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Buongiorno Chris, come è organizzato il vostro Team?
Chris Gray: «Buongiorno a voi. Siamo venuti in Sardegna con un Team molto compatto. A parte i Piloti, siamo in pochi e tutti volontari, e abbiamo un budget vicino allo zero. In compenso abbiamo schierato un team per ogni categoria. Siamo impegnati nel Trofeo, nel Trofeo Junior e nel Trofeo Femminile. Essere in pochi e con pochi mezzi implica che anche i Piloti hanno i loro compiti e il loro da fare nei fuori gara, si aiutano tra loro e sono in parte responsabili del lavoro tecnico richiesto per preparare le moto per il giorno successivo, e partecipano alle operazioni logistiche quotidiane. È bello, lavoriamo tutti insieme molto bene e ci siamo preparati a farlo già a casa nostra».
Tanto impegno non vi impedisce di ottenere risultati davvero lusinghieri…
«Yes, siamo stati un po’ sfortunati con Matthew Phillips, che è caduto il primo giorno, e molto fortunati con Daniel Milner, che è partito inserendosi subito tra i migliori. Dan ha lavorato moltissimo, e molto duramente in Australia, per molto tempo e spingendosi continuamente ai limiti delle sue capacità per essere ben preparato ad affrontare questa sei Giorni. In Australia Daniel è il numero 1 nel Campionato Offroad del nostro Paese, e in un evento che chiamiamo 4 Giorni di Enduro. Di base, c’è che da noi cerchiamo di lavorare il più possibile con i giovani».
Poche risorse ma massimi risultati, soprattutto alla Six Days?
«Corretto. Io penso che uno dei nostri vantaggi sia che, contrariamente agli altri Paesi, dove i Piloti corrono nei loro Team e quindi si riuniscono all’ultimo momento per la Sei Giorni, noi facciamo lavorare insieme la Squadra nazionale praticamente tutto l’anno. Il ruolo principale del Team diventa proprio quello di farne una Squadra estremamente affiatata. Si arriva al punto che ciascuno sa quello che pensa o che può fare il compagno di Squadra quando si tratta di affrontare le situazioni più delicate. Anche i meccanici seguono la stessa filosofia. Non c’è un tecnico individuale, ma pochi meccanici che pensano a tutti i Piloti. Si crea così un clima di grande fiducia tra tutti i componenti del Team».
Chi paga le spese di un Team impegnato per molto tempo durante la stagione?
«Motorcycling Australia, la nostra Federazione, sostiene i costi della preparazione durante l’anno e la nostra campagna alla Sei Giorni. È un work in progress che dura tutto l’anno».
Questo vi rende orgogliosi quando un vostro Pilota, come per esempio Merriman nel passato, o Matthew Phillips, viene in Europa e vince nel Mondiale?
«Ci rende molto orgogliosi. Phillips si è impegnato moltissimo e ha affrontato un’esperienza difficile, ma è riuscito nell’intento di vincere e questo ci inorgoglisce molto. Io penso che anche Daniel Milner seguirà l’esempio di Phillips e andrà in Europa a correre. Per questo Dan ha anche cercato, in Australia, di seguire un programma analogo a quello di Mat dello scorso anno. Ma intanto pensiamo a questa Sei Giorni, che è molto dura!»