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Merzouga, Marocco, 17 Ottobre. Sabbia non se n’è vista molta, cordoni ancora meno. Eppure in quei 20 chilometri di dune al termine della più lunga Speciale del Rally, 343 chilometri tra Zagora e Merzouga, è successo di tutto e di più. In particolare lo stop di Nasser Al Attiyah, fermato da un guasto all’Hilux e, poco lontano, di Carlos Sainz, idem AUDI. Al Attiyah se la scialava. Ancora prima, al KM231, si era fermato Sébastien Loeb, ingannato da un fosso e finito dentro con il naso della sua Hunter Prodrive. Gara finita, per fortuna senza conseguenze. Fino a un momento prima, Loeb era in testa e andava come un missile
Il Rally delle Auto, tutto sommato soporifero nelle prime tre tappe, si incendia sulla penultima e apre ad un epilogo in uno scenario completamente nuovo. Si può dirlo, inaspettato per come stavano andando le cose. Per fortuna Al Attiyah aveva già blindato il “rinnovo” del titolo di Campione del Mondo al termine della seconda tappa, altrimenti il Principe del Qatar avrebbe anche potuto trovarsi nella frustrante situazione di dover assistere inerme agli sviluppi del proprio destino. Sia Al Attiyah che Sainz hanno poi concluso la Tappa, ma non vi sto neanche a dire in che posizioni.
Tappa comunque veramente dura, con un po’ di tutto a spezzare braccia e ritmo. Sabbia, terreno duro, piste guidate, hèrbe à chameaux, i soliti, molti sassi. Fermi Al Attiyah a Loeb, vale a dire il primo e il secondo nella classifica generale alla vigilia, e fermo anche Chicherit, il Rally cambia completamente assetto. Regala ad Al Rajhi, Toyota Overdrive, e Peterhansel, AUDI, due grosse opportunità. Per il saudita, che passa al comando, quella di vincere il Rally, per il francese di vincere la prima Tappa dopo tre giorni di assoluta trasparenza, giorni di test. Non è escluso, a questo punto, che “Peter” possa giocare uno scherzetto al leader e andare a vincere. 4 minuti scarsi, in fondo, sono poca roba se solo Peterhansel si ricorda chi è.
La scrematura della parte alta del podio ha fatto salire la febbre agli outsider. Due posizioni regalate spronano Eugenio Amos e Paolo Ceci, Toyota Overdrive, a guadagnarsi il regalo. Così l’Equipaggio italiano si regala un finale di tappa eccezionale. Sesti assoluti, con un salto di ben 5 posizioni nelle generale che li vede ora al settimo posto a una tappa (corta) dalla fine. Ugualmente stratosferica è la giornata di Joan “Nani” Roma e Alex Haro, Ford M-Sport che, in un solo, perfetto giorno di gara, salgono dalla decima alla quinta posizione assoluta. Grande Nani, una garanzia di cuore!
Con una giornata delle auto di questo tenore, la pur eccitante gara delle Moto sembra roba da tranquillo week end di paura. Quel che deve accadere, infatti, lo vedremo solo domani, sul traguardo finale. Luciano Benavides, Husqvarna, che è direttamente interessato alle vicende del Mondiale e che era in testa alla vigilia del Marocco, ha finalmente vinto la sua prima Tappa, Tosha Schareina, Honda, ha sbagliato di nuovo togliendosi in questo modo dalla mischia, e il pur sofferente, e quindi non certo in gran forma Toby Price, KTM, è al comando del Rally, posizione dalla quale la visuale sul Mondiale è molto buona, ma non è ancora quella sognata. Tra Price e Benavides, primo e terzo nella generale, ci sono sei minuti e mezzo e Ross Branch, il Pilota del Botswana che è stato il primo leader del Rally e che porta le prove delle competitività raggiunta dalle Hero ufficiali.
La penultima Tappa del Rally del Marocco è cruciale per la vicenda di Gioele Meoni. Il figlio di Fabrizio, che corre per conquistare il diritto di partecipare alla Dakar 2024, è incorso in una scivolata a bassissima velocità. Nella caduta, tuttavia, Gioele ha messo davanti la mano, provocandosi così la lussazione della spalla destra. Tutt’altro che perfetta la giornata di Paolo Lucci. Il compaesano di Meoni ha prima sbagliato strada, una nota difficile per molti attorno al KM 120, poi, tornando indietro, ha trovato Jagu, GasGas, e Theric, Kove… “Li ho trovati stesi in terra, s'erano centrati, non so come hanno fatto. Comunque si sono fatti male, quando sono arrivato era appena successo, Jagu respirava male e l’altro strillava che gli faceva male ma non capivo dove. Comunque ho chiamato i soccorsi e aspettato che si riprendessero, poi sono ripartito, ma con la testa altrove e il ritmo che non c’era più. Ho finito la tappa, non so neanche come, e domani è l’ultimo giorno!”
Buona, e sono 4 su 4, la giornata Fantic. Anzi buonisima, poi… un po’ meno. Starring Tommaso Montanari, ad un certo punto annunciato da tuttoilrallyminutoperminuto nei dieci. La verità poi ce la racconta lui stesso. Perso su una nota complicata e di nuovo nella mischia. Per chiudere infine 34° nel giorno dell’exploit Miroir che entra nei 20. Per fortuna c’è Jane Daniels, regolare come un pendolo inglese, e comunque l’avanzata della piccola, costituenda armata per la Dakar procede senza intoppi. Bravo Franco Picco, ovviamente.
Resta l’ultima Tappa, l’Anello di Merzouga con 152 chilometri di prova speciale. Nel libretto dell’opera dune, terra, sabbia. Un po’ quel che si sente dire tutti i giorni di tutti i Rally africani. poi magari cambiano gli equilibri tra gli ingredienti, magari si sono scordati di scrivere che ci sono anche un sacco di pietre, che la navigazione a un certo punto diventa impossibile. Nessun problema, nessuno si fida più dei briefing, in questo senso.
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