Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Io Resto a Casa! #iorestoacasa e… vado al cinema. Vuoi mettere buttarsi sul primo dvd o su Netflix con le ultime energie del giorno, o invece poter dedicare una maggiore attenzione alla programmazione del cinema a 30 pollici cui possiamo essere obbligati in questo particolare momento? Non c’è storia. Dalla preparazione della sala alla scelta dei Titoli, dall’approccio alla disponibilità critica in una chiave del tutto imprevista. Alla ricerca della qualità della vita in un momento delicato.
Con l’adsl alla velocità del fax, a casa mia, ho meno da scegliere... Niente Netflix, Amazon Prime Video o AppleTV, il grosso dell’offerta è nella biblioteca... privata. Generazioni di biblioteche.
A parte un’infinità di “chiavette” e dischi rigidi imbottiti di contenuti video, non è difficile immaginare che molti di noi hanno interi scafali di Blueray, di dvd, addirittura di videocassette. Così è dalle mie parti, almeno.
Operazione uno, quindi, verificare che i lettori funzionino. Blu-ray ovvio, dvd non scontato, WHS addirittura una scoperta. Vecchie macchine, ben fatte, possono superare l’obsolescenza e mettersi a disposizione del momentum.
I titoli. Quanti e quali a disposizione? Mi verrebbe da dire che nessuno lo sa. Tuttalpiù lo immagina. Non avendo adottato alcun criterio di archiviazione, io mi devo affidare al caso o a una vaga memoria visiva.
Qui si sta parlando di… restare in argomento, e di accedere ai Titoli a sfondo… passione motociclistica. In verità una frazione della biblioteca, un ago nel pagliaio. Quindi il momento particolare è, prima di tutto, l’occasione di mettere ordine (tanto per cambiare) nella nostra vita, nella fattispecie censendo e ri-archiviando la movie-teca.
Metodo base: per ordine alfabetico. È un lungo lavoro di spostamenti, singoli e per blocchi, e di straccio antipolvere. Tempo ne abbiamo, diventa quasi un gioco. Quando l’ultimo DVD va al suo posto la soddisfazione è concreta. Oddio, arriva anche qualche delusione. Censita l’opera omnia del Tenente Colombo, per esempio, ma sparito il cofanetto della Pantera Rosa. A chi era andata in prestito?
Così siamo pronti ad affrontare la programmazione a tema in modo sistematico. Avendo avuto modo di registrare i titoli del tema, ora è più facile scegliere cosa rivedere o cosa proporre. E qui risiamo nella condizione di confrontarci, quindi dico la mia senza alcuna presunzione, solo a titolo di promemoria aspettando piuttosto da voi suggerimenti utili per espandere la mia “cultura”.
Mi piacerebbe mettere a virtuale disposizione la mia biblioteca, come ha fatto l'Unesco con la sua wdl (.com) ma qui si casca in un ambiente di condivisione non contemplato: torrent et al. Quindi lasciamo perdere. Magari si provvedesse, data l’attuale situazione, a consentire il libero scambio via rete! Beh, io non potrei comunque, vista la velocità. Resto dunque piantato sui titoli fisici, cassette o dischi, e vi passo le mie preferenze, concentrandomi su poca roba a mio giudizio importante o curiosa.
Titolo numero 1. In testa con un grande vantaggio sugli avversari: Indian. La grande sfida. The World’s Fastest Indian, la Indian più veloce del Mondo. 2005 Il titolo originale mi piace di più. Per le mie corde è un capolavoro. Non è Moto a oltranza o da fissati, ma la Indian co-protagonista del film è un capolavoro, ed è tutto quello che può esserci dentro e attorno a una passione smisurata, onesta, sensibile. Anthony Hopkins è un genio e qui uno non sta con l’apprensione traumatica del Silenzio degli innocenti. Anzi, ci si lascia trasportare serenamente, anche un po’ commossi, nel viaggio geografico e dell’anima attraverso la vita semplice e appassionata di Burt Munro, dalla Nuova Zelanda al record di velocità su terra sulle Salt Flats di Bonneville. Burt e la Indian Scout del 1920 pazientemente, amorevolmente, radicalmente “evoluta”. Sì, è la “pellicola” numero 1.
Titolo numero 2. I Diari della Motocicletta. È la storia dell’inizio della… storia di Ernesto Che Guevara. Ispirato ai diari di viaggio Latinoamericana del Che. È il progetto dell’attraversamento del Continente da Sud argentino fino al Venezuela, il viaggio in Moto che… non terminerà in moto. Il Che in compagnia dell’amico fraterno Alberto Granado. È chiaro che il film è da subito il pretesto per ricollegarsi a un protagonista e a una delle storie più affascinanti della nostra cultura, e come tale è appagante, istruttivo, intenso. Lo è un po’ meno dal punto di vista della “passione motociclistica”, poiché ci fa stare in continua apprensione per la povera “Poderosa”, quella Norton 500 M18 che non parte con le migliori caratteristiche di affidabilità e che ben presto finirà per denunciarle.
Titolo numero 3. Easy Rider. Non sono poi così pochi i Film “ispirati”. Addirittura vere e proprie icone. Il Selvaggio, On Any Sunday, Torque o l’inquietante, crudo Mammuth, coprotagonisti una superba Moto Munch motorizzata NSU auto e un inquietante, crudo Gerard Depardieu.
Ma se c’è un film che si associa alla Motocicletta questo è Easy Rider. 1969, Dennis Hopper, Peter Fonda, Jack Nicholson, gli Steppenwolf. Harley Davidson. Fate voi! Del tutto inutile soffermarsi per l’ennesima volta sui simbolismi del film, sulla sua valenza di rottura riferita a un’epoca e a una cultura chirurgicamente precise, al fatto che è tuttora, e per sempre, un monumento. Dirò che non è facile, oggi, seguirne le tracce, i richiami storici e di costume, di rottura, di senso di una libertà, tutti elementi raccolti e riproposti e abusati in troppi luoghi comuni. È tuttavia caldamente consigliato mettersi lì e godersi un capolavoro che ha cinquant’anni e che proprio in corrispondenza del compleanno ha perso uno dei suoi protagonisti, Peter Fonda.