Addio Pippo

Addio Pippo
Filippo Lamotte, in arte Pippo, è andato via. Lottava da più di un anno
29 gennaio 2022

Sarzana, 28 Gennaio 2022. Pippo ci ha lasciati. Non ce l’ha fatta a vincere l’ultima gara, la più importante, quella contro un avversario che nessuno di noi può battere. Eppure da Pippo ci saremmo aspettati anche questa vittoria impossibile. Sì. Perché Filippo Lamotte, in arte Pippo, ha vinto molto, e fatto vincere di più, raramente seguendo uno schema convenzionale. È lui che ha guidato il Team UFO alla conquista di 5 Mondiali, stabilendo dei punti di riferimento coraggiosi, inediti.

Fu Pippo a riportare in moto nel Mondiale di Enduro Stephane Peterhansel, e fu la prima vittoria, clamorosa, fu lui ad “addomesticare” al gusto italiano Stefan Merriman, e fu ancora lui a credere in un crossista un po’ defilato e a rilanciarlo con la conquista di un nuovo Titolo, successivamente raddoppiato. In mezzo la doppietta di Peter Bergvall, il riconoscimento di Mario Rinaldi in Africa, un ambiente che non lo convinceva troppo per la pericolosità e per il ricordo di Meoni, che teneva ben stretto nell’anima, i combattimenti aspri e guasconi con David Knight.

Pippo era e resta un uomo inedito, la persona che non ha paura di osare, di rilanciare, che lancia oltre l’ostacolo prima di tutto il cuore. Dopo l’epopea del Team UFO Pippo era rimasto a fianco di Vito Consoloni a supporto dell’Azienda. Ci vedevamo di rado, ma in occasioni costanti. Ovunque ci fosse un Mondiale a portata di mano, estate o inverno, sole o pioggia, Pippo saliva in moto e arrivava.

A volte ci trovavamo per strada, stessa destinazione, identica, immutata forte passione. A volte tra una speciale e l’altra prendevamo un caffè e discutevamo, chiacchieravamo, commentavamo. Mai scontato, con Pippo iniziavi ridendo. La vita come una commedia, ma affrontata seriamente, per farla migliore e più interessante. Pippo ti dava sempre qualche buona idea, e sentivi che ne stava covando altre, in continuazione.

Una volta ci siamo incrociati durante un viaggio in moto, stessa destinazione, quella volta in vacanza con le mogli. Sempre il tempo di una colazione, quattro promesse e un abbraccio. E via su una rotta di sole. Il legame era nato tanti anni fa, al Toscano di Enduro. Memorabili le sue battaglie con Luciano Babbini e Giuliano Scattina, l’altra faccia di una formula più volte vincente. A dire il vero Babbini era il Campione, ma gli altri due erano immancabilmente… i più bravi. Talvolta ero chiamato a decidere chi lo fosse di più. Difficile dirlo, e non era il caso di offendere nessuno, era per ridere. Solitamente finiva in un pareggio addomesticato, uno standard diventato storico. Un’altra volta, battuto sulle mulattiere, Pippo si prese la rivincita tornando la volta dopo con… il furgone più veloce del paddock.

Non è mai una questione di tempo o di appuntamento, quello lo si conosce sempre dopo. Troppo tardi. Ma Pippo è andato via troppo presto, questo sì, in una forma di suprema ingiustizia che nessuno di noi saprà mai rettificare. Ci siamo scambiati gli auguri all’inizio dell’anno. Io ero in Arabia, lui era tornato in ospedale per continuare il suo combattimento. Mi ha chiesto di salutare Franco e ci siamo ripromessi di vederci al rientro della Dakar. Al Rally ho incontrato Johnny Aubert, abbiamo parlato di Pippo, lui mi disse che non andava troppo bene. È andata peggio.

Un abbraccio forte.

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