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5 Settembre 2021. Paolo Sesti se n’è andato un giorno dopo che le Nazionali italiane di Enduro hanno sbancato la Sei Giorni internazionale di Enduro. era ammalato, ce lo aveva detto un preoccupato Arnaldo Farioli, ma non si pensava così gravemente. Classe 1947, bergamasco, avvocato, Sesti era legato non per caso al nostro mondo, e non certo per caso ne è stato protagonista per così tanto tempo. Era un appassionato autentico, era stato Pilota, motociclista a vita e aveva un debole per l’Enduro, naturalmente, imprinting che gli veniva dalla sua terra.
Socio e atleta del Moto Club Bergamo dalla pima ora, per vent’anni, 1996-2005, Paolo Sesti è stato Presidente della Federazione Motociclistica Italiana, e successivamente, per sempre Presidente Onorario. Per tre alla fine degli anni ’10 è stato vice-presidente della Federazione Internazionale, e quasi contemporaneamente membro della Giunta del Coni. Aveva le sue idee e i suoi metodi, non la mandava a dire ed è stato buon gestore e un innovatore. Si parla di Sei Giorni, bene, la Maglia Azzurra è una sua creatura, filosofia e finalità pratica.
Non conoscevo bene Paolo Sesti, però ci eravamo confrontati varie volte. Alto più di tutti, fermo ma gentile, per me era uno con le idee chiarissime, e per questo tagliava corto. Una cosa che ritengo sempre apprezzabile. Discutevamo, a volte su due fronti opposti, mi esponeva le sue idee in modo semplice e chiarissimo, una logica fulminea. Potevo non essere d’accordo, ma mi faceva sempre riflettere. Al contrario, quando c’era sintonia, era un torrente in piena. Ricordo bene una volta, a EICMA. Ci incontrammo per un progetto ambizioso, portare una gara italiana nel Mondiale, lì eravamo perfettamente d’accordo e in perfetta sintonia. Gli brillavano gli occhi, in mezzo a diecimila persone e centomila saluti e pacche sulle spalle, in dieci minuti elaborammo, basandolo sulla sua incredibile logica, un progetto magnifico, che poi fu realizzato con pieno successo.
Un grande saluto al “nostro” presidente, un abbraccio della Redazione ai suoi cari.