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Jacopo Cerutti è la nostra bella sorpresa. Pilota italiano particolarmente seguito e atteso, 12° lo scorso anno al debutto, Jacopo ha avuto un anno difficile a causa di un incidente durante una gara dell’Italiano Motorally. Si è ripreso, ha vinto il campionato e sta bene. Adesso è completamente concentrato sulla Dakar, e si allena per arrivare alla partenza della Paraguay-Bolivia-Argentina al top della forma.
Ufficiale o non ufficiale? Cerutti ritiene di aver avuto molta fortuna a debuttare alla Dakar in seno a un Team ufficiale, condizione senza la quale non ce l’avrebbe mai potuta fare. Quest’anno, confermato pilota Husqvarna con il supporto dell’Italia, Cerutti correrà con il Team MRG della Repubblica Ceca. È una squadra molto attrezzata e motivata, che può contare su un seguito e un interesse crescenti, non solo nel suo Paese. Una ragione di più, per Cerutti, per dare il massimo e fare bene.
“Provocato” sulla sua posizione di Italiano emergente, ma forse ancora più avanti, Cerutti ci ferma subito, ricordandoci dell’esistenza del Grande “Bottu”, il Botturi, che resta sempre l’Italiano più forte. Cerutti, molto modestamente, si ritiene al momento un italiano in più, che è un bene per lo sviluppo della disciplina nel nostro Paese, e ancora una volta vede nella chance di diventare un beniamino dei nostri una ragione di più per mettercela tutta. E come sarà la Dakar nel giudizio prospettico di Jacopo Cerutti? Secondo lui sarà un po’ meno veloce, ma più dura. E figuriamoci. Soprattutto, Jacopo si aspetta una Dakar più navigata, ma questo è un aspetto che non lo preoccupa, anzi. La scuola italiana è la migliore, e per questo ben venga una Dakar navigata nella quale fare la differenza!
Punzecchiato, infine, sull’eventualità di ottenere un risultato e, tempo permettendo, di darci una mano a seguire la corsa, Jacopo frena ancora. Certamente sì, disponibile e contento su tutta la linea, ma in un ordine diverso di priorità. Prima verrà l’imperativo di finire la corsa, perché non si arriva, che so, quinti se non si conclude la Dakar, poi verranno tutte le altre opzioni. Ancora una volta, l’imperativo augurale, sottolinea Cerutti, è quello di mettercela tutta.