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Milano. #iorestoacasa per riferirvi di una buona notizia. Non è certamente il momento di lasciarsi andare all’entusiasmo, cionondimeno è giusto riservare un angolo di cuore alle buone notizie. Fanno bene, fanno respirare aria pulita. Tanto più che, in questo caso, parliamo di una notizia lungamente attesa. Di una svolta. È passato, infatti, circa un anno e finalmente è possibile partecipare all’”inaugurazione” del nuovo corso di ANCMA e della sua perla operativa, EICMA, il Salone milanese di Ciclo, Motociclo e Accessori, più di ogni altra vicina agli appassionati. Non si tratta di una cerimonia, neanche lontanamente, e nessuno si è preso la briga di festeggiare, sia ben chiaro. Ci limitiamo a registrare il momento e a fissarlo nella Storia.
Semplicemente, e oserei dire naturalmente, giustamente, la “vecchia guardia” di EICMA si è fatta da parte, lasciando che il nuovo corso di ANCMA, legittimato dal riconoscimento della ormai “famosa” assemblea del 29 novembre scorso, prendesse in mano le redini della carrozza per portarla nel futuro. Quale futuro? Io direi quello di nuovi record, che EICMA ha sempre saputo migliorare, di cristallina fiducia e verve operativa, di credibilità. La “cerimonia” virtuale è ancora una data, il 12 marzo, nella quale EICMA emette un comunicato ufficiale che contiene, oltre al bilancio di un altro anno di primato del Salone milanese, la conferma delle dimissioni del vecchio Consiglio di EICMA, del quale facevano parte Andrea Dell’Orto, Corrado Capelli, Vito Cicchetti, Alfio Morone, Giovanni Castiglioni.
Il Consiglio dimissiona, dice la nota tra le altre belle cose, per le “…pressioni esercitate dai nuovi vertici di Confindustria ANCMA… “, e questa è una notizia di grande importanza e rilievo, non per il clamore che intende suscitare, bensì perché è un atto formale che sancisce la legittimità dei “nuovi vertici”.
Del resto non c’era bisogno di farla tanto lunga. A puntello della vecchia guardia era rimasta solo una piccola fortezza di cartone, una sorta di messinscena fatta di comunicati e di finta di niente, di figure chiamate in causa per ricoprire ruoli tampone inesistenti e senza alcuna esperienza operativa specifica. Certamente, prima ancora della “… decisione unanime di rinunciare al proprio incarico prima della scadenza…” da parte del Consiglio dimissionario, la legittimazione dei nuovi vertici era arrivata dai giudici milanesi, poi dalla immediata scomparsa del commissario Giannetto Marchettini, dalla “reintegrazione” di Pier Francesco Caliari e, di fatto, dall’improvviso spegnersi della verve “creativa” con la quale, fino alla data cruciale del 29 novembre, Confindustria aveva cercato di opporsi alla “Rivoluzione dei 33”. “Rivoluzione” che si era resa necessaria, indispensabile dopo le cupe vicende innescate nel maggio 2018 con la caduta dell’allora Presidente di Confindustria ANCMA, Antonello Montante.
Si tratta di un momento storico, perché non ha precedenti di questo tipo in uno movimento di “dissidenza” piuttosto numeroso e argomentato, ma preferiamo consideralo un momento importante, molto importante, per il solo fatto che 33 appassionati imprenditori a noi assai cari e inizialmente guidati dal “Presidente Vicario Traghettatore” Franco Acerbis, oggi possono tornare serenamente al lavoro sotto la guida del Presidente Paolo Magri, oggi al timone e finalmente in possesso di tutte chiavi operative, letteralmente e metaforicamente.
Si tratta di rilanciare, di superare un momento difficile che brucerà altro tempo da sovrapporre a quello già “perso”, di correre dei rischi la cui voce è già in fattura ma che non sono ancora quantificati a causa della gravità della situazione attuale, di ricreare la buona forza della task force di EICMA e, in buona sostanza, di vincere una battaglia durissima e imprevedibile.
Nessuna paura, Paolo Magri è un “Casco Rosso”, e certe “mulattiere” potrebbero anche divertirlo.
Buon lavoro e in bocca al lupo!