MXGP. Tony Cairoli: Fuoriclasse o Bollito?

MXGP. Tony Cairoli: Fuoriclasse o Bollito?
Hanno fatto bene a uscire allo scoperto. Dovevano aspettare. Brava Ducati. Ducati umiliata. È consapevolezza. È presunzione. È un talento. Il suo tempo è passato. È un fuoriclasse. Solo un collaudatore. Antonio “Tony” Cairoli
20 agosto 2024

Arnhem, Olanda. La sabbia olandese del Gran Premio di Arnhem è stata impietosa. Ha esaltato il fuoriclasse Jeffrey Herlings, ridimensionato il fuoriclasse Antonio Cairoli. Ha mostrato che il tempo è come una strada, porta avanti. Che se si sta fermi si accumula ritardo. Herlings è stato fermo un anno ed è tornato da guerra. Antonio Cairoli è tornato alla guerra dopo tre anni ed è andato KO. L’olandese è tornato in alto, l’italiano no. È il succo di questo lato dell’evento, che ha scatenato la guerra dei commenti pro e contro, pubblici, da bar e privati. Pro Ducati e Cairoli, contro Ducati e Cairoli. Rispettivamente: troppo presto, troppo tardi. Queste le accuse.

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Di solito cerco di non dar peso ai commenti. Non li snobbo, semplicemente hanno su di me un effetto devastante. Mi esaltano, mi avviliscono fino alla depressione. Ergo, non li so gestire. Questa volta l’effetto è un frullatore. Sono dilaniato dalle sentenze che tracimano dagli opposti pulpiti istantaneamente. È appena successo, sono già partite le bordate. Ducati ha fatto bene o ha fatto male a debuttare in Olanda a tre quarti di stagione, quando il programma era di partire il prossimo anno? Tony Cairoli: è ancora il fuoriclasse di un’era leggendaria o quasi quarantenne un Pilota “bollito”? Sono domande che vengono da un pubblico di appassionati, magari competenti, ma le risposte sono come una raffica di mitra partita per sbaglio. Non c’è riflessione, non c’è pazienza. Non c’è rispetto, aggiungo.

Ducati avrebbe fatto bene ad aspettare? Intanto non si sa ancora quale è il guasto che ha portato al DNF di Gara 2. Poi i test dell’Italiano dicevano che la Desmo450 MX era avanti sulla tabella di marcia. Quindi il verdetto è quantomeno precipitoso. Antonio Cairoli è 7° nella Qualifying, meno di 2 secondi più di Herlings sul bestlap. In gara 1 parte malissimo, succede ai migliori, in Gara 2 parte 11° e al 5° giro, quello che precede il ritiro, è 9° e ha davanti a sé Geerts, Guadagnini, Febvre, Coldenhoff, Herlings, Prado e Gajser in quel frangente al comando. La crema del Mondo di oggi. C’è la posizione, e c’è la velocità anche se oggi non è quella di un tempo, che non è poi troppo lontano. Ma un tempo, quel tempo, questa Ducati neanche c’era.

Prendo un esempio, Sébastien Loeb, il Cairoli del Rally WRC. Nove Titoli consecutivi. Non fate finta di non ricordare, certi fenomeni appassionano anche le nonne. Nel 2013 vince l’Argentina e si ritira. Nel 2018 torna al Mondiale. Lo danno per “bollito, vince il Catalunya, 5 anni dopo il ritiro. In mezzo, nel 2015 e nel 2022, due camei vittoriosi al Monte-Carlo. Talento, esperienza. E passione. Sono le tre doti privilegio e segreto della longevità di un Campione. Perché Antonio Cairoli no?

Cereghini dice che non si ragiona ma ci si schiera. For President. Il social ormai esige riflessi da centometrista olimpico. Io dico che manca un po’ (tanto) di rispetto. Io al lavoro appassionato di una Fabbrica ci credo ancora, perché credo che là dentro ci sia gente appassionata, e mi emoziona il tuttoitaliano anche nel paradosso che è pagato dai tedeschi. Alla Fabbrica che lancia la sfida e al Campione dei Campioni sono disposto a dare fiducia, ed enorme rispetto, fino a che non vedo tutti giocare a carte e fumare Toscano al circolo.

Il tifo, la passione, non ammettono i processi decennali cui siamo abituati, d’accordo, ma verdetti così rapidi, istantanei, pro e contro, non sono un po’ troppo? Che ci scappa via se ci fermiamo un attimo a riflettere o a raccogliere un altro poco di dati?

© Immagini MXGP, Ducati, Infront