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Haymana, 6 Settembre. L’alba del 6 settembre diventerà indimenticabile. E così il tramonto. Burac ha sincronizzato il programma del Transanatolia con il levar del sole e il decollo di centinaia di palloni aerostatici. Il bivacco in Cappadocia, una terrazza mozzafiato che domina sulla città di Goreme, è diventato la platea dello spettacolo da capogiro offerto dalla valle dei Camini delle Fate. I concorrenti si staccano dal campo tendato con il naso per aria, ipnotizzati dallo spettacolo. Il volo delle mongolfiere sulle formazioni rocciose è diventato un po’ l’icona del luogo e attira un oceano di turisti. Volare con il pallone non costa poco, ci si potrebbe permettere un viaggio intercontinentale, e la valle si è organizzata per dar vita ad un “traffico” aereo da far invidia a Las Vegas. Però è una di quelle esperienze che valgono la pena del viaggio, nella sua completezza, staccandosi dal suolo e librandosi nel silenzio interrotto dalle fiammate dei fornelli, oppure stando con i piedi (e le ruote) per terra, rimandando il volo ma godendo della fotografia e della testimonianza offerta dal Rally turco.
Poi ci si sveglia dal sogno e il Transanatolia è ripartito. Una corta, nervosa, e navigata, prima Speciale, 28 chilometri da prendere con le pinze, e una seconda che doveva essere la più lunga del Rally con una bella gamma di “trappole” caratteristiche della disciplina, compresa la rischiosa palude del lago salato. Jordi Acarons, al briefing, ha richiamato su questa necessità di concentrazione di corretta valutazione del terreno. Poi è passato Paolo Albertini e all’apertura delle piste si è reso conto che non era cosa. Troppo fango. Così, dopo essere stata rinviata di un’ora in cerca di un’alternativa, la Speciale è interrotta dopo il rifornimento, e la seconda parte diventa una palestra di allenamento, fuori dai cronometri e a discrezione dei concorrenti.
La magia continua. Non c’è bisogno di essere Joshua Slocum, il leggendario navigatore statunitense protagonista alla fine del XIX secolo della prima circumnavigazione del globo in solitario. Basta essere Jacopo Cerutti e aver davanti alla prua della propria Aprilia una rotta di appena 28 chilometri, per quanto “burrascosi”. Così la Tuareg 660 appena nata entra nella storia. Cerutti vince la Speciale davanti a Botturi e Tarres. Quarto è l’ex favorito Santolino. Con la doppietta italiana si entra dunque ufficialmente nell’era annunciata della grande sfida delle Bicilindriche. Insistendo su un luogo sin troppo comune, Aprilia, Cerutti e GCorse fanno la storia. La prima parte della storia, perché non è finita.
Manetta e spettacolo, la pista del Transanatolia diventa l’arena ideale per la volata dei due… pistoni affiancati su quel che resta della seconda Speciale, comunque forte. Vince Santolino, Sherco, che era andato a funghi nella prima, Cerutti è secondo e Botturi terzo. Tarres non in particolare evidenza. Aprilia continua a scrivere la storia. Cerutti vince anche la Tappa, e porta avanti l’opera. Vittoriano Guareschi, che ci racconta qui la storia della Motocicletta, con lui il fratello Giancarlo e quel Reparto Corse di Aprilia che ha fatto tutto questo, possono permettersi una serata d’orgoglio. In effetti l’hanno meritato, quando arrivano certe verifiche l’orizzonte davanti diventa più vicino. Cerutti davanti a Botturi e Tarres, si diceva. Tre bicilindriche in perfetta evidenza. E tre bicilindriche sono al comando del Rally, podio in esclusiva. Tarres è ancora primo, il Botturi bravissimo e irriducibile che tutti conosciamo è a 5 minuti, Cerutti si è avvicinato a tre minuti da Botturi. Los tres amigos si divertono, e fanno divertire gli appassionati.
Afyonkarahisar. Provate voi a pronunciare. Io per riuscire a dire Raz-gat-l-oglu ci ho messo diciotto mesi con un insegnante di sostegno autoctono. Comunque è la destinazione della quarta tappa del Transanatolia 2023, il cui bivacco arriva dopo due prove speciali “Transanat Standard”, 124 e 66 chilometri, più l’idea nuova di una cortissima Speciale spettacolo, appena 2 chilometri e mezzo. Probabilmente è un’idea ereditata dalla parallela passione WRC dell’organizzatore.
© Immagini Transanatolia – Aprilia Racing – Botturi Media