori che dir si voglia contro di lui. E così è per il Navigatore, Mathieu Baumel, per Toyota e per il Gazoo Team, che avevano già chiuso il dossier 2023 in Argentina. Chi ricorda le prime scorribande di un Al Attiyah volante tra creste di dune impossibili su una BMW, ricorderà anche la sensazione primordiale, ovvero che il Principe si divertisse, a guidare e a vincere. Così è una ventina di anni e cinque Dakar vinte dopo (per non parlare del resto della vetrina di trofei del Principe, ettari di esposizione), e questo spiega come mai Al Attiyah non rinunci a una vittoria neanche nel momento o nella situazione più rassicurante. Ha vinto così la prima Tappa del Marocco, partendo nella polvere della 38ma posizione, e ha vinto la seconda aprendo la pista. Per usare una formula descrittiva regolamentare omologata dalla FIA, non c’è trippa per gatti! Sui poco meno di 300 chilometri, di terreni abbastanza vari ma sempre duri del primo Anello di Zagora, Al Attiyah ha regolato Carlos Sainz, AUDI, e Sébastien Loeb, Prodrive, con Al Rajhi appunto quarto e, quindi, condannato! Inutile dire che lo specchio della generale dopo due tappe riflette ancora la figura di Al Attiyah in primo piano, Al Rajhi e Sainz alle spalle sfumati di 5 e 6 minuti.
Ben diversa è la situazione della Gara delle Moto. Succede spesso, e quest’anno praticamente dalla Dakar in poi, i motociclisti sono ben più omogeneizzati in quanto a prestazione ed efficienza, cosicché Rally e Campionato del Mondo risultano assai più combattuti e interessanti. La notizia di cronaca è che a vincere la seconda Tappa è ancora Tosha Schareina, Honda, davanti a Toby Price, KTM, e Ignacio Cornejo, Honda. Quella di fondo è che, allo stato attuale delle cose, Price raggiunge Luciano Benavides, Husqvarna, in vetta al Campionato del Mondo RallyGP, identici 91 punti, e l’argentino sarebbe Campione del Mondo per aver vinto il Ruta 40. Questo per dire che restano aperti sia il Mondiale che il Rally, che si presenta ad un finale sicuramente incandescente e spettacolare. Intanto, grazie anche alla formula dei bonus apripista, inventata da David Castera e introdotta proprio al Rally del Marocco del 2022, Ross Branch, Hero, conserva la testa della generale davanti a Price, Quntanilla, Honda, e Walkner, KTM. Il Pilota del Botswana ha potuto beneficiare dell’abbuono di due minuti e mezzo e, così restare perfettamente in gioco nonostante l’ingrato compito di scoprire per tutti dove portavano le note del road book.
Molto bene i “nostri”. Franco Picco sta imponendo la strategia vincente al Team Fantic, regolando il furore di Montanari, 21°, la delusione di Miroir, 23°, caduto, e lo stupore della Daniels, 37ma. Paolo Lucci e Gioele Meoni stanno vivendo l’esperienza parallela di due compaesani di Castiglion Fiorentino alle prese con l’ultimo atto della preparazione di una Dakar cruciale. Lo è per entrambi, seppure per ragioni molto diverse. Lucci morde il freno a attende che qualcun altro commetta un errore significativo, Gioele intanto impara a districarsi nel bricolage quotidiano che gli imprevisti del Rally-Raid può offrire, esperienza necessaria quanto e forse di più di quella di saper andar forte. Nessuno dei due, ovviamente, si preoccupa della classifica, se non come termometro del ritmo.
Bene, con una punta di impazienza, si intuisce, anche Eugenio Amos e Paolo Ceci, alle prese con un Rally determinante per il percorso di preparazione alla Dakar 2024 che correranno con la Toyota Hilux del Team belga Overdrive. L’Equipaggio italiano sta andando benissimo, ventesimi nella seconda tappa e 15mi nella generale. Il che vuol dire che, nonostante un certo affaticamento di Eugenio nella parte finale della Speciale, il duo sta mostrando del potenziale importante. Allo stesso tempo diventa basilare non commettere errori, che possano avere conseguenze serie per la macchina e per il Rally, cosicché se anche la voglia di spingere di più a volte è forte, la ragione interviene a regolare più saggiamente la risposta del… piede.
Terza Tappa, un programma agghiacciante: 333 chilometri di prova speciale su un altro anello, l’ultimo, di Zagora: tutti di sassi! Come minimo, per i motociclisti è la giornata degli avambracci, e per gli automobilisti dei… braccetti del triangolo anteriore. Per non parlare, per entrambe le categorie, dell’attenzione da dedicare alle gomme. Dopodiché il Rally del Marocco 2023 di Monsieur David Castera sarà oltre il giro di boa di metà gara!
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