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Afyonkarahisar, 7 Settembre. Mamma li Turchi! Tra il serio e il faceto è l’espressione che ancora rappresenta, in occidente, una certa diffidenza per quel Paese. È una forma ideale e illogica, ma bisogna ricordare che il dimezzamento dei pregiudizi è più lungo di quello del Cesio-137, e che la contaminazione da diffidenza può diventare patologia. Vedi quelle suocere, che non avendo mai messo il naso fuori dal paesello, ogni volta che la figlia parte in viaggio si chiedono perché mai il genero voglia portare la figliola da quei selvaggi!
Il fatto è che, se una volta gli ottomani dominavano, anche con una certa decisione, le scorribande dei mari a fini di conquista, oggi sono i turchi a subire l’assalto di una moltitudine planetaria. La conquista della Turchia da parte del turismo è un fenomeno in crescita costante, e porta alla scoperta di una Terra bellissima popolata da gente squisita. È gente semplice e gentile, che ispira un senso di partecipazione e di semplice onestà.
La Turchia è un Paese dalla bellezza commovente e dalle risorse umane, ambientali e di cultura da capogiro. Il Transanatolia di Burak Büyükpınar ne è testimone e messaggero. Il fortunato turista e Pilota, che ha preso il Rally come un pretesto, ci fa sempre più caso, e apprezza istintivamente il fatto che, come per l’apprezzamento della bellezza, in questo Paese ci si può fidare.
Fidarsi. Non sempre, certamente, e non di tutto o del tutto. Per esempio di certi finti appoggi nel fango non ci si dovrebbe mai fidare, mai ciecamente. È quello che ha scoperto Alessandro Botturi a 10 chilometri dalla fine della prima Speciale della quinta Tappa, tra Haymana e Afyonkarahisar. Speciale bruttissima, all’improvviso Botturi ha perso l’anteriore ed è volato di spalla contro la roccia. All’impatto con il Gigante di Lumezzane la roccia si è fatta sabbia da clessidra, ma la botta è stata forte e ha lasciato dolore e un ematoma che stasera sembra una sacher-torte. Non abbastanza per accendere l’ABS del Pilota, il quale non solo non si è fermato, ma a parte quei tre minuti portati via dal frangente, non ha neanche calato il ritmo! Eh sì, Giganti si nasce, in particolare in quella Valle.
Giornata di guida e tecnica, giornata da monocilindrica Sherco, sembrava chiaro. Infatti la Sakarya di 124 chilometri è andata a Lorenzo Santolino, e la Figya di 66 a Rui Gonçalves. Chi si aspettava l’en plein, come me e il bravo cronista Daniele, tuttavia, si è dovuto ricredere proprio dove si andava a cercare la prova schiacciante: la brevissima Speciale 11, 2 chilometri e mezzo sulla pista di Motocross. E lì è saltato il banco. Pol Tarres, Yamaha, ha silenziato tutti lasciando il pubblico a bocca aperta, e Jacopo Cerutti ha ottenuto lo stesso tempo di Lorenzo Santolino.
Riassumendo, il colpo di scena mandato… in scena da Botturi si è per fortuna di molto ridimensionato. Lorenzo Santolino ha vinto la Tappa, è il terzo acuto personale dello spagnolo, e Cerutti ha recuperato quasi tutto lo svantaggio che aveva rispetto a Botturi. Era giusto che Cerutti, avendo vinto la 4a Tappa e dovendo, di conseguenza, aprire la pista, mordesse il freno, e sarà giusto vedere cosa potrà succedere nella 6a e penultima Tappa quando Cerutti avrà un ordine di partenza favorevole rispetto a Tarres ma non rispetto a Botturi. Intanto Pol Tarres, Yamaha, è primo, Alessandro Botturi, idem, è secondo a undici minuti e mezzo, e Jacopo Cerutti, Aprilia, è terzo ad appena 13 secondi da Botturi. Tarres pare averci già messo il carico da 11, ma tra Botturi e Cerutti potrebbero accendersi scintille. Fermo restando che, per come si sono messe le cose e per quelli che erano gli obiettivi della vigilia, la situazione attuale genera ben pochi dispiaceri.
Con l’annuncio della sesta e penultima Tappa, tra Afyonkarahisar e Simav, con due Speciali di 64 e 102 chilometri, ecco il piccolo aneddoto rimasto tra le pieghe della quinta Tappa. Ricorderete che la seconda speciale era stata dimezzata, e che il lago salato era diventata una palestra di allenamento. Bene, si racconta (ma ci sono testimoni che hanno fotografato il trip computer), che sulla distesa salata l’Aprilia di Cerutti abbia preso i 185 chilometri all’ora! Si racconta anche che, subito dopo, l’Organizzatore, Burak, abbia convocato i commissari e già imposto, senza alcuna votazione o obiezione, la sua proposta di legge: speed limit a 160 KM/H!
© Immagini Transanatolia Media – Ozhan Ozde – Elif Erkurt – Alkim Sarak – Murat Tekin – Aprilia Racing – Botturi Media - PB