EICMA 2020 non si fa. Ci sembra una decisione assennata

EICMA 2020 non si fa. Ci sembra una decisione assennata
ANCMA ha preso la grave decisione dopo aver scrutato un orizzonte che resta perturbato. Più che una conseguenza è un principio, un momento di coraggio e onestà. Il problema è il futuro
26 giugno 2020

Io nutro simpatia e amicizia, e grandissima stima, per questa gente. Quindi posso mettere subito da parte i dispiaceri e guardare avanti. EICMA 2020 non si fa. Non si farà nei tempi e nei luoghi. La rassegna motociclistica mondiale che ci aspettavamo e che tutti gli anni aspettiamo con trepidazione va al 2021, e il Salone della Moto più seguito, il nostro fiore all’occhiello in ambito fieristico e rappresentativo, quest'anno non si farà. Non fisicamente.

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La decisione è pesante e allo stesso tempo ponderata, trasuda dispiacere e tutto l’impegno profuso per trovare quella soluzione magica che si è rivelata impossibile nella vita reale.

È una decisione triste, molto triste, ma saggia, assennata. Per tanti motivi. Il primo è ancora il CoViD-19, non nella versione pretesto-scusa utilizzata da molti, troppi, per mandare a monte o a casa.

È vero che mancherebbero ancora quattro mesi all’apertura dei cancelli, ma stiamo parlando di un evento che non può permettersi la minima sbavatura, e che conta il suo successo sui numeri record di affluenza del pubblico. Non vi sembra vagamente stridente pensare oggi a 800 mila, un milione di persone, a quel fiume in piena di visitatori appassionati ed euforici che facevamo immancabilmente fatica a risalire? Bene, di fatto non c’è ancora nessuna garanzia che il problema, sia pure ridimensionato e sotto controllo, non esisterà più il 5 Novembre, giorno programmato dell’inaugurazione. Non c’è per EICMA e non c’è per la Fiera di Milano. Chi decide di non correre il rischio oggi dimostra di avere quel coraggio che erroneamente attribuiremmo alla decisione opposta da considerarsi, invece, un atto di spericolata irresponsabilità.

C’è un segnale che ha preceduto tutto questo, e che ha fatto discutere a lungo. All’alba del contagio, KTM e BMW avevano già deciso che non avrebbero partecipato alle edizioni 2020 delle grandi manifestazioni fieristiche. Milano fra queste, visto che si parla di grandi. Si è detto: se mancano loro che faranno gli altri? Si è pensato a un’altra forma di “contagio”, ma la verità è nel contarsi oggi. Se oggi la situazione generale urla che è meglio darsi una regolata, stare attenti e risparmiare, quella voce deve essere ascoltata. E devono ascoltarla gli operatori di un settore che, per inciso, non ha avuto la grazia di un solo segnale di ascolto da parte dell’amministrazione pubblica. Stretta tra i piagnistei dell’auto e l’euforia della bici, la moto è stata semplicemente ignorata in ogni e qualsivoglia piano di supporto e incentivazione. La Moto ha quindi il dovere di portare alla famiglia degli appassionati un messaggio di impegno solido, concreto, autonomo. Come è sempre stato, del resto.

ANCMA, la nuova, cristallina ANCMA di presidente Paolo Magri, si è mossa subito su un terreno allentato. A pioggia la ripartenza in chiave “pulita" dell’Associazione, l’emergenza CoViD-19, il blocco del mercato nel momento chiave del risveglio primaverile. Tutto questo si è logicamente riversato sul processo di costruzione EICMA 2020. Un pantano!

Probabilmente ANCMA avrebbe potuto lavorare su una versione ridotta di EICMA, più allineata ai tempi che (non) corrono e alle nuove unità di misura della distanza. Ma avrebbe avuto un senso un modello in scala, una vetrina incompleta, una soluzione in controtendenza rispetto all’EICMA dei record che conosciamo? No, e comunque sarebbe stato un controsenso chiedere ai visitatori di stare alla larga da loro stessi nel rispetto di una distanza responsabile. EICMA è sempre stato l’evento dei gomito a gomito, degli a braccetto critici, dei commenti all’orecchio, complici, ispiratori.

Somma di ragioni. Sacrosante e logiche. Meglio l’assunzione di una responsabilità globale intransigente e una definizione onesta delle priorità. Ecco perché penso che ANCMA abbia preso una decisione giusta e condivisibile da tutti gli appassionati.

Da una parte sono tranquillo, dall’altra un po’ meno. Da una parte immagino che chi ha avuto il coraggio dell’assennatezza non se ne starà con le mani in mano. Dall’altra temo che la non continuità sia un pericolo. Mi piacerebbe che ANCMA e EICMA fossero comunque presenti nei momenti chiave dell’evoluzione della specie, della tradizionale rivelazione delle novità. Altri prodotti e proposte, segnali, altre e rinnovate idee che preservino l’importanza dell’attualità con un messaggio forte di continuità.

Poi, va da sé, EICMA 2021 dei record!

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