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Dire “Farioli” è molto di più che dire KTM, e non staremo qui a dilungarci sul significato non solo evocativo che questo abbinamento ha nella storia dell’Enduro.
Basti dire che Arnaldo, il Padre, è stato protagonista assoluto sin dagli albori, e che Fabio, il Figlio, è e resta l’autorità italiana dell’Enduro by KTM. Molto di questa storia poggia sui pilastri di una forza sempre molto vicina all’imbattibilità, ma quest’anno, capita, la Squadra non è riuscita a centrare gli obiettivi tradizionalmente considerati quasi un’abitudine. Anzi, potremmo dire che il giovane Josep Garcia è stato, quest’anno, il “salvatore della patria” KTM. Niente di irrimediabile, si volta pagina e… si cambia tutto.
L’enduro di domani non sarà solo “Mondiale”, ma anche “World Series”, un raddoppio che sa un po’ di protesta e un po’ di incontentabilità, entrambe attitudini inopportune quando la Specialità è così “sobria”. Delle “Series” faranno parte anche gare più vicine al Mondo dell’Estremo, dell’Hard Enduro, così anche la Squadra da costruire per la prossima stagione deve tenere conto di questo cambiamento, e uniformarsi alle nuove esigenze. Momento speciale per chiedere a Fabio Farioli di farci uno “spaccato” della situazione che si profila, e di dirci come intende affrontarla.